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Brescia
di M.VENTURELLI 07 apr 2016 00:00

Giorgio Fornoni: da Report ai battelli della gioia

Il giornalista bergamasco e reporter indipendente ospite di “Old cinema”, per raccontare del “grande testimone” francese Dominique Lapierre

L’arte del raccontare fa parte del suo dna. Giorgio Fornoni, ospite di Oldcinema Brescia (alle 17.30 del 7 aprile alla Laba di via Vender), è maestro nell’usare la telecamera per inchieste e reportage (è “uomo di punta” della squadra di Milena Gabanelli e di Report, ndr). Gli organizzatori di Oldcinema Brescia, la rassegna sulle sale perdute e il genius loci del cinema, l’hanno invitato perché una costante del suo “raccontare” è la presenza di sale cinematografiche dimenticate, distrutte o trasformate.

Sciarus. Si chiamava “Sciarus”, nella sua Val Seriana, ed era il piccolo cinema dell’infanzia, in cui Fornoni arrivava a piedi cantando, nella neve, per assistere alla proiezione di “West side story”.
E poi, ancora, nel suo racconto c’è spazio per il “Cinema Italia” in Etiopia, di cui, era il 1998, vide solo l’insegna, da fuori. Davanti al suo ingresso, però, c’erano centinaia di corpi di giovani mandati al fronte, massacrati e lasciati essiccare. Li ha filmati, “ma l’odore della morte, no. Quello non puoi raccontarlo in nessun modo”, ricorda.
Si resta rapiti nel sentirlo raccontare del teatro moscovita “Dubrovka” e della giornalista Anna Politkovskaja, di cui era amico. “Nel 2002 ero a Mosca – racconta Fornoni –.
Il 23 ottobre, quaranta terroristi ceceni entrarono e sequestrarono 850 spettatori per tre giorni: l’assedio, in cui Anna Politkovskaja cercò di fare da mediatrice, si concluse con un blitz della polizia e la morte di 39 terroristi e 130 ostaggi”.

Incontro. Ma c’è anche il cinema della “Mirage” di Clusone (“un gioiello, realizzata quasi completamente sottoterra per ridurre al minimo l’impatto ambientale, è stata abbattuta. Al suo posto c’è un supermercato”, racconta non senza rammarico). In quella sala vent’anni fa, ospita Dominique Lapierre, per raccontare a una platea di scuole il suo impegno in India. E proprio dell’autore de “La città della gioia” e di molti altri best seller, Fornoni racconta a Brescia, presentando a Oldcinema Brescia il suo documentario “Il fiume della gioia” , dedicato allo scrittore francese e all’opera sanitaria avviata sul Gange. Fornoni ha conosciuto Lapierre, in India nel 1997, chiamato dallo stesso scrittore per documentare il varo del primo battello sanitario realizzato con i proventi del romanzo “La città della gioia”, dedicato all’opera portata avanti negli slums di Calcutta da madre Teresa (presto santa) e dalle sue suore.

Ritorno. “Dopo il suo incontro con Madre Teresa – racconta Fornoni – Lapierre, insieme alla moglie, decise di tornare a Calcutta per donare quanto il romanzo aveva fruttato. La futura santa lo accolse salutandolo come uomo inviato da Dio”. Una frase, come lo stesso Lapierre ebbe modo di confermare più volte a Fornoni, che gli cambiò la vita, facendogli scoprire, dopo un’esistenza dedicata al reportage, la bellezza di una vita dedicata agli altri. Una dedizione che ha trovato “gambe salde” in una Fondazione, in grado ancora oggi, con Lapierre che sta vivendo gli anni della sofferenza e della malattia, di fare tanto bene in diverse parti del mondo.

Testimone. “Ho accettato volentieri l’invito di venire a Brescia per parlare di Lapierre e della sua opera – ricorda Fornoni – perché oggi più che mai c’è bisogno di ascoltare testimoni del nostro tempo. E lo scrittore francese è proprio uno di questi”. Nella sua storia professionale Fornoni, che in gioventù aveva avvertito la chiamata missionaria (“sedata” dal padre che aveva bisogno di due braccia in più), ha incontrato molti testimoni: da missionari silenziosi che hanno scelto di promuovere la persona umana negli angoli più remoti del mondo, ai grandi della terra (il sub-comandante Marcos, capo degli Zapatisti, e i Nobel per la pace Rigoberta Menchù e mons. Belo,Gabriel Garcia Marques, Salvador Allende, Fidel Castro, Gino Strada, Aung San Suu Kyi e tanti altri). Tra tutti questi ha scelto di parlare a Brescia di Lapierre, uomo capace, dopo averne raccontato i drammi, di piegarsi ad aiutare concretamente quell’umanità immortalata nei suoi romanzi.
M.VENTURELLI 07 apr 2016 00:00