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Assisi
di REDAZIONE 18 nov 2025 07:22

I Vescovi da Assisi: la Chiesa è di tutti

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Il card. Zuppi, presidente della Cei, ha aperto l'Assemblea in corso nella cittadina umbra annunciando la preghiera corale di domani per la pace e il momento di preghiera nella Giornata dedicata alle vittime degli abusi

“Mercoledì sera ci riuniremo in preghiera per invocare, ancora una volta, tutti insieme, il dono della riconciliazione e rivolgere il nostro accorato appello per la pace”. Lo ha annunciato il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, aprendo ieri ad Assisi l’Assemblea generale dei vescovi italiani che si concluderà con la presenza, il 20 novembre, di papa Leone XIV. “Possa la Chiesa aiutare gli italiani a sentirsi meno polarizzati, meno isolati e soli, insomma più popolo", è stato l’auspicio del presidente della Cei, che ha iniziato con un “pensiero di gratitudine” al Santo Padre e ha proseguito riassumendone gli “assi portanti” dei primi sei mesi di pontificato, che si caratterizza come “un magistero di unità e di pace”.

Constatando il profondo cambiamento vissuto dalla società italiana, il card. Zuppi ha descritto il progressivo allontanamento tra le persone, sempre più sole e in difficoltà economiche e della vita, e la realtà ecclesiale. “Noi siamo la Chiesa di tutti e vorremmo esserlo di più", ha sottolineato il presidente della Cei, anche per coloro per i quali “quasi senza motivo, si consolida l’abitudine a vivere lontani dalla Chiesa, concentrati su di sé e i propri problemi”. La “fine della cristianità”, cioè di un contesto sociale che sosteneva la fede, “non deve spaventarci!”. Non si tratta di una sconfitta – ha affermato il porporato - ma come un’opportunità per tornare all’essenziale del Vangelo, che ha bisogno di cuori che lo incarnino. La priorità è trasmettere la fede, renderla viva, farla scoprire nascosta nelle attese, aiutando a ritrovarne le parole e la prassi”.

Nella sua prolusione l'arcivescovo di Bologna ha anche richiamato l’esortazione apostolica “Dilexi te” di Leone XIV: in essa, ha detto, “rifluisce il messaggio di papa Francesco e la sapienza di Leone XIV, in una continuità profetica che è fondamentale per la comunione nella Chiesa e ne evidenzia l’essenza”. “Immettersi nel fiume di vita che proviene dal riconoscimento di Cristo nei bisognosi ci porta anche, come Chiesa, a rivisitare le nostre istituzioni, opere, strutture, associazioni per evitare un appiattimento su moduli umanitaristici o aziendali”, ha detto il presidente della CEI. Un’azione che “ci aiuterà a compiere le scelte indicate in tante raccomandazioni del Cammino sinodale”.

Ricordando ancora l’VIII centenario della morte di San Francesco d’Assisi, il Cardinale ha definito sorprendentemente attuale la sua lezione di fede e di vita, in particolare “in un tempo come il nostro, sottoposto a continue e progressive spaccature”. San Francesco ha insegnato che la pace parte da ciascuno di noi e dalle nostre scelte, ha detto Zuppi e, ricordando Benedetto XVI, ha ribadito che quando la fede è sorretta da stili di vita coerenti, sobri ed essenziali, quando si accompagna a un’esistenza serena e gioiosa, diventa contagiosa, proprio come la scelta del Vangelo operata da Francesco. “Non rifugiamoci nella globalizzazione dell’impotenza”, ha dichiarato, rammentando la veglia di preghiera di mercoledì prossimo per invocare il dono della riconciliazione e rivolgere un “accorato appello per la pace”.

Al termine del Cammino sinodale delle Chiesa italiane con il voto lo scorso 25 ottobre del Documento finale si è conclusa “una fase importante, avviata quattro anni fa accogliendo l’invito di papa Francesco”. “Ora si apre una fase nuova – ha detto il cardinale presidente – che interpella in particolare noi pastori nell’esercizio della collegialità e in quel presiedere la comunione così decisivo perché la sinodalità diventi forma, stile, prassi per una missione più efficace nel mondo”. Il cardinale Zuppi ha anche ricordato la nomina da parte della Presidenza della Cei di un gruppo di vescovi “che, coadiuvato dagli organi statutari, sarà d’aiuto al nostro percorso fino a maggio 2026”.

Nella prolusione del presidente dei vescovi italiani ha trovato posto anche una riflessione sui temi della collegialità e della sinodalità. Spunto per evocare i passi futuri da compiere attraverso il discernimento “e le risoluzioni che riconosceremo come necessarie”. In questo senso, il porporato ha affermato di ritenere necessarie le decisioni “per dotarci con coraggio degli strumenti necessari, per garantire al Cammino Sinodale risposte certe e opportune”, come l’avvio “di una riflessione sull’eventuale revisione dello Statuto stesso della Cei, per recepire in tempi rapidi quanto verrà indicato dal gruppo di lavoro istituito da papa Leone proprio sul tema “Lo statuto delle assemblee ecclesiali e dei Concili particolari’, nell’ambito della Segreteria Generale del Sinodo”.

Evocando il rischio di una sempre maggiore polarizzazione anche nella società italiana, il cardinale Zuppi ha auspicato un sempre maggiore impegno della Chiesa nel promuovere il sentimento di comunità: “Sostenere una comunità, la sua crescita e il suo sviluppo è un arte pastorale”. “In una società che si atomizza la Chiesa non cessi mai di essere popolo”, ha detto, ribadendo la forza attrattiva e missionaria, consolatrice, liberatrice del male che anche una piccola comunità può esercitare, in particolare nei contesti urbani e nelle periferie.

Il presidente della Cei, a poche ore dalla V Giornata nazionale di preghiera, istituita dall’Episcopato italiano per riconoscere gli errori compiuti e impegnarsi per ricucire le ferite di chi ha sofferto e soffre, a causa di abusi, che si celebra oggi, non ha mancato il riferimento sul tema della drammatica realtà degli abusi “su cui non dobbiamo cessare di mantenere alta la guardia”. “È stata fatta molta strada in questi anni - ha dichiarato Zuppi - e non abbiamo avuto paura né di iniziarla né di continuare a percorrerla”. "Anche noi, insieme, celebreremo questa preghiera durante i Vespri”. La guida dei vescovi italiani ha colto inoltre l’occasione per esprimere gratitudine alle Diocesi, che sono attivamente coinvolte in una nutrita serie di iniziative sul territorio finalizzate alla prevenzione: dalla sensibilizzazione alla formazione. Pur ammettendo la permanenza di “zone d’ombra e le resistenze, - ha concluso il porporato - abbiamo la concreta consapevolezza di un movimento costante, teso a rinsaldare la fiducia, ad amplificare il rispetto, ad accogliere e ascoltare le vittime, a custodire la dignità di ciascun membro del popolo di Dio”.

Dinanzi agli innumerevoli conflitti del nostro tempo, il risorgere dei muri, la chiusura e l’esclusione indirizzati verso i poveri, i migranti i carcerati, l'arcivescovo di Bologna ha espresso l'augurio che progetti e azioni visibili “per rimettere al centro l’eguaglianza tra tutte le donne e gli uomini di oggi, per rilanciare una stagione di diritti e di vera giustizia per ogni popolo e nazione”. Il cardinale ha invitato dunque a sostenere decise e generose forme di cooperazione allo sviluppo (come quelle messe in atto in terra Santa e a Gaza) e ha indicato la via del rilancio del “progetto di incontro e collaborazione nel segno della solidarietà tra l’Europa e il Mediterraneo” sulla scia degli incontri promossi dal cardinale Gualtiero Bassetti tra il 2020 e il 2023.

A conclusione della sua prolusione, Zuppi ha ricordato il ruolo fondamentale che l’Europa è chiamata a ricoprire pensando ad un’architettura della pace. Il ruolo dei cristiani in Europa è di profonda responsabilità nel momento storico attuale, confrontandosi su questioni che riguardano il Continente in rapporto agli altri. E in particolare, ha esortato, a mantenere alta l’attenzione sulla “martoriata Ucraina”. “L’Europa cristiana ha tanto da dire e molto da pensare”, ha detto, valutando un prossimo incontro sull’Europa da preparare "adeguatamente".

REDAZIONE 18 nov 2025 07:22