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Brescia
09 lug 2025 09:49

Il ricordo del presente in mostra

Fino a martedì 15 luglio sarà possibile per l’intera cittadinanza visitare, a ingresso libero, la mostra "Il ricordo del presente. Dalla stele di Carlo Scarpa in Piazza della Loggia, tre percorsi nella memoria" promossa da FOABs, (Fondazione dell’Ordine degli Architetti di Brescia) su mandato dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Brescia e inaugurata lo scorso 28 maggio in occasione della chiusura delle celebrazioni del 50° anniversario della strage di Piazza Loggia, aprendo così il 51esimo anno di ricorrenza.

 L’allestimento, nel cuore di Brescia, nella Galleria monumentale di Palazzo Martinengo delle Palle, in via San Martino della Battaglia 18, si articola in un insieme di “stanze” aperte, entro cui il visitatore è invitato a “guardare” e “ricordare”, lungo un percorso che man mano svela una serie di capisaldi della memoria collettiva cittadina ripercorrendo nelle strade del presente un evento del nostro passato, che ancora pulsa e batte nel cuore e nella testa della nostra collettività.

La mostra, coordinata dall’Arch. Marco Garau, Vicepresidente dell’Ordine degli Architetti PPC di Brescia e Vicepresidente di FOABs, e curata dalla Dott.ssa Luisa Bondoni, curatrice del Museo Nazionale della Fotografia di Brescia, accoglie, nella prima stanza, 11 disegni autografi di Carlo Scarpa, architetto italiano tra i più importanti del XX secolo, una selezione del più ampio corpus di disegni che il maestro redasse, a partire dal 1974, per il progetto della Stele dedicata alle vittime della strage: dalle proposte progettuali che estendevano il campo di intervento all’intera Piazza della Loggia si giunge ai disegni di dettaglio dell’attuale monumento commemorativo, datati 1976, dando così memoria dell’iter creativo intrapreso per la sua realizzazione.

Le successive tre stanze ospitano 33 fotografie di tre grandi fotografi italiani: Silvia Camporesi, Marco Introini e Paolo Riolzi. Ognuno di loro - accogliendo con forte senso civile l’invito ad aderire al progetto di FOABs - partendo dalla Stele e da Piazza della Loggia, ha costruito un racconto personale in cui brani di città, percorsi, edifici, dettagli, si rivelano come luoghi carichi di storia, frammenti significanti, parti della nostra memoria collettiva.

“Ricordare e riflettere su eventi come questo – sottolinea Pietro Bianchi, Presidente FOABs - è essenziale per mantenere viva la memoria storica e promuovere una cultura civile. Gli architetti, nel loro ruolo di custodi del patrimonio urbano e culturale, hanno una responsabilità significativa nel contribuire alla crescita culturale della società. Attraverso il loro intervento, non solo contribuiscono alla riqualificazione degli spazi pubblici, ma anche a rafforzare il senso di identità e di memoria collettiva”.

“Abbiamo lavorato in maniera che i visitatori possano attraversare il tempo – sottolinea Marco Garau, coordinatore della mostra e Vice Presidente FOABs - percorrendo di nuovo lo spazio urbano, per dare un senso, una collocazione storica, a ciò che ogni giorno tutti guardiamo distrattamente.
I luoghi e le architetture, sono sempre portatori di significati: per vederli occorre sapersi fermare, osservandoli con attenzione e rispetto. L'idea di costruire percorsi entro gli spazi della memoria, a partire dal punto in cui, il 28 maggio 1974, esplose la bomba, si è fatta opera concreta grazie all'impegno civile dei tre artisti che hanno accettato il nostro invito, mossi dall'interesse per il tema, ma prima ancora dal senso di appartenenza alla ininterrotta vicenda della costruzione della nostra comune memoria collettiva.  A loro va il nostro grazie più sincero”.

“Poter collaborare con tre fotografi di fama internazionale – conclude Luisa Bondoni, curatrice della mostra e Direttrice del Museo Nazionale della Fotografia di Brescia - ha portato all’allestimento di una mostra unica, nata dalle suggestioni ricevute e dalle riflessioni degli autori su una tematica tanto fondamentale quanto complessa, quella della memoria. Soprattutto per tre artisti non bresciani, confrontarsi con le ferite e le storie di una città a cui non appartengono, ha rappresentato una sfida che ha portato ad una ricerca iniziata nella memoria collettiva e che si è conclusa nella loro personale interpretazione e visione del tema. Queste fotografie ci spingono a cercare i luoghi, a mapparli e a interrogarli, per metterci in ascolto con le voci di tutti coloro che hanno una storia di resistenza da raccontare, disegnando in questo modo una nuova topografia della nostra città”.

09 lug 2025 09:49

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