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di CARLA PEZZELLA 26 giu 2023 22:30

Grazie don Fabio

Grazie don Fabio, grazie per avermi indicato una strada per essere d'aiuto a chi ha bisogno, ai più piccoli e umili e alle loro famiglie, a ragazzi e ragazze che sono i nostri ragazzi e le nostre ragazze perché vivono e crescono con noi e nella nostra città, frequentano le nostre scuole e giocano nei nostri giardini e sono i nostri vicini di casa.

Grazie di avermi dato la possibilità di conoscere donne che vivono, come me, in una città dove non sono nata ma dove sono emigrata tanti anni fa dal sud per avere un lavoro e una vita dignitosi, donne che incominciavano ad aprirsi all’amicizia, a fidarsi, a partecipare con fatica, tra mille difficoltà, confuse, isolate e sole in una società che stenta a tendere una mano a chi è fuori dal l’universo del lavoro e ti confina in un mondo a parte se sei una casalinga e devi crescere i figli, curare la casa magari con pochi soldi e il marito in cassa integrazione o disoccupato.

Grazie di avermi dato l'esempio e la possibilità di vivere con concretezza l'amore verso l'altro, diverso da me, senza nessun pregiudizio ma con la voglia solo di servire ed essere utile a chi ha bisogno. Grazie di avermi dato un luogo, l’oratorio di Fiumicello, dove esprimere questo sentimento attraverso azioni quotidiane dirette ad esseri viventi umani e veri. Era da tanti anni che non frequentavo un oratorio e vederlo pieno dei nostri bimbi e dei nostri giovani, che saranno gli adulti del futuro nella nostra città, mi ha riempito il cuore di gioia e di speranza: non sono in strada ma in uno spazio accogliente che è servito e spero continuerà a servire a qualcosa di buono, alla loro crescita, un luogo importante e fondamentale dove poter scaricare la loro energia in modo positivo, giocando e studiando insieme e magari anche litigando ma sempre rispettando l’altro e le regole anche se a fatica, come spesso fanno i nostri adolescenti, facendo tanto arrabbiare gli anziani.

I bisogni delle famiglie sono quelli di tutti, e a Fiumicello in modo particolare, formato da genti di Paesi di tutto il Mondo, sono comunque gli stessi anche se magari ci sono abitudini diverse, a volte anche fastidiose ma la necessità di stare insieme, di avere un posto dove i bambini possano giocare, fare i compiti e dove i “pensionati” (cioè quelli non più giovani) possano aiutarli sentendosi utili per qualcuno anche se non è il proprio nipotino, credo non possa fare altro che creare ben-essere per tutti. E’ faticoso, ti mette alla prova ma, se ci si cimenta con umiltà e amorevolmente, ti fa scoprire mondi nuovi e capire che, in fondo, gli umani si assomigliano più di quanto siano disposti a riconoscere se si fermano solo alle apparenze e se non provano solo a rifletterci un po’.

Se vogliamo costruire una Comunità Umana che sappia vivere unita, condividendo valori come la solidarietà su cui basare pace e convivenza civile si devono trovare spazi fisici e luoghi per creare relazioni vere e potenziare l'impegno a seminare amore e senso di responsabilità incominciando dai piccoli. La collaborazione con le famiglie e con le insegnanti delle scuole pubbliche del quartiere, lasciati soli a gestire e governare situazioni complesse, ha rappresentato un pezzo di strada importante che abbiamo fatto insieme. A Fiumicello. Nella Parrocchia. Nelle stanze dell’oratorio.

Grazie di avermi riavvicinato all'Amore di Cristo praticato nella vita reale, partendo dal vissuto quotidiano regalandomi momenti di emozioni vere suscitate dallo sguardo profondo e arguto di Zara, inizialmente spaventata nell’essere proiettata in un mondo nuovo completamente diverso da quello a cui era abituata ma dopo qualche mese in grado di leggere e parlare la nostra lingua anche grazie dal nostro aiuto.

Grazie di avermi fatto incontrare la vivacità di Issa che non riesce a stare a stare fermo sulla sedia dopo essere stato 8 ore a scuola ma che ti vuole dimostrare che sa leggere perché sente che ci tieni a lui. Al sorriso di Adam e alla dolcezza della sua gemella May. A lui piace far di conto e a lei leggere e mettono un impegno straordinario a giocare a dama nelle sfide con la “maestra”.

Al suo papà, operaio di fonderia in cassa integrazione, che mi ringrazia e si sforza di parlare bene in italiano. Grazie di avermi fatto sperimentare l’affetto della piccola e atletica Aya che ha sei anni e da grande vuole fare la "calciatora" o di Neemreet che è così orgogliosa quando la ascolti mentre legge il sussidiario oppure Sarabjit che adora disegnare e tanti altri giovani cuccioli che sono il nostro futuro prossimo e che le maestre da sole non ce la fanno ad aiutare. La scuola è il solo luogo dove hanno la possibilità di parlare l'italiano perché a casa la famiglia non ce la fa perché è così che funziona quando papà lavora e mamma pensa alla casa e ai bimbi più piccoli, si parla il dialetto del Paese per capirsi, non ci sono né tempo né energie per imparare l'italiano ed il supporto con la lingua diventano loro, i cuccioli, gli alunni fin dalle elementari...

Vogliamo buttare tutto questo lavoro, queste relazioni, questo amore in discarica con la logica dell'usa e getta stigmatizzata anche da papa Francesco? E’ intelligente e sensato annullare tutto l’impegno e le fatiche di un prete e dei volontari che lo hanno supportato nell'amore di Gesù per far sì che la fratellanza umana possa diventare praticabile come meta da raggiungere insieme? E’ ragionevole? E’ un gesto d’Amore cristiano? Se non ci convinciamo che solo insieme Noi tutti, abitanti di Fiumicello compresi, siamo coloro che dobbiamo percorrere questo cammino comune che stava muovendo i primi passi proprio nella Parrocchia di Santa Maria Nascente chi lo farà? In fondo non è questa la missione per la quale Cristo è risorto? Bisogna raggiungere soprattutto chi è lontano da noi con l’esempio e l’azione per ricondurre tutti sulla retta via quella che anch’io avevo smarrito allontanandomi da una Chiesa che sentivo troppo arida e fuori dalla realtà.

Grazie don Fabio e soprattutto grazie ai volontari e volontarie per quanto ho potuto vivere nell’attività dell’oratorio di Fiumicello che mi ha riavvicinato ad un cammino di fede e fiducia perché mi hanno dimostrato di saper amare nel nome e nel fare di Gesù. Perché tra il fare (di pochi...) e il dire (di tanti...) c'è di mezzo il Sentire (che è essere Comunità cristiana). Grazie.

Carla Pezzella

CARLA PEZZELLA 26 giu 2023 22:30