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di LIONELLO TABAGLIO 08 mag 2020 09:28

Gravidanza o aborto

La riflessione del dott. Lionello Tabaglio, psicologo e psicoterapeuta, diacono nella parrocchia di Calcinatello

Vediamo, in modo drammatico nel nostro tempo, come la morte inflitta attraverso la pratica dell’Aborto, autorizzato dalla legge, sia affermata quale inderogabile diritto; a cui fanno seguito, in modo progressivo, molteplici e variegate forme di minaccia e di attacco contro la Vita umana e la Vita nascente; supportate da posizioni scientifiche e da ideologie preconcette e pretestuose; che vogliono imporre una visione della Vita intesa quale bene disponbile e manipolabile a piacimento; come se si trattasse di un qualsiasi altro prodotto commerciale.

Ecco, la condizione dell’uomo moderno che aspira ad erigersi quale padrone assoluto della Vita; di una dimensione che non può conoscere e scientificamente spiegare nel suo senso più profondo, ovvero nel mistero che la abita.

Apprendiamo dalle notizie, di cronaca dei nostri giorni, come nei reparti ospedalieri dedicati alla cura del coronavirus (Covid-19) si stia lottando per strappare alla morte migliaia di vite afflitte da questa pandemia e come si difenda in modo eroico ogni singola vita malata e sofferente. Ciò nonostante, vediamo come in altri reparti, nonostante l’emergenza attuale, siano perfettamente funzionanti ed accessibili, e come si proceda, comunque, sistematicamente alla soppressione della Vita Nascente; in forza della (legge 194/78) che sancisce il diritto di eseguire l’Interruzione Volontaria della Gravidanza (IVG); in quanto l’Aborto è considerato quale “atto inprocrastinabile”, facendo parte delle cosidette ”prestazioni indifferibili”.

Come non bastasse qualcuno sta chiedendo, in aggiunta, anche di ampliare la pratica dell’Aborto Farmacologico, con la prospettiva di consentire l’Aborto anche a domicilio; il che prevederebbe anche la possibilità di estendere l’utilizzo della pillola abortiva dalla attuale condizione di 7 settimane alle 9 settimane di gravidanza, senza alcun obbligo di ricovero per l’assunzione del farmaco abortivo, avvalendosi solo di ipotetici controlli sanitari da remoto con la telemedicina.

Si configura in tal modo una sorta di “Aborto autogestito”; realizzabile anche in regime ambulatoriale. Tale soluzione decongestionante per le Strutture Sanitarie e all’apparenza vantaggiosa in termini di contenimento dei costi di gestione dei servizi, si può rivelare, al contrario, pericolosa e dannosa per le sue conseguenze dirette e indirette sulla condizione fisica e mentale di molte donne, sia sul breve che sul lungo periodo.

Ci chiediamo quale scelta personale per una mamma possa dirsi voluta e motivata fino in fondo, in plausibili condizioni di solitudine spirituale e umana; in cui possa sentirsi disorientata, abbandonata, disperata, privata di un sincero sostegno affettivo, psicologico e materiale a protezione della sua Vita e di quella del bambino che porta in grembo?

 Quante mamme, in vero, avrebbero scelto l’Aborto se fossero state amate, protette, informate in modo adeguato, supportate con risorse appropriate, accompagnate nel loro percorso di gravidanza; seguite da operatori attenti, sensibili e appassionati alla Vita; non da semplici esecutori formali di protocolli o da anonimi erogatori di prestazioni sanitarie.

Una mamma, abbandonata a se stessa, potrebbe essere indotta a credere, persino, che la scelta dell’Aborto sia un atto accettabile; per il solo fatto che non veda al momento altra apparente soluzione percorribile; con l’aggravante che la legge lo consenta ed indirettamente lo favorisca; data l’estrema facilità di accesso a tale pratica, intesa come una comune prestazione sanitaria al pari delle altre (!)

L’asserita libera scelta dell’Aborto non giustifica l’oggetto della scelta, tantomeno gli esiti derivati da tale scelta; questo è il punto focale da evidenziare; questo l’insanabile conflitto,tra i sostenitori della Cultura della Vita ed i loro oppositori.

Vediamo nel contesto moderno, dove la denatalità è un fenomeno ormai cronico, come al contrario, la Cultura della Vita sia sistematicamente svilita, accusata di estremismo e platealmente perseguitata.

Oggi,come sempre, ci impegniamo per salvare la Vita dal suo esordio alla sua naturale fine. Non possiamo accettare ideologie, dissimulate sotto parvenze scientificamente suggestive, che in realtà vantano in modo più o meno esplicito il solo intento di avere un dominio assoluto sulla Vita.

La sfida da affrontare, in tali condizioni, per chi ama la Vita è molto complessa; vogliamo affrontarla, comunque, e vincerla tutti insieme, in nome della Vita che è per sempre.

LIONELLO TABAGLIO 08 mag 2020 09:28