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Brescia
di REDAZIONE 13 ott 2016 09:21

Carlo d'Asburgo, modello di santità

A Brescia nella parrocchia di San Gottardo, sede della Unione di Preghiera Beato Carlo per la Pace e la Fratellanza tra i Popoli, il 21 ottobre, memoria liturgica del Beato Carlo d'Asburgo, sarà celebrata la Santa Messa alle 18.30, presieduta dal vicario generale mons. Gianfranco Mascher

Particolarmente preziosa e significativa, nonché ricca di attualità, appare la prossima memoria liturgica, il 21 ottobre, del Beato Carlo d’Asburgo, l’ultimo Imperatore in Europa, beatificato giusto dodici anni fa, nel 2004, dal Santo Pontefice Giovanni Paolo II. A Brescia nella parrocchia di San Gottardo, sede della Unione di Preghiera Beato Carlo per la Pace e la Fratellanza tra i Popoli, sarà celebrata la Santa Messa solenne alle 18.30, presieduta dal vicario generale della diocesi mons. Gianfranco Mascher. Dopo la celebrazione, negli ambienti della parrocchia seguirà un momento di fraternità con uno spiedo di beneficenza (per informazioni, 030363088 ).

Carlo fu un sovrano cattolico fortemente assertore dei legami storici e dinastici della sua illustre Casata – risalente a Carlo V – e del suo ruolo di erede del Sacro Romano Impero, consapevole del valore sia della componente imperiale, quale elemento di centralità in Europa, sia dell’identità di re apostolico d’Ungheria. Fu anche governante moderno e dalle idee adeguatamente riformatrici, soprattutto in merito alla componente polietnica dell’Impero Austro-Ungarico e a un suo equilibrato mutamento in ambito di rappresentatività; certo egli fu uomo amante di tutti i suoi popoli. Solo il breve periodo di sovranità e il tragico crollo dell’Austria-Ungheria gli impedirono attuazioni che l’Europa avrebbe potuto senz’altro apprezzare e che si fondavano appunto su un’idea d’Europa tradizionale e moderna insieme, del tutto lontana dalle esasperazioni dei nazionalismi che portarono a due guerre mondiali.

Carlo fu insieme soldato leale e uomo di pace impegnato – ancorché inutilmente - in tutte le forme possibili ad accelerare la fine di quell’”inutile strage” per la quale egli fu l’unico governante, fra le nazioni in guerra, a condividere in pieno la lettura saggia e lucida di papa Benedetto XV. Morì, povero e in esilio nell’isola portoghese di Madera il primo Aprile 1922, a trentaquattro anni, umiliato dai poteri veramente forti di un mondo degenerato, alienato e in delirio di onnipotenza; chiuse la sua breve ma preziosa vita terrena in mirabile esercizio di quelle virtù cristiane che egli aveva sempre praticato, come uomo, come sposo, come padre, come soldato, come sovrano; morì abbandonato da nemici e amici, mostrando al primogenito dei suoi otto figli “come muore un imperatore cattolico”.

La data liturgica scelta dal Santo Pontefice è, insolitamente, quella delle nozze, nel 1911, con la Serva di Dio Zita di Borbone-Parma, con la quale ( anche per l’Imperatrice  Zita è avviato il processo di beatificazione ) percorse un voluto, lucido e coerente cammino di santità coniugale e famigliare , un modello estremamente importante per la famiglia di oggi. La Gebetsliga si onora, fedele ai modelli di santità laicale in condizione particolare di stato che i moderni Papi ci propongono, di proporlo all’attenzione e alla preghiera di intercessione.


REDAZIONE 13 ott 2016 09:21