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Brescia
di ELENA FESTA 30 lug 2021 09:27

Una chiesa per Paolo VI

Don Raffaele Donneschi, classe 1952, è stato ordinato sacerdote a Brescia nel 1976 e nel 2018 è partito come fidei donum per il Brasile. Qui collabora con mons. Piero Conti (72 anni), a cui è stata affidata la diocesi di Macapà (capitale dello stato di Amapà) nel 2004. Insieme hanno formulato un progetto: dare vita alla parrocchia “San Paolo VI” per coprire buona parte della zona nord della diocesi, fino a ora abbastanza marginalizzata.

Don Raffaele, come è nata l’idea della nuova parrocchia?

La regione nord di Macapà, al confine con la Guaiana francese, negli ultimi anni si sta espandendo molto. In modo particolare ciò sta accadendo nella zona di Macapaba, nella microregione dello Oiapoque, caratterizzata da grandi casermoni che riescono ad ospitare fino a 15mila persone e che sono posti ai lati di una grande strada a quattro corsie. Gli abitanti possono muoversi da una parte all’altra grazie a delle passerelle, distanti tra loro due chilometri. Il problema è che le due parrocchie che coprono la zona e che sono effettivamente attive sono entrambe nella parte destra; nella parte sinistra qualcosa c’è, ma non funziona come dovrebbe. Di conseguenza tanti fedeli sono tagliati fuori dalla vita della chiesa locale. Provvidenza vuole che un paio di mesi fa un signore abbia chiamato don Pietro, dicendogli di essere il proprietario di una chiesa (perfettamente arredata e in grado di contenere fino a 250 persone), di un cortile grandissimo e di una casa, che intende mettere in vendita.

Uno spazio molto ampio, quindi. Il progetto è di costruire qui la parrocchia?

Esatto, questa sarebbe la parrocchia che vogliamo dedicare a San Paolo VI. Il proprietario dello stabile ci ha dato un prezzo iniziale di 200mila euro, che poi è sceso a 100mila: un’occasione più unica che rara. È per quello che sono tornato in Italia e sto diffondendo il progetto: lo scopo è sensibilizzare Brescia non solo dal punto di vista economico, ma anche e soprattutto su quello pastorale. Infatti, sarebbe bello che Brescia mandasse un prete diocesano in questa parrocchia. Ma il piano è ancora più grande: ho parlato anche con la diocesi di Milano, perché abbiamo pensato a una novità: affidare la gestione della nuova parrocchia a sia a un prete milanese che a uno bresciano.

Il problema, dunque, non è tanto economico: abbiamo già trovato quasi la metà del denaro necessario e intanto possiamo bloccare la vendita. La vera scommessa sarà trovare i sacerdoti che si prendano cura della parrocchia.

Ci descriva brevemente la struttura dello spazio...

La parrocchia San Paolo VI sarebbe composta da quattro chiese: le tre già esistenti sul lato sinistro della grande strada e quella che andremmo a creare, così da avere una chiesa in ciascuno dei quattro quartieri della parte sinistra, che, come già detto, è in continua espansione. La costruzione della parrocchia è importante anche per contrastare la tendenza al “devozionismo” che in Brasile si sta sviluppando a scapito delle azioni concrete, del vivere la parte sociale del cristianesimo, e sicuramente la pandemia in questo non ha aiutato. Va bene recitare mille Ave Maria a settimana come fanno alcuni gruppi di fedeli e vedere la messa in televisione, ma questo a cosa serve se poi non si aiuta concretamente il prossimo?

Quali sono i prossimi passi per la nascita della nuova parrocchia?

Don Lino Zani, che ora è a Masagau, si è offerto di gestire la parrocchia per un anno, per poi tornare a vivere il periodo della pensione in Italia, sperando che nel frattempo le diocesi lombarde trovino i due sacerdoti necessari.

ELENA FESTA 30 lug 2021 09:27