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Brescia
di LUIGI ZAMELI 12 gen 2024 08:02

Don Pierino Ferrari Servo di Dio

Da tempo da parte delle sorelle della Comunità Mamre, Associazione privata femminile di fedeli di diritto diocesano, si registravano proposte, avanzate da sacerdoti e laici, per intraprendere una indagine sulle virtù eroiche di don Pierino Ferrari che concluse la sua vita terrena nel 2011. Due sono i requisiti indispensabili per iniziare un processo canonico verso la beatificazione: la fama di santità per l’esercizio eroico delle virtù da parte del candidato e la fama di segni. Dopo un attento discernimento la comunità si è rivolta all’incaricato diocesano don Arnaldo Morandi il quale ha consigliato ancora un tempo di ricerca e di confronto con la guida di un esperto in materia il dott. Nicola Gori, postulatore romano molto stimato che tra gli altri ha a suo carico la causa, giunta recentemente a buon fine, della beatificazione del giovane beato Carlo Acutis.

Il dott. Gori presa visione del caso e della corposa documentazione, nonché delle possibili testimonianze da parte di molte persone ancora viventi che hanno incontrato e conosciuto don Pierino, ha suggerito di procedere. È a questo punto che il 6 aprile 2023 è stato presentato al Vescovo di Brescia, mons. Pierantonio Tremolada, per competenza, il documento che tecnicamente si dice “Libello”. Nel contempo, dopo che il Vescovo ha accolto il Libello di domanda, la comunità Mamre, si è costituita parte attrice nell’eventuale processo e ha provveduto a nominare il dott. Nicola Gori, Postulatore della causa già in fase diocesana. I passaggi successivi, sempre curati da don Arnaldo Morandi, con documenti prodotti e firmati dal Vescovo e sempre controfirmati dal Cancelliere diocesano, mons. Marco Alba, sono stati: anzitutto l’ottenimento dell’assenso della Conferenza Episcopale Lombarda che, informata con specifica documentazione per l’approfondimento, si è espressa favorevolmente al procedimento il 20 settembre 2023. Il secondo passaggio è stato, come richiede il diritto canonico peculiare, il nullaosta della Santa Sede, anch’essa informata attraverso il Dicastero delle Cause dei Santi presso i Dicasteri competenti. La risposta favorevole di luogo a procedere dalla Santa Sede è stata manifestata, con lettera del Prefetto card. Marcello Semeraro in data 12 ottobre 2023.

A questo punto il Vescovo ha potuto emanare l’Editto, di cui si parla in questi giorni, documento ufficiale che dovrà essere fatto conoscere e rimanere esposto per un massimo di due mesi in tutte le parrocchie della diocesi. “Terminato il tempo stabilito perché la comunità diocesana possa far pervenire al delegato diocesano per le Cause dei Santi testimonianze e documenti utili alla causa, “il Vescovo – spiega don Arnaldo Morandi – provvederà alla nomina del tribunale diocesano. Inizia così la cosiddetta fase diocesana del Processo sul Servo di Dio don Pierino Ferrari”. L’inchiesta diocesana fa capo all’apposito tribunale comporto: dal Delegato Vescovile che a nome del Vescovo seguirà l’iter processuale, vigilando a che tutto si svolga in osservanza del diritto, dal Promotore di Giustizia che ha il compito di trovare motivi di opposizione (un tempo detto avvocato del diavolo), dal Notaio attuario e dal Notaio aggiunto con il compito di verbalizzare tutte le testimonianze e i dibattimenti. Nel contempo, esternamente, il Vescovo nomina due commissioni: una di tre periti storici e una di due censori teologi, che dovranno studiare tutti i documenti, gli scritti e quant’altro, riguardanti il Servo di Dio, manifestando al termine dei lavori il proprio giudizio e voto. “Tutto il materiale prodotto in fase processuale: verbali di testimonianza, giudizi e voti del due censori teologi e dei tre periti storici, insieme a tutti il materiale edito e manoscritto del e sul Servo di Dio, e quant’altro sarà, sarà infine secretato e rigorosamente ordinato e catalogato – conclude don Arnaldo – per argomento e per sezione, dopo di che, in duplice copia, affidato ad un portitore giurato, verrà trasferito a Roma presso il Dicastero delle Cause dei Santi dove verrà analizzato per la redazione della Positio necessaria poi all’eventuale riconoscimento da parte dello stesso Dicastero delle Virtù esercitate in maniera eroica dal Servo di Dio.

Una volta che il Papa avrà autorizzato il Dicastero delle Cause dei Santi a promulgare il decreto con cui si riconosce che il Servo di Dio ha vissuto le virtù in maniera eroica, da quel momento verrà chiamato con il titolo di Venerabile, in attesa che la venerazione privata dei fedeli ottenga il miracolo necessario per la beatificazione”.

LUIGI ZAMELI 12 gen 2024 08:02