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di MICHELANGELO VENTURA 08 giu 2022 10:22

Abusi: ascoltare la voce di chi non ha voce

Il contributo alla riflessione del rappresentante di “Noi siamo Chiesa” nel Coordinamento Italy Church Too

La recente elezione di Sua Eminenza Card. Matteo Maria Zuppi a Presidente della CEI ha suscitato una naturale eco mediatica e palesi aspettative, soprattutto da parte di quella Chiesa “in uscita” e “del grembiule” che Papa Francesco intende promuovere. “Don Matteo” ha dato significative prove di attenzione concreta alle importanti tematiche care a Francesco: salvaguardia del creato, accoglienza dei migranti e disarmo. Tutto bene, saremmo portati a dire noi desiderosi di una chiesa “altra” e non certo di un’altra chiesa. Detto questo, ritengo, non solo io naturalmente, che i veri pilastri del clericalismo denunciato da Francesco siano il tema degli “abusi del clero” e “la gestione del denaro” nell’ambito della Chiesa Cattolica. Il primo perché ci parla della gestione e dell’abuso di potere fondato sul patriarcato generatore dell’esclusione, in primis dell’universo femminile. Il secondo penso che non meriti particolari approfondimenti. I pesanti accadimenti più volte balzati agli onori della cronaca, con difficili e controversi tentativi di porvi rimedio, sono più che sufficienti. Come parte del Coordinamento contro gli abusi nella Chiesa, Italy Church Too - comprende realtà di base del mondo cattolico e del panorama laico oltre ad alcune riviste - è il primo tema che mi porta ad esprimere alcune considerazioni.

Una lettera al Giornale deve essere tale e per estensione deve porsi limiti per rispetto dell’ospitalità ricevuta e quindi, necessariamente, non potrò in questa sede essere esaustivo circa precisazioni, dati e relative citazioni. Rimando i lettori al sito del Coordinamento.

Le conclusioni della 76esima Assemblea Generale dei Vescovi italiani sono state sinteticamente espresse dal Card. Zuppi in occasione della conferenza stampa tenutasi nel primo pomeriggio del 27 maggio. Da poche ore si era conclusa la conferenza stampa del nostro Coordinamento, presso la sede dell’ associazione stampa estera, che metteva bene in chiaro quanto puntualmente espresso nella lettera aperta inviata all’Assemblea alcuni giorni prima e in merito alla quale ci aspettavamo precise indicazioni. Con riferimento anche al confronto sinodale in corso, la lettera enunciava alcuni aspetti nell’ottica di ottenere verità, giustizia e prevenzione. Elenco in estrema e non esaustiva sintesi alcuni punti fondamentali: indagine “indipendente”, sulla scorta di quanto già posto in essere in altri paesi; apertura e disponibilità degli archivi di ogni sorta di realtà religiosa; ascolto e “risarcimento morale ed economico” delle vittime; applicazione rigorosa delle norme stabilite da Papa Francesco, in particolare nel motu proprio Vos estis lux mundi; farsi promotori dell’eliminazione dei termini di prescrizione presso l’autorità statale e piena collaborazione con essa; estendere al clero e al volontariato attivo nella Chiesa I’ obbligatorietà del certificato antipedofilia, previsto dalla convenzione di Lanzarote del Consiglio d’Europa (ottobre 2007).

A fronte di queste richieste la Cei ha scelto non di emulare altre conferenze episcopali europee e non ma una “via italiana”, a nostro avviso più tutelante dell’istituzione che delle vittime. Ha optato per indagine e ascolto “interni” e solo per una successiva analisi dei dati assegnata ad una collaborazione con istituti di ricerca indipendenti. Uno dei punti più controversi è l’estensione temporale dell’indagine, limitata dal 2000 al 2021, discriminando, come puntualmente fatto osservare da Francesco Zanardi (presidente della Rete l’Abuso e parte del coordinamento ICT ) in occasione della conferenza stampa di chiusura dei lavori al Card. Zuppi, la maggior parte delle vittime. Questo perché i tempi di consapevolezza piena dell’abuso subito spesso raggiungono i 30/40 anni. Evidente l’impatto di questo aspetto sul tema dei risarcimenti. In altri paesi le conferenze episcopali hanno avviato le indagini a partire quanto meno dagli anni ’50 del secolo scorso. Che dire in sintesi ? Nessun attacco alla nostra Chiesa, nessun giustizialismo, nessun accanimento ma... coraggio “don Matteo!". La tua risposta al quesito posto da Zanardi (abusato e con seri problemi di salute) è stata la proposta di un incontro. In quella circostanza ascolta la voce di chi non ha voce e libera la Chiesa italiana da questo macigno (Matteo 18, 6-7) anche a tutela di tutti coloro che laici, religiosi/e o preti ogni giorno testimoniano “per strada” il Vangelo di Gesù di Nazareth.

MICHELANGELO VENTURA 08 giu 2022 10:22