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di REDAZIONE 11 mar 2020 18:31

Export bresciano in frenata

Sivieri (Apindustria): «Vista la situazione, chiunque farebbe la firma per averli uguali anche nel 2020. Sarà molto dura. Non chiudere tutto il processo produttivo, distinguo sono d’obbligo»

Nel quarto trimestre 2019 le esportazioni bresciane hanno avuto un valore di 4 miliardi circa (4.010.741.388 euro), in calo del 6,6% rispetto all’analogo periodo del 2018. In forte contrazione anche le importazioni, che hanno avuto un valore di circa 2,1 miliardi di euro (2.124.319.364 euro), in diminuzione quindi del 14,4% rispetto al quarto trimestre 2018. A osservarlo è il Centro Studi di Apindustria rielaborando i dati diffusi dall’Istat. Per quanto riguarda le macro aree le esportazioni bresciane hanno tutte il segno negativo: Unione Europea 28 (-7,7%), Europa extra Ue (-4,5%), America Settentrionale (-2,1%), America centromeridionale (-9,7%), Asia (-17%), Africa (-2,8). Unica area col segno positivo, decisamente irrilevante per volume d’affari, l’Oceania (+8,3%). In contrazione ancora più significativa le importazioni. La decisa frenata dell’ultimo trimestre si aggiunge ai dati già incerti dei primi nove mesi dell’anno. Nell’intero 2019 le esportazioni hanno quindi raggiunto il valore di 16,3 miliardi, ovvero il 3,7% in meno rispetto al 2018. Le importazioni complessive hanno avuto un valore complessivo di 9,15 miliardi di euro, in calo del 7,5% rispetto al 2018. «I dati ci confermano una tendenza negativa che già avevamo osservato – afferma il Presidente di Apindustria Douglas Sivieri. Saranno però dati che rimpiangeremo e credo che chiunque, in queste momento, metterebbe la firma per avere i numeri del 2019 a fine 2020. Temo che andrà molto peggio purtroppo. I 25 miliardi stanziati dal Governo sono il minimo in questa fase, ma il problema è come li spendi: niente linee guida e nel frattempo tutto crolla». Sivieri interviene anche sulla possibile chiusura delle aziende: «La chiusura delle aziende deve essere la estrema ratio. Bene chiudere i servizi, ma attenzione a chiudere per decreto tutto il processo produttivo. I distinguo sono d'obbligo anche perché chi può chiudere lo sta già facendo. Il raziocinio come strada maestra per la salute pubblica ed economica. I dati bresciani sono in linea con quelli osservati dall’Istat nel Nord-ovest ma in controtendenza rispetto al quadro generale. «Nel quarto trimestre 2019 – osserva infatti l’Istat - si stima una crescita congiunturale delle esportazioni per il Nord-est (+3,0%) e il Centro (+1,9%), un lieve calo per il Sud e Isole (-0,1%) e una più ampia flessione per il Nord-ovest (-1,8%)». Nell’analisi provinciale dell’export, si segnalano le performance positive di Firenze, Arezzo, Milano, Latina, Bologna, Roma e Frosinone. I maggiori contributi negativi provengono da Siracusa, Torino, Varese e Potenza.

REDAZIONE 11 mar 2020 18:31