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Brescia
18 gen 2021 10:39

Pregando per l'unità dei cristiani

“Rimanete nel mio amore: produrrete molto frutto”. Dal 18 al 25 gennaio si celebra la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Il tema scelto, tratto dal Vangelo di Giovanni, esprime la vocazione alla preghiera, alla riconciliazione e all’unità della Chiesa e del genere umano che caratterizza la Comunità di Grandchamp (ha partecipato alla stesura dei testi di riflessione). È un appuntamento che sollecita le Chiese invitandole a prendere consapevolezza della necessità del pregare e lavorare assieme affinché possa presto essere visibile quella unità dei cristiani che, divisi, recano una contro testimonianza a Cristo, guida della Chiesa, il quale prima di consegnare sé stesso per la vita del mondo ha chiesto al Padre “che siano uno, perché il mondo creda (Gv. 17,21)”.

Alla vigilia della Settimana di preghiera, venerdì 15 gennaio, su "Sperare nel tempo favorevole e sfavorevole”, sono intervenuti in diretta sul nostro sito frère Alois, priore della comunità di Taizè, don Claudio Zanardini (vice direttore dell’Ufficio per l’Ecumenismo) e Giuliano Rizzardi del Movimento dei Focolari.

Quest'anno molte iniziative bresciane sono state annullate a causa dell'istituzione della zona rossa.

Il 24 gennaio alle 19 nella chiesa di Santa Maria della Pace, il Pastore della Chiesa Valdese-Metodista Dino Magrì parlerà dopo i riti di comunione durante la celebrazione eucaristica presieduta dal Vicario Generale.

La Chiesa Valdese ha accolto proprio nelle scorse settimane il nuovo pastore, Dino Magrì. La Settimana di preghiera serve a riscoprire un percorso unitario, partendo proprio dalla conoscenza reciproca. “Il percorso compiuto in ambito ecumenico è lungo, ma c’è – spiega Magrì – ancora molta strada da fare. Ci sono molti angoli che vanno smussati. Sul tavolo dobbiamo mettere anche delle tematiche scomode che aiutano a conoscerci meglio e a eliminare i pregiudizi. Se ci conosciamo, possiamo camminare insieme più facilmente”. Magrì proviene dalla città di Napoli dove sono presenti diverse confessioni religiose. “Lì abbiamo intrapreso un cammino unitario, in particolare su alcune tematiche, penso all’immigrazione e ai percorsi sulla legalità”. La realtà bresciana della Chiesa Valdese è composita con una componente importante (60/70%) di immigrati provenienti dal continente africano, soprattutto dal Ghana. “Sono inseriti e partecipano in modo attivo al culto. C’è un tentativo di reciproco aiuto e sostegno”. La pandemia ci ha riportato all’essenzialità con un’attenzione a chi è in difficoltà. “Abbiamo stanziato una quota dell’OttoxMille per fronteggiare la crisi economica che ha colpito le famiglie”. Per mantenere il contatto con i fedeli, “abbiamo sperimentato delle nuove forme di essere Chiesa, scoprendo l’importanza anche dei social. La possibilità di vederci e di condividere a distanza la cena del Signore ci ha dato speranza”.


18 gen 2021 10:39