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Edolo
di GIULIANO CHIAPPARINI 21 set 2016 08:18

La prima Messa in Valle del vescovo Busca

Mons. Busca ha sottolineato i profondi legami che lo hanno sempre, pur spesso lontano, mantenuto legato alla propria terra, dove ancora vivono i genitori e numerosi parenti e amici

Con affetto e un grande abbraccio di folla Edolo ha salutato il vescovo mons. Marco Busca a pochi giorni dall’ingresso nella diocesi di Mantova. Dopo l’ordinazione episcopale, non potevano mancare nel suo paese natale una serie di festeggiamenti per don Marco, così, infatti, si è raccomandato di chiamarlo ancora almeno fra le montagne camune. L’arciprete don Giacomo Zani e il sindaco Luca Masneri hanno interpretato i sentimenti di orgoglio e di omaggio che la popolazione ha espresso spontaneamente fin da subito, quel 3 giugno, quando arrivò l’annuncio ufficiale della nomina a vescovo. Non a caso Piazza Martiri prima e la Pieve poi apparivano gremite nel pomeriggio di domenica scorsa, prima per l’accoglienza da parte delle autorità civili e militari, poi per la concelebrazione assieme, fra gli altri, ai sacerdoti originari di Edolo e a quelli che vi hanno operato negli anni scorsi. Anche le associazioni hanno voluto sfilare nel corteo che, nonostante una leggera pioggia, è confluito nella parrocchiale, attraversando vie addobbate a festa e con i balconi fioriti. In Municipio è stata scoperta una targa per ricordare l’evento, a cui per altro Edolo non è nuova: era edolese, infatti, anche il compianto vescovo ausiliare, mons. Pietro Gazzoli. Così in un ideale passaggio delle consegne nell’occasione mons. Busca ha utilizzato il pastorale che fu di mons. Gazzoli e che dalla sua morte è deposto sulla tomba nella Pieve.

Nel suo breve intervento in piazza ha avuto parole di riconoscenza per tutti, sottolineando i profondi legami che lo hanno sempre, pur spesso lontano, mantenuto legato alla propria terra, dove ancora vivono i genitori e numerosi parenti  e amici. Nell’omelia ha, invece, voluto tratteggiare, quasi fosse il modo migliore per ricambiare immediatamente l’affetto ricevuto, lo stile con il quale il cristiano può dare senso alla vita, donando quello che è e che ha, per poterlo aver salvo per l’eternità. Parole capaci di confermare nella fede, come si addice d’altronde ad un vescovo. Un’artistica e preziosa croce pettorale, creata appositamente, è stato il dono della comunità cristiana edolese. Il giorno successivo, lunedì, l’incontro con gli anziani della locale casa di riposo e la Messa nell’antica chiesa di S. Giovanni.

GIULIANO CHIAPPARINI 21 set 2016 08:18