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Brescia
di ROMANO GUATTA CALDINI 09 giu 2017 07:00 Ultimo aggiornamento 08 giu 2017 07:00

Sacerdote e filosofo per don Bosco

Originario di Milano, il suo cammino vocazionale è iniziato dopo le esperienze maturate con il gruppo “Amici del Sidamo”. Il salesiano don Marcello Frigerio verrà ordinato da mons. Angelo Moreschi a Brescia il 17 giugno alle 15.30 nella parrocchia di San Giovanni Bosco

Nato a Milano nel 1984, secondo di due figli, don Marcello Frigerio è stato educato alla fede anzitutto in famiglia e poi in parrocchia. Ha conosciuto don Bosco a scuola, frequentando le medie e le superiori presso l’Istituto salesiano S. Ambrogio, sempre a Milano: “I salesiani riuscivano a coinvolgermi nelle attività e nei ritiri, e in particolare affidandomi delle responsabilità che mi rendevano protagonista. Ricordo che mi colpirono sia la storia di don Bosco, in particolare la sua capacità di attirare al bene i più monelli, sia la figura di San Domenico Savio, santo a 14 anni”. Gli insegnamenti di don Bosco e le esperienze fatte nel corso della sua maturazione vocazionale porteranno il giovane salesiano a compiere un passo importante: il prossimo 17 giugno, alle 15.30, nella parrocchia San Giovanni Bosco di Brescia, don Marcello Frigerio sarà ordinato sacerdote: il Vescovo ordinante sarà mons. Angelo Moreschi.

Gruppo missionario. Durante la scuola superiore don Marcello ha iniziato a partecipare al gruppo missionario salesiano Amici del Sidamo, “con il sogno di andare in Etiopia a conoscere di persona i ‘poveri’. Il sogno si è avverato durante l’estate tra la quarta e la quinta superiore”. Due esperienze colpirono il giovane don Marcello, avvicinandolo verso l’ascolto di una chiamata a cui non avrebbe potuto non prestare attenzione: “Posso dire che l’esperienza caritativa in Africa, e soprattutto in Italia, è stata l’occasione che per prima mi ha fatto balenare la possibilità di una chiamata di Dio a donare totalmente la vita”. Eppure, i contorni del disegno che il Signore aveva delineato per lui non erano ancora del tutto definiti nella sua mente. Concluso il percorso di studi superiori, infatti, don Marcello “ha vissuto alcuni anni di ‘ricerca’ un po’ disorientata: la ‘ricerca della verità’ studiando Filosofia all’università, e la ‘ricerca della bellezza’, impegnandomi quasi a tempo pieno in un gruppo teatrale. Vedendo che da solo non trovavo ciò che cercavo, tramite il ritorno al gruppo degli ‘Amici del Sidamo’ e consegnando le mie domande a un amico prete salesiano, ho iniziato a prendere sul serio l’idea che potesse esistere un disegno di Dio su di me”. Don Marcello è entrato nel noviziato salesiano a Pinerolo nel 2008 e nel 2009 ha emesso la prima professione religiosa. Successivamente ha vissuto tre anni di formazione presso lo Studentato salesiano di Nave. “Poiché avevo già la laurea in Filosofia, ho iniziato subito a studiare Teologia presso il Seminario diocesano di Brescia, inoltre sono stato quasi subito ‘impiegato’ per insegnare filosofia ai miei confratelli”. Gli anni fra il 2012 e il 2014 don Marcello li ha passati all’Istituto Don Bosco di Brescia dove, mentre continuava gli studi di Teologia, era impegnato nel servizio pastorale con i ragazzi della scuola e dell’oratorio. Uno dei ricordi più belli di quel periodo è legato all’incontro quotidiano con gli studenti, il vedere albergare nei loro volti l’allegria e, come è ovvio che accada, anche la tristezza.

Ma la sua “presenza quotidiana accanto al portone d’ingresso”, sicuramente, ha rincuorato l’animo afflitto di qualche studente, strappandogli un sorriso. L’altro ricordo rimasto impresso nella mente di don Marcello è “la dimensione comunitaria della vita in oratorio”. Dopo un anno a Roma per avviare un dottorato in Filosofia, don Marcello è tornato a Nave per insegnare, per contribuire alla vita di questa “casa di formazione”: ad esempio nella preparazione dell’annuale recital dei giovani salesiani. Proprio a Nave, il 24 maggio scorso, don Marcello è stato ordinato diacono. Cosa significa per un giovane la scelta di un “per sempre”, in un tempo in cui, pur senza generalizzare, i ragazzi sembrano evitare impegni e responsabilità gravose? “Vuol dire affrontare con serietà la vita: se una cosa è vera, e non è un gioco, non può che essere per sempre. Se così non fosse vuole dire che manca qualcosa, che non è vera fino in fondo”. Per don Marcello questo è possibile solo fidandosi di qualcun altro, “fidandomi di Dio, del fatto che mi sosterrà lui, fidandomi dei confratelli e dei giovani”. Entro questa estate don Marcello dovrebbe terminare il Dottorato. Filosofo e sacerdote salesiano: come coniugherà i due aspetti? “È un po’ una finezza della Provvidenza. Scegliendo la vita salesiana misi da parte un po’ la filosofia, ma fin da subito l’ho ritrovata valorizzata e moltiplicata. Come coniugare i due aspetti? In tal senso, il mio modello è papa Benedetto XVI che aveva come motto ‘Cooperatori della verità’. Il servizio alla Verità e l’aiuto che questa mi fornisce è una parte importante anche della missione”. Il Papa emerito si è soffermato di sovente sul senso della “bellezza”, un tema che don Marcello, fedele alla tradizione di don Bosco, ha approfondito attraverso il teatro, nella convinzione che “c’è una bellezza che può diventare egoismo, che può attirare lo sguardo degli altri su di sé, ma può anche diventare esperienza di dono e comunione”.

ROMANO GUATTA CALDINI 09 giu 2017 07:00 Ultimo aggiornamento 08 giu 2017 07:00