lock forward back pause icon-master-sprites-04 volume grid-view list-view fb whatsapp tw gplus yt left right up down cloud sun
Botticino Mattina
di REDAZIONE 23 dic 2021 08:23

Botticino Mattina: il dono del quadro di Paolo VI

Cento anni dalla nascita e sessanta dalla morte: la parrocchia dei Santi Faustino e Giovita di Botticino Mattina celebra con riconoscenza la memoria di don Giovanni Vespa, nato il 27 dicembre 1961 e scomparso il 27 dicembre 2021), zelante curato dal 1948 al 1961. Per l'occasione, il quadro di Papa Paolo Vi, dipinto dal botticinese Cesare Casali e da lui donato alla parrocchia, sarà benedetto e poi collocato nella chiesa parrochiale. L'opera vuole essere un omaggio di riconoscenza per l'amicizia che legava don Giovanni vespa a mons. Giovanni Battista Montini.

Sono le parole di don Sandro Gorni a celebrare il ricordo di don Giovanni Vespa. “Alla sua morte avevo 17 anni. Il mio è un ritratto certamente non completo, ma ben ancorato nella memoria di ragazzo e di adolescente dell’Oratorio – confessa –. Mi sovviene la sua figura alta, magra, ieratica. Lo rivedo in preghiera, in meditazione e nella celebrazione mattutina domenicale della S.Messa, in latino. Non c’erano ancora i microfoni: don Vespa, allora, saliva in piedi sul primo banco, davanti ai ragazzi, per la predica. Spesso si infervorava, alzando la voce, commentando il Vangelo e terminava le sue parole, commosso, con le lacrime agli occhi. Curava bene il catechismo domenicale per i ragazzi e serale per la gioventù e amava grandemente l’Azione Cattolica, in particolare i suoi Fanciulli Cattolici, capeggiati da Maria Squassina. Il sabato pomeriggio c’erano le Confessioni in chiesa: prima vi era l’esame di coscienza comunitario, poi la Confessione individuale. Don Vespa era molto serio, esigente e scrupoloso”.

Don Vespa viene ricordato da don Sandro Gorni anche per il suo devoto servizio, per l’essere sempre pronto ad aiutare il prossimo. “Amava Cristo, la Chiesa, i “suoi” di Botticino Mattina, per i quali ha donato la sua vita – continua –. Sopra la tonaca portava il grembiule, durante i lavori in Oratorio o in cucina e pure nei campeggi estivi per pulire le pentole, in aiuto alla “zia” Rosina, e per fare le pulizie degli ambienti. È stato il prete del grembiule, pronto sempre a servire i ragazzi, i giovani, i lavoratori, i medolèr e i contadini. Molti ricordano ancora la sua presenza alle cave nei casi di incidenti sul lavoro, con morti e feriti. Era Lui il Buon Samaritano, che si curava dei suoi cavatori, anche partecipando ai memorabili scioperi indetti dai sindacati in loro difesa.

L’azione di don Vespa era concreta, infatti “per i lavoratori ha fortemente voluto e realizzato il fabbricato delle Acli, con annesso il necessario Patronato – afferma ancora –. Per la gioventù, ha sognato un campo sportivo degno di questo nome. Pochi conoscono l’amore di don Vespa per Papa Pio XII e pure la sua amicizia con il bresciano Mons. Giovanni Battista Montini, il futuro Papa Paolo VI. Durante i lavori per il campo sportivo e per il teatro, arrivò infatti da Roma un forte contributo economico a beneficio dell’Oratorio, come segno di amicizia e di solidarietà, risposta concreta alla richiesta formulata per lettera dal Curato, spedita all’amico Mons. Montini presso la Santa Sede a Roma. In riconoscenza don Vespa intitolò l’Oratorio a S.Govanni Battista. Don Vespa seguiva anche il ciclismo e quanto poteva servire per la promozione umana e cristiana dei “suoi”. Il sogno era diventato presto realtà, con la disponibilità del parroco don Giuseppe Parisio e la collaborazione di molti parrocchiani entusiasti. I giochi di S.Luigi, animati dai giovani, erano un momento di festa e di gioia. Il Curato ci metteva del suo per far divertire i ragazzi in Oratorio anche durante le gite: la sua mitica “Topolino”, stracarica di giovani, scorrazzava spesso per le vie del paese, con qualche preoccupazione per le mamme, ma tanta soddisfazione e allegria per il Curato, spericolato al volante. Dopo una lunga carriera, la Topolino venne messa a riposo, soppiantata dalla Fiat Seicento, nuova e fiammante, donata dalla popolazione in riconoscenza al Curato. Nel frattempo, anche il teatro risultava inadatto e allora si era provveduto al restauro completo, aggiungendo la galleria, perchè diventasse più capiente come sala cinematografica e per incrementare la possibilità di utilizzarla meglio per il teatro, le commedie, i concerti, gli spettacoli, le adunanze e le conferenze, ma anche per il presepio meccanico nelle feste natalizie. È stato un ottimo servizio, provvidenziale e prezioso per la comunità e per l’Oratorio e viene ancora oggi utilizzato per la pastorale giovanile”.

Don Giovanni si prodigava anche ad organizzare gite e pellegrinaggi. “Si andava al Santuario di Valverde e, in pullman, a Castiglione delle Stiviere per onorare S.Luigi Gonzaga o a Caravaggio per venerare la Madonna – spiega – . Don Vespa era un grande devoto della Madonna Immacolata di Lourdes, alla quale aveva affidato la sua vita e l’aveva offerta generosamente per il popolo di Bottticino Mattina. Memorabile era stato il pellegrinaggio coi giovani di Azione Cattolica, convocati a Roma dal Papa Pio XII”.

La carità, i poveri, i bisognosi hanno sempre trovato solidarietà e disponibili in don Vespa. “Tra le iniziative, mi piace ricordare l’impegno per gli abitanti di Polesine, durante la disastrosa alluvione – continua –. Quando la frana a Levrange distrusse il paese valsabbino, tanti aiuti concreti vennero raccolti in paese e poi portati alla popolazione di Levrange. La carità non è mai mancata nemmeno per i vicini di Botticino Mattina, arrivando pure agli anziani e agli ammalati nelle case e negli ospedali”.

Don Sandro Gorini ricorda anche, con tristezza, il momento della malattia. “Negli ultimi mesi del 1961, si era sparsa la voce in paese della malattia di cui soffriva don Vespa, ricoverato all’Ospedale civile di Brescia, una malattia allora incurabile, mentre oggi si può guarire facilmente. Noi adolescenti pensavamo che non fosse così grave, fino a quando non abbiamo sentito suonare a lungo le campane a morto: era il 27 dicembre 1961 e in un battibaleno la mesta notizia è arrivata nelle case e nel cuore di tutti. Il giorno dopo, tornato dal lavoro in città, mi sono recato in piazza, ammantata di neve, e ho pregato davanti alla bara di don Vespa, ospitata nella sala della Azione cattolica in canonica. Il 29 dicembre, tutto il popolo di Botticino Mattina ha partecipato al solenne funerale ed ha accompagnato il suo Curato fino al  cimitero Vantiniano di Brescia, dove è stato sepolto. Ci ricorda S. Paolo: ‘Ogni stella brilla del suo splendore’. Dopo cento anni dalla nascita e dopo sessant’anni dalla morte, la stella del Curato Don Giovanni Vespa brilla e illumina ancora la nostra parrocchia e sarà sempre custodita come un tesoro prezioso nel nostro cuore”.

REDAZIONE 23 dic 2021 08:23