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Carpenedolo
di LUIGI ZAMELI 25 set 2022 08:11

La professione perpetua di suor Maria Chiara

Sabato 17 settembre suor Maria Chiara Ferrari, una giovane cresciuta nell’oratorio di Carpenedolo, ha fatto la Professione Perpetua presso il Santuario del Sacro Tugurio (Assisi)

Sabato 17 settembre suor Maria Chiara Ferrari, una giovane cresciuta nell’oratorio di Carpenedolo, ha fatto la Professione Perpetua presso il Santuario del Sacro Tugurio (Assisi). Così ha raccontato, nel 2017, la sua storia vocazionale in una testimonianza per la Diocesi di Padova. “Il mio primo incontro con Dio è stato a 19 anni, durante una missione popolare, nella gioia profondissima sperimentata nelle relazioni. Lì ho capito che Dio era da sempre presente nella mia vita, mi amava e aveva messo attorno a me un sacco di persone che mi avevano aiutata a crescere serena e spensierata, in primis la mia famiglia. L’amore che tutto d’un tratto riconoscevo nella mia vita era immenso… la sfida che sentivo era quella di non trattenerlo, ma restituirlo! Sentivo l’invito di Dio ad andare, sì ma dove?”.

“Il nonno, che alle elementari mi aveva insegnato le tabelline, cominciava ad invecchiare, e ho sentito l’appello del Signore: ‘Vai, ora ha bisogno lui’. E così sono andata a dormire a casa del nonno, nella camera da letto accanto alla sua. All’università mi sono iscritta a medicina, sognavo di aiutare gli altri. Io avevo le mie belle idee su come fare, ma il Signore non ci ha messo molto a farmi capire che aveva da insegnarmi Lui parecchie cose!”. Il giorno prima di iniziare il tirocinio partecipò alla professione perpetua di una suora. “Il carisma di quella famiglia religiosa ha decisamente influenzato la mia esperienza: ‘Riconoscere le ferite di Cristo in quelle dell’umanità povera e sofferente’. E così mi ritrovai in chirurgia, il giorno seguente, a riconoscere nelle ferite dei pazienti le stesse di Cristo. Dio aveva cominciato a plasmare i miei gesti di assistenza Vista l’esperienza forte, sono andata a trovare le suore a Roma per dei giorni di servizio in alcune mense per i poveri. L’incontro con storie tristi e occhi delusi mi aveva distrutta: come poteva Dio permettere tanta sofferenza? Mi sono fermata in cappella, guardando il crocifisso, piano piano il Signore mi ha fatto capire che salendo sulla croce Lui si è fatto vicino ad ogni sofferenza. E io, non potevo stare ferma di fronte al dolore, far finta di non vedere… ”.

Ha inizio così un cammino di discernimento. “Sono tornata a trovare le suore alcuni weekend per un percorso di crescita umana e spirituale. La sera del giovedì Santo, in compagnia di Gesù, modello d’amore, si è fatta chiara la strada da percorrere! La formazione dell’università non mi bastava: ‘Vai, parti per un anno di centro giovanile, condividi con le suore preghiera, vita concreta e servizio ai poveri, lì ti insegnerò ad amare. Era sempre più chiaro che la strada che il Signore mi proponeva era quella della consacrazione. E così eccomi, suora francescana dei poveri, che va, seguendo l’invito del Signore, a sanare le sue piaghe nell’umanità povera e sofferente, non da medico come pensavo un tempo ma da sorella, compagna di cammino”.

LUIGI ZAMELI 25 set 2022 08:11