Il PD riparta dal simbolo dell'ulivo
Leggiamo dati importanti per l’economia italiana, in particolare per l’occupazione: record di assunzionia nche con carattere stabile, calo dei disoccupati cronici, interventi per inflazione e per i prezzi del gas; finalmente buone notizie. Adesso sono in attesa che qualcuno, infame bugiardo, ce ne faccia un merito invece di dire che questa è solo parte dell’eredità positiva che ci ha lasciato il Presidente del Consiglio Draghi. Mi aspetto che ci sia addirittura chi sosterrà che la caduta del governo Draghi è la causa di questi fatti positivi e quindi, implicitamente, a merito chi l’ha fatta cadere.
Ognuno di noi dovrebbe cercare di collaborare perché tutti si sentano protagonisti del prossimo evento elettorale. Andare a votare in democrazia come avviene da noi e in tante nazioni occidentali e non andarci in autocrazia come avviene in Russia, in Cina o in Ungheria è fondamentale. Allora nell’assoluto rispetto delle convinzioni altrui sarà mio dovere fare di tutto per far sì che la campagna elettorale si svolga nel migliore dei modi e veda il risultato che più mi sta a cuore: il trionfo della democrazia.
Secondo me tra le tante cose da fare c’è bisogno anche di un segno specifico, un distintivo, una specie di marchietto così come è stato in passato con lo scudo crociato per la Democrazia Cristiana o la foglia dell’edera per il Partito Repubblicano o la quercia per il P.C.I. Oppure ancora, e non certo per gradire, il fascio sotto la dittatura di Mussolini, la svastica di Hitler, la Z di Putin. Tutti segni che sono anche simboli e che racchiudono e condensano qualcosa di molto più complesso ed articolato. Allora sulla scorta di queste wsperienze, per il Partito Democratico e la sua coalizione suggerisco il simbolo della “pianta di ulivo”.
Immagino subito le obiezioni: proprio l’ulivo? Acqua passata, esperienza conclusa ecc. La scelta va spiegata e presentata pressappoco così: nessun riferimento e neppure voglia di riportare in auge esperienze vissute a prescindere da ciò che sono state, giuste o sbagliate, comunque concluse, considerate storia e semmai degne di essere ricordate solo per trarne insegnamento. Bisogna considerare che se metà degli elettori non va a votare è perché non si interessa dei partiti e delle loro vicende, nomi, scelte, storie e quindi di cosa è stato l’ulivo per il passato politico del nostro partito. A questa grande fetta di elettorato si aggiungono i
giovani che votano per la prima volta. A tutti costoro perché presentare la campagna elettorale con il simbolo dell’ulivo? Risposta perché ha tutte le caratteristiche positive della forza politica che intende vincere le elezioni. La pianta dell’ulivo presenta molti aspetti accattivanti: prioritariamente è una scelta "verde”, è il simbolo della pace, è un riferimento religioso, non solo cristiano. È una pianta robusta che può durare millenni, cresce su tutto il territorio nazionale, produce un alimento che da sempre ha nutrito l’umanità, l’olio è anche un medicamento o ne è la base. La pianta non perde le foglie durante l’inverno, il suo colore è riposante, il suo legno per la struttura e la venatura è utilizzato per realizzare opere d’arte.
Potrei continuare. Insomma, secondo me, la pianta dell’Ulivo è il simbolo adatto per presentare il PD che aspira legittimamente a realizzare un’opera d’arte: quella di vincere le prossime elezioni. Aggiungo: se questa scelta provocherà polemiche e schiamazzi ben venga. In una situazione così affrettata e un po’ confusa com’è l’attuale campagna elettorale tutto serve. Va ridetto “purché se ne parli”.