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Bruxelles
di M.VENTURELLI 08 set 2015 00:00

La protesta degli agricoltori italiani nel cuore dell'Europa

Le ragioni della manifestazione di ieri a Bruxelles e di quelle in corso al valico del Brennero spiegate dai bresciani Francesco Marinoni (presidente Confagricoltura Brescia) ed Ettore Prandini (Coldiretti)

Agricoltori sugli scudi per chiedere all’Europa maggiore attenzione per un settore in crisi e il rispetto della tipicità di prodotti e produzioni. Ieri, a Bruxelles, in occasione della riunione straordinaria del Consiglio Agricoltura dell'UE, il Copa-Cogeca ha organizzato una
manifestazione per denunciare la crisi che attraversa il settore
agricolo dell'Unione Europea con particolare riferimento ai settori lattiero-caseario, suinicolo, bovino ed ortofrutticolo (quest’ultimo in forte difficoltà anche a causa dell’embargo russo).

La 
manifestazione ha riunito
seimila agricoltori di tutta l'Ue ed è stata accompagnata da una
conferenza stampa dei Presidenti del Copa e della Cogeca che
hanno incontrato anche il Commissario Ue all’Agricoltura Hogan. Tra i manifestanti è presente una delegazione di Agrinsieme, il coordinamento che riunisce Confagricoltura, Cia, Copagri e Alleanza delle Cooperative agroalimentari.

Sono sei le proposte che l’Italia ha sottoposto alla Commissione: il miglioramento dei sistemi di tracciabilità ed etichettatura dell’origine del latte; lo stoccaggio privato dei formaggi e delle carni, una misura straordinaria di aumento del prezzo di intervento per il latte in polvere; una campagna di promozione straordinaria sul latte e le carni suine sul mercato europeo e sui Paesi terzi per il rilancio dei consumi e il sostegno delle esportazioni; la creazione di un gruppo di alto livello europeo per un’analisi costante del mercato del latte europeo dopo la fine del regime delle quote; lo sviluppo di piattaforme logistiche nei Paesi terzi, con un finanziamento apposito della Bei.

Francesco Martinoni, presidente di Confagricoltura Brescia, è stato perentorio: “Nel settore lattiero siamo ben al di sotto dei costi di produzione e numerosi imprenditori agricoli rischiano di doversi arrendere e chiudere la propria stalla; il 90% della produzione lattiera europea viene venduta sul mercato Ue, quindi il mercato interno è vitale, abbiamo bisogno di un intervento da parte delle istituzioni comunitarie”. Inoltre, secondo il presidente regionale di Confagricoltura regionale, “Il comparto agricolo è l'unico per cui l'Unione Europea ha sviluppato una vera e propria politica comunitaria ed è quindi evidente che spetti alla Commissione europea nei momenti di crisi mettere in atto misure straordinarie per superare l'emergenza: una richiesta che non arriva solo dai produttori italiani, ma dagli agricoltori di tutta Europea”.

Sempre ieri, ha preso il via al valico del Brennero, tra Italia e Austria, la mobilitazione di Coldiretti contro l’importazione di latte, cagliate e polveri, che dall’inizio della crisi ad oggi sono aumentate in valore del 28%. La manifestazione prosegue anche oggi con la presenza di migliaia di agricoltori provenienti dalle diverse Regioni.

Secondo un’analisi di Coldiretti sono cresciuti del 12% gli arrivi di carne di maiale spesso destinati a diventare prosciutti italiani, mentre le importazioni di cereali, pronti a diventare pasta e riso spacciati per Made in Italy hanno fatto registrare addirittura un vero e proprio boom (+59%), con un +77% per il grano e un +80% per il riso. Netta pure - continua la Coldiretti - la crescita delle importazioni di frutta e verdura, +44%, con un vero e proprio boom per il pomodoro fresco (+78%), ma cresce anche quello concentrato (+72%).

Aumentano anche - continua la Coldiretti - gli arrivi di succo di frutta dall’estero, +29% spesso venduti come italiani perché sulle etichette non è obbligatorio indicare l’origine ma solo il luogo di confezionamento industriale. Attualmente in Italia l'obbligo di indicare la provenienza è in vigore tra l’altro per carne bovina (dopo l’emergenza mucca pazza) e per il pollo (dopo l’emergenza aviaria), uova, miele, e extravergine di oliva, ma ancora molto resta da fare e l’etichetta è anonima per circa la metà della spesa dalla pasta ai succhi di frutta, dal latte a lunga conservazione ai formaggi, dai salumi fino al concentrato di pomodoro e ai sughi pronti.

“In un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato – conclude il vice presidente della Coldiretti Ettore Prandini - il valore aggiunto della trasparenza e dare completa attuazione alle leggi nazionale e comunitaria che prevedono l’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli alimenti. Ma è necessario che sia anche resa trasparente l’indicazione dei flussi commerciali con l’indicazione delle aziende che importano materie prime dall’estero.
M.VENTURELLI 08 set 2015 00:00