Un segno per Giovanni Paolo II
“In questo tempio di pregevole stile barocco, centro e fulcro della pietà mariana della città e della diocesi, elevato alla dignità di Basilica dal Santo Padre Giovanni XXIII, i fedeli bresciani da oltre quattro secoli venerano con speciale devozione la beata Vergine sotto il titolo di Madonna delle Grazie. Qui essi vengono nei momenti della gioia e in quelli del dolore, per confidarsi con la Madre e per trovare nei suoi occhi la risposta che sia luce e conforto nel cammino della vita. E qui veniva sovente dalla vicina abitazione Giovanni Battista Montini, fanciullo ancora e poi ragazzo e giovane, per pregare, riflettere, aprire l’animo ai grandi ideali che cominciavano a dischiuderglisi dinanzi”. Furono queste le prime parole pronunciate da papa Giovanni Paolo II (Wadowice, 18 maggio 1920 – Città del Vaticano, 2 aprile 2005), in occasione della sua prima visita pastorale a Brescia, al Santuario delle Grazie, rivolgendosi ai giovani seminaristi.Era il 26 settembre 1982, giorno del genetliaco di San Paolo VI.
Perché non dedicare un luogo significativo della città a Giovanni Paolo II, nel ventennale della sua nascita al cielo? Un gruppo di cittadini, dal 2019, ha raccolto 1000 firme, fra le quali compare anche quella di Lech Walesa, leader di “Solidarnosc”, presidente della Polonia e premio Nobel per la pace. La richiesta dell’intitolazione è già giunta sui tavoli dell’Amministrazione comunale. Karol Wojtyla conobbe la nostra città e il territorio circostante già in gioventù: da poco ordinato sacerdote e studente di teologia presso l’Ateneo Angelicum di Roma, nel luglio 1947 frequentò alcuni luoghi della provincia, ospite a Seniga del sacerdote bresciano don Francesco Vergine. I due giovani sacerdoti si erano conosciuti grazie alla comune frequentazione di alcuni corsi presso l’Università Gregoriana. In quell’occasione il giovane presbitero polacco ebbe a intraprendere numerose escursioni in bicicletta, tra le quali alla pieve di Comella, una delle più antiche chiese della “Bassa”, situata a Seniga. Ma il giovane Wojtyla non mancò, sempre in bicicletta, di visitare altri piccoli Comuni della Bassa, come Milzano, Pralboino, Gottolengo, Isorella e Calvisano dove i più anziani ancora ricordano questo ragazzo che “parlava italiano con un accento un po’ strano”. Le presenze significative di Giovanni Paolo II a Brescia, giunto in città, sono state tuttavia le sue tre visite avvenute da Pontefice.
Il primo viaggio apostolico, come anticipato, dedicato a Brescia, risale al 26 settembre del 1982. Il secondo viaggio apostolico avvenne il 19 e il 20 settembre 1998: il primo giorno in piazza Paolo VI ebbe luogo la cerimonia di accoglienza; domenica 20 invece si susseguirono tre incontri: la celebrazione eucaristica con la beatificazione di Giuseppe Tovini presso lo Stadio Comunale, la visita all’Istituto “Paolo VI” di Concesio e l’incontro in Cattedrale con rappresentanti della brescianità. Il terzo evento ufficiale consistette nella breve visita alla città di Brescia e alla cittadina camuna di Borno che ebbe luogo qualche mese prima del viaggio apostolico del 1998, invitato da un suo stretto collaboratore, il card. Giovanni Battista Re. E ancora, ben in altre due occasioni papa Giovanni Paolo II fu ospite della terra bresciana. Il 16 e il 17 luglio del 1984, lasciati a Roma protocolli e cerimoniale, Giovanni Paolo Il si recò in Adamello per trascorrere una giornata sulla neve con il presidente Pertini. Nell’estate del 1988, Giovanni Paolo II ritornò in terra bresciana, sempre su invito del card. Giovanni Battista Re, partecipando al 25° pellegrinaggio sull’Adamello organizzato dagli Alpini della Valcamonica.
A tutto questo si aggiungono i legami indossolubili fra Wojtyla e papa Montini, oltre ai luoghi, nel territorio, già intitolati a Giovanni Paolo II: pensiamo solo agli oratori, quello della Volta, quello di Valle di Saviore e quello di Ponte di Legno. Una via, invece è stata intitolata a Coccaglio e un’altra a Sarezzo. Ricordiamo poi il teatro di Rezzato e il palazzetto dello sport di Gavardo. Senza dimenticare diverse scuole paritarie del territorio. E molti altri esempi potrebbero essere citati. Taluni luoghi cittadini sono già stati individuati dai promotori della sottoscrizione: l’attuale galleria Duomo (che accede a piazza Paolo VI) e il tratto di via Trieste compreso tra via Mazzini, via Portici e via X Giornate. Un’altra indicazione riguarda la via che accede a piazza Paolo VI da via Beccaria. I presupposti per un’intitolazione ci sono tutti, ora la decisione spetta alla Giunta.