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Washington
di MASSIMO VENTURELLI 09 nov 2016 08:02

Gli Usa scelgono Donald Trump

Anche se manca ancora il dato definitivo, il candidato repubblicano sovvertendo ogni pronostico e sondaggio ha conquistato la Casa Bianca. Pesante sconfitta per Hillary Clinton e i democratici

Anche se manca ancora l'ufficialità dei numeri, gli Stati Uniti hanno il loro 45 presidente e, contro ogni previsione della vigilia, non è quella Hillary Clinton data per vincente sino aila chiusura delle urne. Donald Trump, discusso candidato repubblicano, è il successore alla Casa Bianca di Barack Obama. Ampio, stando ai dati ancora non del tutto ufficiali, il divario tra i due candidati, con una situazione completamente ribaltata rispetto alla vigilia. I grandi elettori di cui sulla carta avrebbe dovuto disporre la democratica Clinton sono andati, ma mano che procedeva lo spoglio nei diversi Stati dell'Unione, a Donald Trump.

E così il candidato che sembrava dovesse essere ripdudiato dallo stesso establishment repubblicano per il suo modo non propriamente ortodosso di interpretare lo spirito americano, accusato nel corso della lunga campagana elettorale di essere razzista, intollerante, evasore fiscale  e tanto altro ancora, alla fine l'ha spuntata riuscendo a convincere oltre ogni misura la maggioranza dell'elettorato a stelle e strisce.

A differenza dei presidenti che l'hanno preceduto alla Casa Bianca che a fronte dell'affermazione personale dovevano fare i conti con un congresso di colorazione politica opposta, Donald Trump ha tirato la volata all'affermazione dei repubblicani anche nella corsa della Camera e del Senato confederali.

In attesa della proclamazione ufficiale della vittoria di Trump, a cui al momento attuale manca solo una manciata di grandi elettori per superare la soglia di sicurezza dei 270 necessari per garantirsi la conquista della Casa Bianca, gli osservatori americani e internazionali cominciano a porsi alcune domande su come saranno gli Stati Uniti governati dal Tycoon newyorkese. Molti si domandando quale sarà il rapporto con un congresso in cui andranno a sedersi molti dei repubblicani che non hanno mancato di riservare critiche al loro candidato. Con grande attenzione si guarda anche alla politica estera che il nuovo presidente (a meno di improbabili recuperi dell'ultima ora di Hillary Clinton) metterà in campo. Nella lunga e spigolosa campagna elettorale Trump ha più volte lasciato intendere di pensare a un Paese a stelle e strisce più attento ai suoi problemi interni che non a quelli che assillano la comunità internazionale e che ha sempre guardato agli Usa come ad un interlocutore decisivo.

Domande e preoccupazioni a cui Trump avrà modo di dare una risposta nelle settimane che lo separano dal gennaio prossimo quando subentrerà ufficialmente a Barack Obama alla Casa Bianca. 

MASSIMO VENTURELLI 09 nov 2016 08:02