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Roma
di PATRIZIA CAIFFA 16 giu 2025 15:17

Report Caritas. Casa e sanità tra le emergenze

La povertà in Italia è peggiorata nell’ultimo decennio e sta cambiando volto. Si tratta di un fenomeno sempre più radicato, cronico e multidimensionale, che colpisce lavoratori, famiglie e anziani. Il problema abitativo è oramai una crisi strutturale, insieme a quello sanitario: molte persone costrette a rinunciare alle cure mediche a causa dei costi o delle lunghe liste d’attesa. Una persona su dieci vive in stato di povertà assoluta. A fronte di questa situazione la rete Caritas continua a dare risposte: nel 2024 sono state almeno 277.775 le persone (e rispettivi nuclei familiari) che si sono rivolti a Centri di ascolto, mense, empori solidali ed altri servizi per chiedere un aiuto concreto, con un incremento del 3% rispetto al 2023 e del 62,6% rispetto al 2014. Nello stesso anno sono state erogate oltre 5 milioni di prestazioni, con una media di circa 18 interventi ogni assistito. Se un tempo l’emergenza riguardava principalmente i disoccupati, oggi il fenomeno dei “working poor” (lavoro povero) incide profondamente sul tessuto sociale, con il 30% degli occupati che fatica ad arrivare a fine mese. Una tendenza che si affianca a un altro segnale allarmante: l’aumento delle richieste di aiuto da parte degli over 65, raddoppiati in dieci anni, dal 7,7% nel 2015 al 14,3% nel 2024. Sono alcuni dei dati che emergono dal Report statistico 2025 “La povertà in Italia” di Caritas italiana, presentato oggi a Roma insieme al Bilancio sociale 2024.

Nel 2024 secondo i dati Eurostat, il 21% della popolazione europea (93 milioni di persone) è a rischio povertà o esclusione sociale. In Italia, la situazione è ancora più grave: il 23,1% della popolazione vive in condizioni di vulnerabilità economica, in aumento rispetto al 22,8% del 2023. È il settimo Paese in Europa per incidenza di persone a rischio povertà o esclusione sociale. I dati Istat rilevano quasi 5,7 milioni di italiani (pari a 2,2 milioni di famiglie) in povertà assoluta.

Negli ultimi dieci anni, la povertà in Italia ha subito un incremento allarmante, diventando sempre più strutturale. I dati raccolti dalla rete Caritas evidenziano un aumento del 62,6% delle persone accompagnate dal 2014 ad oggi, con una crescita particolarmente marcata nel Nord (+77%) e nel Mezzogiorno (+64,7%). Dati che riflettono l’effetto delle crisi economiche degli ultimi anni, dalla crisi finanziaria del 2008, alla pandemia da Covid-19, fino alle recenti tensioni commerciali internazionali e conflitti. Le famiglie continuano a rappresentare la maggior parte degli assistiti: il 63,4% dei nuclei ha figli minori. Il livello basso di istruzione continua ad incidere sul rischio povertà.

Delle 277.775 persone accompagnate dalla Caritas, il 56,2% è di nazionalità straniera, il 42,1% è italiano. La componente immigrata è in lieve calo, principalmente per la riduzione degli ucraini, passati da 22.000 nel 2022 a circa 10.000. Gli assistiti provengono da 180 Paesi diversi, con il 46,9% dall’Africa, il 26,9% dall’Europa, il 13,9% dalle Americhe e il 12,4% dall’Asia. I primi dieci Paesi di provenienza sono Marocco, Perù, Romania, Ucraina, Nigeria, Tunisia, Albania, Senegal, Egitto e Pakistan.

Nel 2024, l’età media delle persone assistite dalla rete Caritas ha raggiunto 47,8 anni, segnando un progressivo invecchiamento della popolazione in condizioni di fragilità. Nel 2022 l’età media si attestava a 46 anni. Mentre l’età media degli immigrati è di 42,9 anni, quella degli italiani sale a 54,6. Un dato significativo riguarda gli over 65, la cui presenza tra i beneficiari della Caritas è raddoppiata rispetto al 2015, passando dal 7,7% al 14,3%. Tra gli italiani, la crescita è ancora più marcata, raggiungendo il 24,3%.

Nonostante l’inflazione nel 2024 sia rallentata (+1% rispetto ai picchi del 2022-2023), il costo della vita rimane elevato. I prezzi di beni essenziali come gli alimentari (+2,4%) e l’istruzione (+2,9%) continuano ad aumentare, mentre quelli dell’energia sono saliti del 12,7%. Questo ha avuto effetti diretti sulle fasce più vulnerabili, con una erosione del potere d’acquisto: dal 2019 al 2024, le retribuzioni reali in Italia sono diminuite del 4,4%, e dal 2008 al 2024, la perdita complessiva è stata dell’8,7%, il dato peggiore tra i Paesi del G20.

Il problema casa si conferma una delle emergenze più gravi. 33% degli assistiti Caritas manifesta una forma di disagio abitativo, con 22,7% in grave esclusione (senza tetto, sotto sfratto, in condizioni precarie) e 10,3% con difficoltà nel pagamento di affitti e bollette. L’accesso alle cure sanitarie è sempre più difficile: nel 2024, circa 6 milioni di italiani hanno dovuto rinunciare a prestazioni sanitarie necessarie, con un aumento rispetto al 2023. Tra gli assistiti Caritas, il 15,7% presenta vulnerabilità sanitarie, spesso legate a patologie gravi e alla mancanza di risposte adeguate dal sistema pubblico.

Con l’introduzione dell’Assegno di Inclusione (ADI) e del Supporto per la Formazione e il Lavoro (SFL), la Caritas ha registrato un calo nell’incidenza dei beneficiari delle misure di contrasto alla povertà. Nel 2024, solo il 11,5% degli assistiti percepiva l’ADI, rispetto al 15,9% del 2023 con il Reddito di Cittadinanza. Sommando anche il SFL (1,3%), l’incidenza complessiva arriva al 12,8%, inferiore rispetto all’anno precedente. Un’analisi su 84.860 persone sostenute sia nel 2023 che nel 2024 ha evidenziato che solo il 15% di chi percepiva il Reddito di Cittadinanza ha avuto accesso alle nuove misure. Secondo la Caritas la riduzione della copertura sociale “potrebbe penalizzare le fasce più vulnerabili della popolazione”.

(Foto Siciliani - Gennari/SIR)

PATRIZIA CAIFFA 16 giu 2025 15:17

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