Foresti, testimone della fede, ha amato i poveri
Oggi, 6 maggio, il vescovo emerito Bruno Foresti avrebbe compiuto 100 anni. Oggi la sua salma è stata tumulata in Cattedrale. La sua figura è stata tratteggiata nell'omelia della Messa di suffragio presieduta dal vescovo Pierantonio Tremolada.
"Il Vescovo, don Foresti, viene a riposare per sempre - ha detto Tremolada - in quella che è stata per 15 anni la sua Cattedrale. Si compie così il desiderio che aveva espresso nel momento del suo congedo dalla Diocesi di Brescia. Questa Diocesi accoglie con affetto e sincera gratitudine le sue spoglie mortali e ringrazia la comunità di Tavernola Bergamasca per averle amorevolmente custodite dal momento della sua dipartita fino ad oggi. Chiamato ad essere pastore, prima della Chiesa di Modena-Nonantola e poi di quella bresciana, il vescovo Bruno è stato anzitutto un testimone della fede. La sua fu una fede radicata nella fede del popolo di Dio. Una fede che l’ha plasmato sin dagli anni della sua infanzia. Al cuore del suo credere il mistero di Cristo, il Signore, e la sua misteriosa comunione con il Padre. Il Vescovo è stato un testimone della fede con la sua spiccata personalità, con il suo carattere deciso, schietto, a volte aspro. Con la determinazione tipica di chi è consapevole di una grande missione ricevuta. Perchè nessun compromesso è possibile a scapito del Vangelo".
Deciso ma con il cuore buono e aperto ai bisogni spirituali e materiali. ""La caratteristica essenziale di questo Vescovo pastore è stata la grande sensibilità per le situazioni personali come dimostra la sua corrispondenza. Aveva un cuore grande e buono che istintivamente si faceva carico dei bisogni materiali e spirituali di chi si rivolgeva a lui".
Ha messo in pratica il capitolo 25 del Vangelo di Matteo ("Avevo fame, mi avete dato da mangiare..."). Tremolada ha ricordato anche un aneddoto che sottolinea "l'amore per i poveri": "Una volta mi disse: 'Mi piacerebbe essere ricordato come un Vescovo amico dei poveri'. In segreto il vescovo Bruno ha aiutato molti bisognosi.Teneva per sé il minimo indispensabile. Sentiva l’esigenza di offrire speranza a chi rischiava di perderla e di dare dignità a chi rischiava di non vederla riconosciuta".
