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Brescia
di MAURIZIO RINALDI 29 ott 2023 10:00

Poveri noi! Bellezza della carità

Le Caritas di Brescia e Bergamo vivranno insieme la Giornata mondiale dei Poveri del 18 novembre con due distinti momenti in città

Poveri noi!”. Quante volte ricorriamo a questa espressione dinanzi alle avversità che attraversiamo, nella sensazione di essere perduti. Lo diremo “Poveri, noi” anche il prossimo 18 novembre, giorno in cui la Chiesa celebrerà la 7ª Giornata Mondiale dei Poveri.

Sarà una giornata vissuta in modo particolare perché, nell’ambito delle iniziative legate a BergamoBrescia Capitale della cultura 2023, vivremo “la Bellezza della Carità”, iniziativa che riunirà le Caritas diocesane delle due città capitali a Brescia, prima presso la mensa “Menni” e poi per la celebrazione eucaristica nella chiesa dei Santi Nazaro e Celso.

Le due delegazioni condivideranno sinodalmente ciò che appartiene al capitale di Caritas Brescia nella sua tradizione dei tavoli di lettura e ascolto spirituale della Parola. Seguendo il messaggio che prepara e celebra questa giornata, il libro di Tobia disporrà a condividere l’approccio più vero a noi stessi, quello che riconoscerà la propria povertà, condizione migliore per riconoscere quella altrui. Per ragioni organizzative, l’incontro del 18 novembre è a invito; il materiale utilizzato sarà messo a disposizione per essere meditato e condiviso nelle comunità.

“Non distogliere il tuo sguardo dal povero” (Tb 4,7) sono le parole testamento che il padre consegna al figlio, come la Chiesa madre consegna ai suo membri e al mondo, per il tempo presente e per quello futuro. Nel cambiamento d’epoca accogliamo la sfida di una evoluzione e di una vera umanizzazione della società a partire dal capitale umano di dignità, di desiderio e di riscatto che la condizione di povertà di ogni essere umano non nega, non compromette, anzi che ricandida al di più di vita e di grazia che invoca.

Le povertà materiali, intellettuali e spirituali che il mondo soffre, ci riconducono ad un presente internazionale tragico e tristissimo di persone e popoli legati e schiavi delle proprie ferite, del proprio istinto di sopravvivenza a prescindere dalla sorte altrui, incapaci di vivere la medesima casa comune della storia e delle sue sorti.

Mentre celebriamo ciò che ci ha reso “Capitali della cultura”, ammiriamo la bellezza della carità divina e umana che si esprime nel circolo virtuoso dello scambio di accoglienza e di integrazione di ciò che appartiene alla migliore tradizione delle nostre città e in generale nell’incontro tra uomini, città, popoli, culture e religioni diverse. Osiamo continuare a sognare una civiltà dell’amore, nella capacità di coloro che non distogliendo lo sguardo dal povero e quindi nemmeno da sé stessi, ne riconoscono il valore in quanto persona, “moneta di Dio”, portatrice della Sua effigie, della Sua immagine e somiglianza.

MAURIZIO RINALDI 29 ott 2023 10:00