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Roma
di MICHELA NICOLAIS 20 apr 2025 15:12

Sapienza: l'Anno Santo con Paolo VI

Mons. Leonardo Sapienza, reggente della Prefettura della Casa Pontificia, raccoglie in un volume il senso dell'Anno Santo "con Paolo VI". Discorsi, omelie, lettere e udienze che non perdono d'attualità, ma anzi accompagnano il cammino della Chiesa a fianco dell'uomo di oggi, da Paolo VI a Francesco.

Giubileo chiama Giubileo. Ne è convinto mons. Leonardo Sapienza, reggente della Prefettura della Casa Pontificia, che in occasione dell’anno giubilare indetto da Papa Francesco richiama alla memoria l’esperienza vissuta da Papa Paolo VI nel 1975, quando, nonostante dubbi e difficoltà, decise di mantenere viva la tradizione iniziata nel 1300. Il volume da lui curato, dal titolo “L’Anno Santo con Paolo VI” (Libreria Editrice Vaticana), è un’antologia di discorsi, omelie, lettere e udienze di Papa Montini che spaziano dalle esperienze personali di Paolo VI alle riflessioni teologiche e spirituali, partendo da una profonda convinzione: la rilevanza continua del Giubileo, come tempo di grazia per la Chiesa di ieri, di oggi e di sempre.

“Annunciare con autorità e con sicurezza la Parola del Signore”: questa, per Paolo VI, è in sintesi la missione della Chiesa, di cui ogni anno giubilare è il riflesso che si irradia nella comunità ecclesiale fino a raggiungere i confini del mondo.  “Dopo il Concilio Vaticano II, che aveva suscitato nuovo vigore nella Chiesa, Papa Montini voleva portare la Chiesa a rinascere, ricominciare, ripartire, suscitare lo slancio di un nuovo inizio, un ritorno all’origine”, scrive mons. Sapienza nell’introduzione al libro: “Indicando un programma: rinnovamento e riconciliazione”. Risveglio, confronto, riforma, le tre parole-chiave annotate in un appunto autografo del Pontefice. “È venuto il momento di misurare la nostra adesione a Cristo nel conflitto ch’essa subisce con l’adesione alle forme di pensiero e di azione, che prescindono dal suo Vangelo e dalla sua salvezza”, scrive Paolo VI spiegando i motivi dell’indizione dell’Anno Santo: “E’ maturo il momento d’un atto di coscienza totale sui valori supremi e sui valori subalterni: è tempo di scelta non solo pratica e remissiva, ma pensata altresì e impegnativa sul carattere generale, che vogliamo imprimere alla nostra esistenza: cristiano, o no? Che, alla fine vuol dire: veramente umano, o no?”.

E ancora: “La Chiesa attribuisce un’importanza non solo rituale a questa grande e prolungata celebrazione, ma reale, cioè veramente religiosa, veramente morale, veramente sociale”. Il programma “ad extra” è molto chiaro: “Per venire a confronto con questo mondo agitato ed ostile, l’uomo di Chiesa, il fedele, avrebbe bisogno almeno di idee chiare e sicure, cioè d’una razionalità naturale autentica ed operante, d’un pensiero filosofico, d’un senso comune capace di verità basilari e di funzionalità veramente logia e normale, di cui oggi egli non si sente più padrone, narcotizzato com’è da dubbi d’ogni genere, che solo gli studi scientifici da un lato e gli istintivi ragionamenti del buon senso, empirico e utilitario, dall’altro, valgono a calmare. Noi dovremmo auspicare che la forza della ragione fosse ristabilita nella sua integrità; è questo uno dei grandi e ricorrenti bisogni della cultura, veramente umanistica”. Per Papa Montini, in altre parole “bisogna rifare l’uomo dal di dentro”, attraverso un processo di conversione che è anzitutto “autorinascita”, perché – scriveva allora con parole che non perdono affatto di attualità – c’è nell’uomo di oggi “una profonda insoddisfazione, una sazietà unita a un’insufficienza, una infelicità esasperata dalle false ricette di felicità dalle quali è intossicato, uno stupore di non saper godere dei mille godimenti che la civiltà gli offre in abbondanza”. Per i cristiani, si tratta di “trovare uno stile di vita”:

“Siamo figli del nostro tempo, non vogliamo essere diversi dagli altri cittadini del mondo. Ma un’intenzione dovrà dominare la nostra esistenza, una sapienza la dovrà dirigere, un valore superiore la dovrà far risplendere di valori che adesso restano occulti, quasi oppressi. Dovremo rigenerare la nostra maniera di pensare e di vivere nel mondo in cui siamo. Dovremo ricostruirci una vera coscienza cristiana. Dovremo essere veramente rigenerati nel cuore: questo il programma dell’Anno Santo”.

Da Paolo VI a Francesco, il Giubileo continua.

MICHELA NICOLAIS 20 apr 2025 15:12