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di REDAZIONE 11 nov 2020 08:08

Manifesto per Brescia non in zona rossa

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A sottoscriverlo sono 14 sigle che rappresentano il variegato panorama del mondo produttivo locale. Pur accettando contenuti e limiti del Dpcm del 3 novembre chiedono una più attenta e particolareggiata attenzione ai parametri usati per la divisione del Paese in diverse zone

Ance, Apindustria, Ascom, Associazione artigiani, Assopadana, Cia, Cna, Coldiretti, Confagricoltura, Confartigianato, Confcoooperative, Confesercenti, Confindustria Brescia e Fai insieme per la salute e la tutela sanitaria della comunità locale che devono restare la priorità dell’agire quotidiano.

Le più importanti sigle imprenditoriali del Bresciano hanno deciso di sottoscrivere unitariamente un manifesto per far sentire la loro posizione in merito alla polemica, non ancora sopita, di un’indistinta zona rossa estesa a tutta la regione, pur in presenza di situazioni territoriali diversificate che avrebbero potuto determinare anche soluzioni diverse.

Consapevoli che Brescia avrebbe meritato un altro trattamento, le 14 sigle che hanno sottoscritto il manifesto, con l’obiettivo di voler contribuire alla salvaguardia e alla tutela delle persone, hanno comunque deciso di fare loro le indicazioni contenute nel Dpcm del 4 novembre, perché solo in questo si potrà testimoniare alle autorità competenti che Brescia è nelle condizioni di essere esclusa dal numero delle aree in cui la situazione sanitaria è al massimo livello di rischio e  invitano “tutti a fare altrettanto – si legge nel documento diffuso - rispettando scrupolosamente le prescrizioni previste dal Dpcm perché questo contribuirà a limitare la diffusione del virus. Testimoniamo con i fatti, quindi con i comportamenti e i dati sanitari, che Brescia non può e non deve essere individuata tra le zone rosse del Paese”.

Ed è proprio in vista di questo obiettivo che le stesse associazioni hanno preso atto, responsabilmente seppur con stupore, della decisione Governativa di classificare la provincia di Brescia all’interno della zona rossa lombarda. “Lo abbiamo fatto – continua ancora il manifesto - nonostante siamo pienamente consapevoli dell’impatto che una simile decisione determinerà in generale sul sistema delle imprese locali, già duramente provate dal precedente lockdown e dall’innegabile crollo dei consumi. Lo facciamo perché siamo consapevoli che non ci potranno essere occupazione e lavoro, benessere e consumi, se non si tornerà ad una situazione sanitaria sicura e stabile, tale da ridare fiducia alla gente, consentendole di tornare ad una vita normale, senza limitazioni di mobilità, orari e socializzazione.

Seriamente preoccupate per le conseguenze sociali, economiche, per il crescente disagio sociale che giorno dopo giorno si manifesta in un territorio già profondamente ferito dal lockdown di inizio anno per la nuova ondata della crisi che sta producendo un ulteriore shock sul benessere sociale e sulle attività economiche della provincia, le sigle che hanno sottoscritto il manifesto chiedono al ministro Speranza e al Governatore della Regione “di condividere sin d’ora i 21 elementi che determinano la scelta per la zonizzazione del territorio, al fine di poter spiegare a tutti i nostri interlocutori lo stato di fatto.  Chiediamo anche che si passi dalla zonizzazione di perimetro regionale ad una con criterio provinciale, laddove i 21 indici sanitari dimostrino che l’area bresciana non si caratterizza con lo stato di crisi sanitaria di massima gravità”.

Chiedono, poi, che dalle parole si passi ai fatti, traducendo le promesse fatte dal Governo e dal Presidente del Consiglio in veri, tangibili ed automatici ristori per tutti coloro i quali oggi devono abbassare le serrande senza certezze per il futuro, per le filiere collegate e per chi lavora in tali attività. “Ci aspettiamo che le possibili soluzioni arrivino in tempi brevi, considerate la gravità della situazione e l’importanza di fornire alle imprese risposte chiare ed immediate”.

Nel manifesto, poi, ci sono richieste anche per gli enti locali, perché sospendano l’esazione di tutti i tributi locali a carico delle imprese nuovamente fermate dal lock down e di tutte quelle che, essendo in filiere di queste, vedono le loro attività ridursi drasticamente. “Specificatamente e con vigore – si legge nella parte finale del documento - chiediamo all’Amministrazione finanziaria di permettere a tutte le attività lese dall’ultimo decreto, di derogare i termini del versamento degli acconti di tutte le imposte nazionali posticipandoli ad aprile 2021, come già concesso dal cosiddetto “Decreto agosto” per le attività colpite dalla prima ondata. Parimenti, chiediamo con fermezza che la Pubblica Amministrazione rispetti i tempi di pagamento verso il privato e limiti al massimo le disfunzioni burocratiche derivanti da una non corretta modalità di accesso agli uffici e di organizzazione dello smart working”.

L’ultimo appello è per il sistema bancario, perché sia alleato dell’impresa locale, assicurandole liquidità e flessibilità nella gestione della gestione dei flussi finanziari

“Se non ci sarà l’impegnò di tutti, Istituzioni e sistema bancario in primis, - è la chiusura del manifesto - assisteremo alla scomparsa di una parte significativa del sistema bresciano d’impresa.

A tutti, in questo momento, spetta il dovere di sostenere la filiera d’impresa locale, attivando ogni iniziativa che possa difendere questo patrimonio, per traghettarlo aldilà di questa fase di grande incertezza, proiettandolo verso una nuova dimensione di sviluppo economico-sociale”.

REDAZIONE 11 nov 2020 08:08