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Brescia
di ANTONIO VICECONTE 07 feb 2025 08:38

Irc e il dialogo interculturale

La scuola è il luogo della formazione, della scoperta dei significati della vita attraverso l’uso dell’intelligenza; è il luogo della scoperta di nuovi ed impensabili campi di esperienza. In un contesto scolastico di pluralismo culturale e religioso, l’insegnamento della religione cattolica, pienamente consapevole del proprio potenziale interculturale, può fare la differenza e può contribuire, a pieno titolo, alla formazione di persone capaci di dialogo e di rispetto delle differenze, di comportamenti di reciproca comprensione. Sono un insegnante di Religione Cattolica della Diocesi di Brescia da più di 20 anni e, più passa il tempo, più mi convinco che la scuola ha il dovere di formare persone responsabili e umanamente giuste, aprendo il cuore e la mente alla realtà. Perciò, qualche anno fa, nella scuola dove presto tuttora servizio, ho avuto l’idea di promuovere una giornata interreligiosa e interculturale dal titolo “In cammino… alla scoperta dei luoghi sacri e culturali della città”, giunta oramai alla nona edizione e diventata una buona pratica anche per altre scuole di ogni ordine e grado della città di Brescia e della provincia.

L’idea, in linea con quanto auspicato dalla dichiarazione conciliare Nostra Aetate, è nata per far avvicinare i ragazzi alla dimensione religiosa dell’altro, e anche propria, perché l’ignoranza è alla base di ogni forma di intolleranza. Visitando alcuni luoghi di culto presenti nella nostra città, e rappresentativi del cristianesimo cattolico, ortodosso e protestante, dell’islam, del sikhismo, del buddhismo e dell’induismo, è stato possibile incontrare, ascoltare ed entrare in dialogo con persone di diverse tradizioni, per confrontarsi su varie tematiche di etica e di fede.

Il nostro impegno, da educatori, è trasmettere il valore del rispetto dell’altro, interpretando i segni dei tempi nel solco della ricca tradizione cattolica bresciana e delle istituzioni, per avanzare insieme verso un futuro migliore. E per dare concretezza a ciò, servono l’incontro, la conoscenza e la condivisione fra persone che vogliono stare insieme, pur mantenendo le proprie diversità. Conoscere meglio i nostri studenti, le religioni in cui credono e le loro culture d’origine serve a costruire una vera comunità, nella quale tutti quelli che ne fanno parte danno il proprio contributo. Oggi nella scuola si parla tanto di educazione alla cittadinanza, ma se davvero la si vuole vivere, serve il contatto con le persone, la teoria non basta. Questo è il modello da seguire per una società multiculturale e quindi multireligiosa, in cui regnano armonia, pace e fratellanza. Essere insegnante di Religione Cattolica significa, inevitabilmente, promuovere queste buone pratiche, dopo averle adeguatamente affrontate in classe, affinché, in conformità con i dettami dell’Intesa Miur-Cei del 2012, questo insegnamento possa essere fondamentale e costruttivo per la convivenza civile, oltre che un validissimo aiuto per le relazioni e i rapporti tra persone di culture e religioni differenti.

Ritengo che l’ora di Religione Cattolica può creare le condizioni per aiutare la scuola a diventare uno spazio di umanesimo dell’alterità, uno spazio dove non ci si limiti solo a fare multiculturalismo, cioè a rilevare semplicemente la presenza di differenze, ma dove le differenze entrano in interazione tra loro per un reciproco arricchimento. Questo è favorire il dialogo interculturale e interreligioso nella scuola.

ANTONIO VICECONTE 07 feb 2025 08:38