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Brescia
di + PIERANTONIO TREMOLADA 31 dic 2023 11:35

Tremolada: Anche l'umanità è una famiglia

Rileggi il testo dell'omelia pronunciata in Cattedrale domenica 31 dicembre, festa della Sacra Famiglia, dal vescovo Tremolada

Nella domenica fra l’ottava di Natale, la liturgia ci invita a celebrare la festa della Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe. Mentre ancora splende la luce del “Dio con noi”, la nostra mente è per un momento sottratta alla contemplazione della grotta di Betlemme e indirizzata verso la casa di Nazareth. La serenità, la dolcezza, l’umiltà, la nobiltà, la gioia che si respirano in questa casa sono il primo frutto del mistero dell’Incarnazione. I testi delle Sacre Scritture sono molto sobri nel descrivere l’esperienza familiare dell’infanzia di Cristo, ma ne lasciano intuire tutta la ricchezza. Il Vangelo secondo Luca è l’unico a ricordarci che il bambino stava amorevolmente sottomesso a Maria e Giuseppe, che “cresceva e si fortificava pieno di sapienza, e che la grazia di Dio era con lui”. Questa casa, dunque, era piena della grazia di Dio, della sua bellezza e della sua amorevolezza. Tutto portava il sigillo della gloria che in Gesù aveva visitato il mondo.

Abbiamo ascoltato come prima lettura di questa celebrazione una pagina suggestiva del Libro della Genesi, a partire dalla quale è possibile apprezzare ancor di più la singolare esperienza della santa famiglia di Nazareth. Vi si descrive la vicenda di Abramo e di Sara, i nostri antenati nella fede. Essi vivono nell’attesa di vedere adempiuta la promessa di un figlio, che sarà benedizione per loro e per molti. La promessa tarda a realizzarsi e così giunge per loro inesorabilmente il tempo della vecchiaia. Il Signore Dio, tuttavia, ribadisce il suo impegno. Essi però faticano a credere ed entrambi rispondono a quest’ultima sua parola – come ci racconta il testo – con un mesto sorriso. E invece il figlio giunge e il Signore stesso ne indica il nome: dovrà chiamarsi Isacco, che significa “Dio sorride”. Al sorriso rassegnato di Abramo e Sara subentra dunque il felice sorriso di Dio, che dà compimento a quanto promesso.

La santa famiglia di Nazareth è l’esempio più alto delle famiglie visitate dal sorriso di Dio. Su di essa risplende una luce che viene dall’alto. Ma questo sorriso è per tutte le famiglie della terra, profondamente segnate dalla loro storia, da gioie e fatiche, da delusioni e speranze. Gli affetti più preziosi e i valori più veri che nelle famiglie vengono custoditi trovano in Dio la loro sorgente. Egli infatti desidera che nessuno sia solo o abbandonato, affida a ciascuno la responsabilità dell’altro, ricorda a tutti che la fragilità e la debolezza domandano una cura costante, sostiene gli sforzi di chi si impegna nell’educazione dei piccoli, si compiace della generosa dedizione e del sacrificio, accende nel cuore sentimenti di profonda gratitudine. Tutto ciò avviene nelle famiglie, chiamate ad essere vere scuole di vita.

Anche l’umanità è in verità una famiglia. Agli occhi di Dio essa è una immensa comunità di fratelli e sorelle, chiamata a vivere l’ideale della concordia. Il sorriso di Dio è rivolto anche ad essa, accompagnato da un sentimento di profondo affetto: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama” – cantano gli angeli nella notte di Betlemme. Ciò che è proprio di ogni famiglia dovrebbe diventare patrimonio dell’intera umanità: comprensione, aiuto vicendevole, rispetto e stima, dialogo, pazienza, perdono. La pace delle famiglie e quella delle nazioni non sono diverse. La pace è una sola e costituisce la grande meta a cui dobbiamo tendere. Dono di Dio e insieme impegno di tutti, è il bene che non ci stancheremo mai di desiderare. In questo momento della storia, in cui ancora si contano dolorosamente le vittime della guerra, il desiderio si fa vivo più che mai. Sia dunque pace alle famiglie di tutte le nazioni e sia pace alla grande famiglia umana, cui il Signore Dio non cesserà mai di volgere il suo sguardo di misericordia.

+ PIERANTONIO TREMOLADA 31 dic 2023 11:35