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Odolo
15 ott 2023 17:37

Cagnatico: concluso il restauro della chiesa

Restaurate le pale della chiesa di Santa Maria Bambina a Cagnatico

Il restauro dell’antica chiesa di Santa Maria Bambina di Cagnatico, piccola frazione di Odolo, dopo oltre due anni di lavoro, è stato definitivamente completato.

L’ultimo intervento, eseguito sia sull’ancona e sulla grande pala dell’altare maggiore che sul dipinto dell’altare di S. Antonio da Padova (“abbracciato” da una stupenda cornice di legno intagliato dorata in oro zecchino, anch’essa perfettamente restaurata), ha portato a buon fine l’importante opera, che ha restituito al suo originario splendore un autentico gioiello dell’arte sacra valsabbina (e non solo).

Un progetto ambizioso, che ha preso il via ancora prima dell’arrivo dell’emergenza sanitaria, voluto dall’allora parroco di Odolo, don Gualtiero Pasini, e che, dopo tutti gli intoppi portati dalla pandemia, ha raggiunto il traguardo con l’ultima iniziativa in ordine di tempo, promossa dall’attuale parroco, don Nicola Signorini.

Un restauro veramente complicato, che è stato affidato al qualificato staff del professor Leonardo Gatti, dopo l’approvazione dell’Ufficio Beni Culturali della curia bresciana ed è stato seguito da Angelo Loda e Camilla Rinaldi della Soprintendenza di Brescia.

“L’intervento – è la sintesi del professor Gatti – ha interessato sia l’esterno sia l’interno dell’edificio sacro. Quando abbiamo iniziato il nostro lavoro, l’antica chiesa si trovava in condizioni di cattiva conservazione. Riportare il tutto nelle condizioni originali si presentava come una sfida assai complessa e delicata. Abbiamo così deciso di fare ricorso alle tecniche più innovative e qualificate e il risultato finale è sotto gli occhi di tutti”.

Il lungo percorso, iniziato con l’intervento sull’esterno della chiesa che ha interessato in modo particolare gli elementi architettonici e il campanile, è proseguito sull’apparato decorativo interno, fino a giungere all’ultimo “passo” per completare l’opera, con l’ultimo ciclo di restauro.

Un lavoro che nel corso delle sue varie fasi ha riservato significative sorprese, raccontando due belle storie che hanno stupito gli appassionati di arte sacra: “Nel momento di intervenire sulle tinteggiature – spiega sempre Gatti – abbiamo fatto una prima scoperta davvero sorprendente. Sotto parte della tinteggiatura bianca che era stata sovrapposta nel tempo, abbiamo ritrovato tracce dell’antica decorazione originale, ricca e luminosa. Ritrovamenti che sono stati recuperati in buona parte sia sulle lesene sia nelle bellissime cornici che contornavano gli affreschi sui lati del presbiterio”.

Completato il lavoro all’esterno, con l’arrivo dell’estate è iniziato il restauro dell’ancona e della grande pala dell’altare maggiore, dedicata a S. Maria Bambina, e di quella dell’altare di S. Antonio da Padova, “abbracciata” da una stupenda cornice in legno, finemente intagliato e dorata in oro zecchino, sopra la quale, incastrata nella stessa, si trova collocata la stupenda statua del santo con due putti. “Durante la prima fase di lavoro che ha preso il via all’inizio dell’estate – prosegue il professor Leonardo Gatti - dopo lo smontaggio della grande pala dell’altare maggiore, abbiamo fatto una seconda scoperta del tutto inattesa. In effetti il dipinto era composto da due pezze di tela cucite tra loro orizzontalmente, quella in basso cinquecentesca e la parte alta settecentesca. Sul retro abbiamo trovato una grande scritta che ci confermava quanto appurato: “Refatta tutta da Antonio Moncini, dilettante senza istruzione, finita nel 1.791”. Pertanto, possiamo ipotizzare che al pittore dilettante (come lui stesso si è definito, ma che ha fatto comunque un lavoro dignitoso, unendo queste due tele nell’unica pala dedicata a S. Maria Bambina e ricavandone un unico dipinto) fu commissionato l’incarico di ricostruire la parte alta del dipinto, probabilmente assai deteriorato, per ricomporlo nell’insieme e ricollocarlo nella grande ancona lignea, sopra la quale spicca la statua del Padreterno, arrivata nel nostro laboratorio inspiegabilmente dipinta di bianco e recuperata con un paziente lavoro di pulitura per ritrovare le sue cromie originali. Molto interessante – conclude il restauratore bresciano - è anche l’altare di S. Antonio da Padova, dove ha ritrovato la sua collocazione una splendida cornice in legno intagliato in oro zecchino, sopra la quale è inserita la bellissima statua del santo”.

Il tutto per un lavoro di restauro importante, sia tecnicamente sia esteticamente, che ha restituito tutta la sua bellezza ad un piccolo, grande tesoro dell’arte sacra bresciana, purtroppo troppo poco conosciuto, valorizzando l’antica Chiesa di Santa Maria Bambina e riportandola all’antico splendore.

Un intervento lungo e complesso, che ha potuto prendere il via grazie al contributo della Fondazione Acciaierie Valsabbia, alla quale si sono uniti vari imprenditori e aziende locali, da una parte, e a quello della Fondazione della Comunità Bresciana, dall’altra. Subito dopo si sono susseguite numerose offerte, non solo da parte della comunità locale, ma anche di diversi benefattori, comprese diverse famiglie originarie di Odolo che si sono trasferite in altre località italiane e anche all’estero, ma che, a causa del grande affetto per la loro chiesetta storica, con grande generosità hanno reso possibile arrivare alla fine di questo lungo lavoro.

In questo senso, nell’intero percorso del restauro, si segnala anche il prezioso apporto dei volontari, guidati da Pierluigi Tononi, Luca Mora ed Augusto Carli, oltre che il contributo dello storico dell’arte Andrea Crescini, curatore con Angelo Loda, della recente mostra intitolata: “Immagini miracolose Madonne e Santi taumaturghi in Valle Sabbia”.

Il tutto, in estrema sintesi, per una vera e propria “squadra”, che con passione ed entusiasmo si è messa al servizio dell’amata chiesa cinquecentesca fino a quando non è stato possibile raggiungere lo splendido risultato finale che, come hanno ricordato con motivata soddisfazione sia il parroco don Nicola che il restauratore Gatti, adesso è sotto gli occhi di tutti.

Un restauro fatto ad arte per restituire un “gioiello” tanto caro ai fedeli di tutta la Valsabbia e agli amanti della storia sacra, magari poco conosciuto, ma senza dubbio meritevole di essere visitato e inserito nel ricco itinerario storico della valle.

15 ott 2023 17:37