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27 mar 2015 00:00

Alcune considerazioni sui fatti dei giorni scorsi

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Primo: il dato politico.
E' evidente a tutti, fuorché ai sordi e ai ciechi d'animo e d'intelletto che il tema dei permessi di soggiorno scientemente "negati" - che sia per scelta o per incapacità è del tutto secondario - ad alcune migliaia di cittadini e lavoratori stranieri che vivono a Brescia, non interessa alla gran parte della politica e delle istituzioni bresciane. Non è una priorità, non è un problema. Come, di conseguenza, non sono un problema le loro vite, le loro storie, le loro famiglie. Si tratta di un ambito di serie B, se non C. A prescindere dai proclami incendiari, o dalle belle e inconsistenti parole, delle diverse parti politiche, costoro sono per essi uomini e donne di serie B, se non C. Questo dicono i fatti.

Secondo: l'ordine pubblico.
Tutti i filmati su quanto è avvenuto a Brescia nei giorni scorsi documentano, inconfutabilmente, un comportamento tanto vergognoso quanto ottuso delle forze dell'ordine dispiegatesi in piazza. Un oscuramento simultaneo di dignità e rispetto assieme a intelligenza e senso critico.
Lasciando perdere, per il momento, il giudizio su come sia maturata la geniale e lungimirante idea di vietare manifestazioni in Piazza Loggia e dintorni, lo scopo si sarebbe potuto raggiungere in qualche decina di modi diversi a fronte di persone a viso scoperto e mani nude.

Qui la domanda se tutto ciò sia accaduto per scelta o per incapacità è assolutamente fondamentale. L'ordine pubblico nella nostra città deve essere diretto da qualcuno con la testa sulle spalle. Chi ha sbagliato deve risponderne. E se la politica cittadina non ne chiederà conto sapremo tutti qual è il livello di civiltà e convivenza che coltiva nei propri pensieri.
Infine, poiché sono convinto che a Brescia esistano ancora funzionari e agenti che credono nel rispetto dei diritti e della dignità delle persone e, allo stesso tempo, nell'importanza del proprio lavoro, mi aspetto che costoro tirino fuori oggi il coraggio, quello autentico, e siano i primi a chiedere spiegazioni e assunzioni di responsabilità. Mi auguro che prendano, prima di ogni altra cosa, le distanze, pubblicamente, da tutti coloro che hanno scelto questi modi inaccettabili di "interpretare" il proprio lavoro.

Terzo: i manifestanti.
Importa poco, quasi nulla, che siano scesi in piazza a viso scoperto e a mani nude se poi il linguaggio è l'insulto e la reazione alle cariche sia passare pericolosamente ai "fatti". Ho letto e ascoltato affermazioni tra il ridicolo e il patetico: poliziotti trasfigurati dal Male, occhi iniettati di Cattiveria e via così. Mancava solo qualche riferimento alla magia voodoo e il quadro sarebbe stato completo. Forse a qualcuno non è chiaro che fare volare transenne può anche portare più in là che all'ingresso di un ospedale e che far decollare bottiglie non è proprio un'azione strategica. Già la strategia. Sembra che anche tra chi, solo apparentemente, afferma di difendere diritti e dignità sia in voga l'equazione: grande visibilità uguale grande vittoria. Proprio come nella peggiore tradizione politica e sottocultura mediatica di chi ci ha governato per anni e con le stesse meschine tecniche continua ancora oggi ampiamente a farlo. Nel disastro quotidiano. Che dire. E' proprio vero che le strade per l'inferno - non solo in tumultuosi e terrificanti altrove, ma anche qui - sono lastricate di magnifiche, purissime ed immacolate intenzioni.
27 mar 2015 00:00