Coronavirus: la voce delle Rsa
La lettera del Presidente UPIA ( Associazione provinciale istituti per anziani)
L’UPIA, Unione Provinciale Istituti per Anziani, è una associazione senza scopo di lucro che rappresenta circa 70 RSA (Residenze Socio assistenziali e socio Assistenziali) della provincia di Brescia e ne interpreta i loro problemi e le loro esigenze.
L’Associazione provvede a fornire agli Enti associati informazioni sulle novità legislative riguardanti il settore oltre a patrocinarne gli interessi ed a favorirne le prospettive di sviluppo.
Essa promuove le iniziative finalizzate a professionalizzare gli amministratori delle RSA in aderenza ai contenuti normativi del “Terzo Settore”,come previsto dalle recenti norme legislative che hanno conferito organicità giuridica agli Enti che ne fanno parte.
Particolare cura l’UPIA riserva alla organizzazione dell’assetto istituzionale con doverosa attenzione alla formazione ed all’aggiornamento degli operatori del settore,ad ogni livello di
competenza e di professionalità.
Ciò premesso,corre l’obbligo di fornire notizie su quanto sta accadendo nelle RSA stante il gravoso carico dei nuovi impegni lavorativi causati dal Coronavirus sulla popolazione
bresciana, particolarmente colpita dall’epidemia.
E’ noto che le persone con problematiche da Covid 19, appena stabilizzate dalle cure ospedaliere, vengono indirizzate alle RSA per la prosecuzione del percorso terapeutico previsto per la specifica patologia virale.
L’afflusso dei pazienti “Covid positivi” ha comportato l’obbligo per le RSA di realizzare nuovi reparti a loro dedicati per isolarli ed evitare il rischio del contagio degli ospiti, ma anche per
tutelare il personale addetto alla loro assistenza.
Il livello di qualità del servizio offerto agli ospiti, nella generalità dei casi, è comunque assicurato con abnegazione e coinvolgimento del personale tutto; medici, infermieri, ausiliari socioassistenziali, operatori socio sanitari, compreso il personale tecnico e amministrativo per le competenze di loro pertinenza.
Quello che al presente occorre sottolineare è la necessità di dotare e/o di completare la dotazione dei DPI dispositivi di protezione individuale per il personale, secondo le disposizioni in vigore, anche perché la probabile presenza in numero significativo di ospiti “positivi sintomatici”e di ospiti “positivi asintomatici” potrebbe rendere necessario l’aggiornamento dei protocolli di assistenza in tempi molto brevi.
Attenzione particolare viene riservata alla circolarità delle informazioni poiché essa è più efficace quando è tempestiva ed esaustiva.
Constatato che la stabilizzazione dell’epidemia è in atto, ci si adopera per favorire la conoscenza delle notizie sia al personale che agli ospiti ed alle loro famiglie in modo che si consolidi il clima amicale di collaborazione e di confidenza preesistente all’epidemia e si recuperi il senso di comunità.
Si può guardare, quindi, al futuro delle RSA del territorio bresciano con serenità di giudizio perché la tremenda prova affrontata sotto l’assalto del Coronavirus, ha certamente lacerato tante certezze e ha causato tanta sofferenza e tanto dolore nei paesi nelle città nei borghi, ma non ha fiaccato la nostra coscienza nè la voglia di vivere.Le ferite sono state tante e i lutti hanno causato tante lacrime. Ma questa forza che ci tiene saldi viene anche dalla compostezza dei nostri cari ospiti nelle RSA e dalle loro famiglie con le quali abbiamo condiviso e continueremo a condividere “lacrime e sangue” come accade in tutte le guerre, perchè di una guerra si tratta. Alla fine non ci saranno vincitori e vinti, ma, come in tutte le guerre solo dolore e senso di vuoto. Saranno ancora i nostri cari anziani che nella loro vita ne hanno viste di guerre vere a donarci con il loro affetto e con la loro saggezza il messaggio che ci hanno già donato ; la vita è la cosa più bella che abbiamo, onoriamola vivendola in pace e letizia ognuno abbracciando la propria croce.