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Villanuova
di VITTORIO BERTONI 20 apr 2021 10:05

Diamoci tutti una mano

Don Gualtiero Pasini è stato nominato amministratore parrocchiale delle parrocchie Sacro Cuore di Gesù a Villanuova sul Clisi e San Filastrio a Prandaglio. Qui si racconta

“Pace e bene e sempre tanta serenità”. È l’augurio che accompagna il saluto di don Gualtiero Pasini, da pochi giorni nominato dal vescovo Pierantonio Tremolada amministratore parrocchiale delle parrocchie Sacro Cuore di Gesù a Villanuova sul Clisi e San Filastrio a Prandaglio. Per don Gualtiero si tratta di un ‘ritorno a casa’ dopo 35 anni vissuti in diversi angoli della nostra provincia. Classe 1962 e originario proprio di Prandaglio, nel corso del suo ministero sacerdotale ha svolto i seguenti servizi pastorali: curato di Maderno (1986-1989) e di Salò (1989-1994), assistente diocesano dell’Azione Cattolica dei ragazzi (1994-2001), curato festivo di Folzano (1994-2001), parroco di San Benedetto in città (2001-2011) e di Odolo, Binzago e Gazzane dal 2011. A tutto ciò bisogna aggiungere quasi 30 anni di insegnamento, metà dei quali passati al liceo scientifico Calini in città. La nomina di don Gualtiero anticipa la futura costituzione di una più ampia unità pastorale che metterà insieme anche le parrocchie di Gavardo, Muscoline e Vallio. “È importante che noi sacerdoti collaboriamo, che ci scambiamo idee e condividiamo i programmi che si vogliono intraprendere. Ci vuole un fraterno aiuto come in una famiglia, in cui ognuno ha compiti diversi, ma poi il nucleo è uno solo. È questo il senso dell’unità pastorale che ognuno deve contribuire a costruire prima di venire annunciata”.

Don Gualtiero, con quale spirito ha accolto questa nuova nomina?

Il Signore mi ha premiato riportandomi alle mie radici. Sono molto sereno, so di avere limiti e fragilità, ma mi porto dietro anche una esperienza di 35 anni di sacerdozio. Anche in questo incarico insisterò e investirò molto sulle relazioni e sul lasciarmi accompagnare dalla preghiera, personale e comunitaria. Mi farò guidare dalla parola del Signore e dall’eucarestia domenicale che è il momento sacramentale più importante attorno al quale condividere le gioie e i dolori, le fatiche e le speranze mie e del popolo santo di Dio.

Che comunità incontrerà?

So che è una realtà molto vivace, con un notevole passato storico fatto soprattutto di bei momenti di animazione in oratorio e di una grande tradizione missionaria. Don Gianni Cristini, oggi quasi novantenne, è stato uno dei primi missionari fidei donum partito per l’Africa insieme a don Giovanni Arrigotti, scomparso di recente e a don Giovanni Belotti.

Un territorio che dal punto di vista urbanistico è più che raddoppiato verso Gavardo e verso Roè.

Villanuova ha investito molto sulla abitabilità, senza trascurare la vivibilità. La comunità parrocchiale è una bella realtà che vede una fruttuosa collaborazione e condivisione di progetti con l’amministrazione comunale. C’è una bella sala della comunità, molto frequentata. Potrò contare su un numeroso gruppo di volontari e di collaboratori, di catechisti e di ministri straordinari per la comunione.

Quale sarà il modus operandi?

Mi definisco come l’ultimo dei Mohicani. Sono solito guardare e ascoltare, prima naturalmente di dire la mia. Ai parrocchiani dico di lasciarmi fare il prete, che è già faticoso. Diamoci tutti una mano anche nella reciproca correzione e nel comune incitarsi. Quando qualcuno è stanco tiriamoci su tutti insieme. Conto molto sulla collaborazione e chiedo di avere pazienza. Datemi il tempo di capire la situazione che è già molto positiva, ci conosceremo in modo reciproco, imparando a vivere una bella esperienza di vita cristiana. Sono importanti la sincerità e la chiarezza nel rispetto e nella preghiera. Bisogna vivere bene, molto bene, in profondità, non formalmente l’eucarestia domenicale.

C’è un passo delle Scritture che accompagna il suo sacerdozio?

Mi guida il versetto 11 del cap XV del libro di Geremia: “In verità Signore ti ho servito come meglio potevo”. Mi ci ritrovo, con la mia buona volontà, le mie capacità e gli inevitabili limiti umani.

VITTORIO BERTONI 20 apr 2021 10:05