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Roma
di GIANNI BORSA 28 dic 2018 07:57

Raddoppio Ires, il governo ci ripensa

L'esecutivo ha annunciato di voler ripensare una norma che avrebbe messo in ginocchio tantissime realtà del Terzo settore e del volontariato che ogni giorno assistono persone disabili, malati, anziani

La decisione di innalzare l’Ires (Imposta sul reddito delle società) dal 12 al 24% a carico delle realtà del Terzo settore ha obbligato il governo a fare un, seppur tardivo, passo indietro. Qualcuno si dev’essere accorto, fra i palazzi della politica, che colpire chi opera il bene non sarebbe né giusto né opportuno. Da qui la retromarcia annunciata dal premier Giuseppe Conte: “In merito alla norma sull’Ires formulata nella legge di Bilancio attualmente in discussione alla Camera dei deputati, provvederemo quanto prima, a gennaio, a intervenire per riformulare e calibrare meglio la relativa disciplina fiscale”. A dettare la linea lo aveva preceduto il vice premier Luigi Di Maio il quale nel corso della giornata di ieri aveva affermato che la tassazione dell’Ires per gli enti no profit “va cambiata nel primo provvedimento utile. Si volevano punire coloro che fanno finto volontariato ed è venuta fuori una norma che punisce coloro che hanno sempre aiutato i più deboli”. Più tardi eguale ripensamento da parte dell’altro vice premier, Matteo Salvini.

La norma avrebbe portato nelle casse dello Stato meno di 120 milioni di euro in tutto. Una cifra modestissima per un provvedimento, sbagliato e miope, che avrebbe contraddetto la tassazione agevolata introdotta decenni or sono e mai toccata nel corso del tempo da alcun governo. Fra l’altro la sottosegretaria all’Economia Laura Castelli aveva appena ribadito che la decisione sarebbe stata difesa e conservata tale quale: “Era nel pacchetto del governo arrivato dopo la chiusura dell’accordo con l’Unione europea. È tutelato assolutamente il ‘no profit no profit’. Il ‘no profit’ deve stare tranquillo perché la norma si riferisce a chi fa utili”. Parole confuse e giornata convulsa nelle sedi governative, chiamate a fare i conti con l’alzata di scudi da parte delle oltre 6.200 realtà del no profit che verrebbero gravemente colpite nella loro opera di assistenza.

Sul problema erano intervenuti sia i rappresentanti di realtà “laiche” a vario titolo impegnate nel volontariato e nell’assistenza ai più bisognosi – come ad esempio il Forum del Terzo settore con la portavoce Claudia Fiaschi, e con Giuseppe Guzzetti, presidente della Fondazione Cariplo e dell’Acri –, sia realtà del mondo cattolico, che figura tra gli assi portanti del no profit nazionale. Il presidente della Cei, card. Gualtiero Bassetti, e il segretario generale, mons. Stefano Russo, avevano segnalato la gravità di un tale provvedimento. S’erano quindi aggiunte le voci di diversi responsabili territoriali della Caritas e delle Misericordie, di Fondazioni ed enti cattolici quotidianamente al servizio di disabili, malati, anziani, come i frati del Sacro convento di Assisi.

GIANNI BORSA 28 dic 2018 07:57