I bar oratoriani e il Vangelo
Caro Don Adriano, ho letto con interesse le sue riflessioni dettate dalla decisione presa dai sacerdoti di Lumezzane di chiudere per alcuni giorni i locali dell’ Oratorio. Decisione che sicuramente sarà stata sofferta e a lungo valutata, probabilmente frutto di una situazione che perdurava da tempo e poneva i sacerdoti stessi in un comprensibile stato di profondo disagio
Caro Don Adriano,
ho letto con interesse le sue riflessioni dettate dalla decisione presa dai sacerdoti di Lumezzane di chiudere per alcuni giorni i locali dell’ Oratorio. Decisione che sicuramente sarà stata sofferta e a lungo valutata, probabilmente frutto di una situazione che perdurava da tempo e poneva i sacerdoti stessi in un comprensibile stato di profondo disagio. Non ho elementi specifici sulla vicenda per cui mi astengo dal formulare giudizi che peraltro non mi competono, ma esprimo ai sacerdoti la più completa solidarietà. Le mie considerazioni sono perciò di carattere generale circa la vita degli oratori.
Mi viene in soccorso il capitolo che Don Lorenzo Milani, nel suo libro "Esperienze pastorali" dedica alla ricreazione - da pag. 127 a pag. 161 – con particolare riferimento al cinema, alla televisione e … al Bar. Voglio sperare che non venga considerato troppo datato e lontano dal contesto attuale lo scritto del Priore di Barbiana, se anche il Papa, in occasione della visita alla tomba del sacerdote fiorentino ha concluso dicendo “ …Che anch’ io prenda esempio da questo prete… “ Ho letto sul Giornale di Brescia che i sacerdoti in occasione della riapertura dell’ oratorio hanno espresso il loro profondo rammarico nel veder disatteso l’ invito ai genitori per un incontro nel quale porre le basi per un progetto educativo fondato sulla stretta collaborazione tra oratorio e famiglie.
Già allora don Milani diceva : … e non è vero neanche che per mezzo del gioco dei bambini si riesca poi a avvicinare i genitori. Nessun genitore si sente eccessivamente indebitato col prete che gli fa giocare il bambino, perché se non lo fa giocare il prete lo faranno giocare i comunisti, e se non lo farà giocare nessuno giocherà da sé e non è guasto nulla ( Omissis ) . Ogni poco compariva in paese qualche attrazione più grande e allora la precedente perdeva ogni valore e allora bisognava buttarsi alla concorrenza :
- magline loro ?
- Magline e scarpe noi!
- Tesserino in tasca loro ?
-Tesserino e distintivo noi!
- Cinema, televisione e biliardo loro?...
Io, il sacerdote di Cristo, dovevo stare in concorrenza con i sacerdoti del mondo ? Già troppo umiliante. ! ( Esperienze pastorali pag. 133 )
In definitiva, aggiungo io, la maggior parte dei genitori utilizzano l’ oratorio come un comodo parcheggio per tenere i figlio fuori dalle scatole, senza il costo della Baby sitter! Un augurio sincero ai sacerdoti di Lumezzane: che, rinunziando almeno parzialmente ai protocolli convenzionali dei ricreatori con annesso … Bar … sappiano, con rinnovato vigore, utilizzare al meglio, per la loro “ battaglia “ , le armi del Vangelo e della Grazia.
Come auspicava Don Milani.
Che non voleva assolutamente comparare il ping-pong, la Gazzetta dello sport, il cinema, la televisione e … il Bar al Vangelo.
“ … E son sacerdote, e non ho deviato dalla tradizione apostolica e pastorale. Perché ho in mano la Pisside sola. Non l’ ho deposta sull’ altare. Non ho deposto la tonaca per correre sulle barricate. Nelle mie mani consacrate ho solo i Sacramenti e con i piedi do una pedata ad un ostacolo caduco che mi sbarra la strada. ( ibidem pag. 468 )