Un luogo bello e dignitoso: il Centro Odorici

Un luogo bello, completamente trasformato, che favorisce l’inclusione sociale: Il 7 giugno 2025 si sono conclusi i lavori di recupero del Centro diurno di via Odorici 4. L’intervento, iniziato il 2 ottobre 2023, rientra tra i progetti finanziati dalla misura del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza chiamata “Stazioni di posta: intervento di realizzazione di centri servizi (stazioni di posta) per il contrasto alla povertà”. L’obiettivo è il potenziamento dei servizi diurni per l’inclusione sociale per raggiungere il livello minimo previsto a livello nazionale per le Stazioni di Posta.
Per non interrompere il servizio fornito dal Centro diurno, l’intervento è stato suddiviso in tre fasi scaglionate. I lavori hanno consentito di migliorare gli spazi del centro, rinnovare e incrementare i servizi igienico-sanitari, e formare nuovi locali destinati ad attività sociali diurne o serali. Motivo di particolare orgoglio è l'ambulatorio che sarà presente all'interno del servizio al fine di garantire le condizioni di salute e accoglienza, non soltanto per gli ospiti ma anche per il resto della popolazione.
L’edificio adesso sfoggia muri bianchi, puliti ed eleganti, uniti ad elementi storici come archi e colonne, e la dedizione all’abbattere le barriere architettoniche in una struttura così longeva. Non è un museo, bensì un luogo dedicato alla comunità, all’appoggio dei più fragili, con attività sia per anziani che per giovani. È risaputo che la socializzazione è la chiave per affrontare i momenti di disagio, e anche chi si trova in difficoltà, ha diritto alla propria dignità: è proprio a questo che si dedica il centro, dal fornire pasti e servizi igienici, all’essere semplicemente un luogo dove passare del tempo in compagnia.
La presidente de “La Nuvola nel Sacco”, la cooperativa che gestisce il Centro diurno, Federica Avigo, ha voluto sottolineare due parole nello specifico: “luogo” e “bellezza”. “Avevamo l'ambizione di trasformare questo centro da uno ‘spazio’ a un luogo di riferimento, di incontro per la comunità, un luogo dove davvero potesse avvenire l'integrazione. L'ambizione è di portare qui anche le persone non fragili, perché la vera integrazione si fa quando i luoghi appunto si aprono alla comunità. La seconda parola è bellezza - conclude Avigo -; abbiamo voluto rendere questo nostro luogo bello perché alla fine se si frequenta un luogo ‘bello’ anche la vita acquisisce un valore diverso”.
