L'eredità di Benedetto
Si è conclusa serenamente la vicenda terrena di Benedetto XVI. Ne è prova il suo testamento: un testo lineare, semplice e profondo, scritto nel 2006 quando il Papa sentiva imminente il suo trapasso. Nello scritto esalta la grazia di Dio che lo ha accompagnato lungo tutto il percorso della sua vita, ringrazia i genitori i fratelli, i luoghi in cui è cresciuto e anche la sua seconda Patria, l'Italia. Il testo tradotto in italiano rivela ancora una volta la non perfetta corrispondenza della lingua; poliglotta di studio, preciso come quando eseguiva Mozart, Benedetto parlava un italiano corretto, colto, con accento bavarese.
La seconda parte del Testamento meriterebbe una analisi puntuale, doverosa purtroppo per chi ha fatto di Benedetto la bandiera dei conservatori pseudo latinisti anticonciliari,oppure lo ha attaccato ancora prima che fosse Papa e in modo sprovveduto in nome di un cambiamento che pretende di prescindere dal Vangelo, dallo scandalo della Croce e dalla conversione. Sono questi mondi complessi, non univoci, e non è nostro intento prendere parte a questa macchinosa perdita di tempo che impedisce al Vangelo di correre tra gli uomini. Di fatto, La fede non è per i pettegoli. Il Papato manifesta la sua importanza proprio per la negazione e il contrasto che provoca, noi che siamo interessati a Gesù-Dio prendiamo atto ancora una volta che il diavolo esiste.
Ratzinger ha dedicato più di settantanni alla scienza, l'ha vista crescere, dominare, pretendere un primato che non le compete, l'ha vista anche deludere e prendere atto dei suoi limiti. La teologia, scienza della Fede, ha smesso l'abito tuttologista ed è maturata, adulta, in un mare di contestazioni, riducendo il suo ambito ma innalzando la sua qualitá. La fede non è la visione, ma un anticipo certo. Dispiace il rifiuto rozzo, figlio di presunzione, di aprire a Benedetto l'accesso alla Sapienza di Roma, così dispiace la reazione frutto di ignoranza inaccettabile per il suo nobile discorso di Ratisbona. L’Occidente tramonta ma non il Logos creatore e incarnato. Ragione e Fede sono insite all'essere umano e non una invenzione dell'occidente. Tutte questioni che Benedetto XVI lascia per riflettere e per le quali il contrasto appare inevitabile, anche all'interno della Chiesa. Infatti come dice il proverbio greco attico taich có tate crápe. Il più grande teologo moderno...? Certamente uno dei maggiori... Santo subito…? aspetterei almeno l'anno santo o il centesimo della nascita…