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Brescia
di FABIO TOSINI 03 set 2021 08:00

Salute si.cura: accanto alle persone anziane

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Il progetto compie un anno. Promosso dalla Fondazione Opera Caritas San Martino e sostenuto da Caritas Italiana, vede protagoniste le parrocchie di Lumezzane, Gavardo, Manerbio e San Polo

Il progetto Salute si.cura compie un anno: partito da un’attenzione nei confronti delle persone anziane sole e in situazioni di fragilità che il Covid-19 ha reso più fragili e sostenuto dalla Fondazione Opera Caritas San Martino grazie al sostegno di Caritas italiana (progetti 8xmille) e del quotidiano Avvenire, vede protagoniste le parrocchie di Lumezzane, Gavardo, Manerbio e San Polo. Dall’estate scorsa operatori della Caritas Diocesana, parroci, sacerdoti e volontari di queste comunità parrocchiali provano a ricostruire ponti di relazione con alcuni anziani offrendo loro momenti di ascolto a domicilio per condividere pensieri, emozioni, vissuti, recuperare scampoli di relazione e di socialità.

Quante storie di vita abbiamo condiviso… in questo tempo le persone anziane ci hanno raccontato dal vivo la loro necessità di dare e di ricevere amore e, quando a causa delle disposizioni Covid-19 non è stato possibile andare a domicilio, ci si è attivati facendo agli anziani telefonate anche giornaliere. In questo camminare insieme siamo messi di fronte al bisogno delle persone anziane di avere una persona vicina, di un abbraccio, di una carezza e a nostro modo proviamo a farlo nel rispetto delle norme di tutela sanitaria: a volte basta uno sguardo, un sorriso.

Nel nostro piccolo cerchiamo di fare nostre le parole espresse da papa Francesco (31 gennaio 2020): “Dobbiamo mutare le nostre abitudini pastorali per saper rispondere alla presenza di tante persone anziane nelle famiglie e nelle comunità. Andate loro incontro con il sorriso sul volto e il Vangelo tra le mani”. Un grande incoraggiamento ad andare avanti ci viene anche dalle testimonianze dirette di anziani, familiari, operatori, parroci, volontari coinvolti in Salute si.cura. Ne seguono alcune: “Sono contenta di non essere sola, c’è chi mi chiede “come stai” e io ho passato giorni a sentirmi talmente isolata da considerarmi inutile. Egidio e Katia si prendono cura di me, mi chiamano e mi vogliono bene. Voi mi ascoltate”. Questo progetto ci aiuta a cambiare l’idea di una Caritas intesa solo come “dare il pacco al bisognoso” e ci stimola e ci insegna a lavorare in rete, che non è sempre facile e scontato ma è fondamentale se vogliamo davvero come comunità prenderci cura delle persone più fragili. Questo progetto è vivere concretamente il Vangelo”.

L’auspicio è che vengano raggiunte più persone anziane che vivono in solitudine e che la cultura della cura e della prossimità diventi abituale e quotidiana e una sorta di provocazione per la comunità. Lasciamo echeggiare dentro di noi queste riflessioni, come stimolo di un prenderci cura gli uni degli altri.

FABIO TOSINI 03 set 2021 08:00