Pasqua pagana
Non può essere pasquale il mio pensiero: la resurrezione presuppone la morte.Ahimè, non mi conforta San Francesco: “Laudato sì mi’ Signore, per sora morte nostra corporale, che nullo uomo può scappare". Perché sì, è un destino comune. Ma non tutti hanno il privilegio di morire serenamente. Magari nel sonno o, se desti, con il conforto delle persone care, mano nella mano, lacrime reciproche. Con un addio che sa di arrivederci, le parole spontanee “Ti aspetto. Aspettami.”Chi muore in Ucraina, i soldati ed i civili, russi ed ucraini, gli immigrati che naufragano nel Mediterraneo neppure osano sperarlo. Né lo desiderano.Neppure chi cade sul lavoro da un’impalcatura, chi è condannato da inumane ingiustizie e da crudeli giustizieri; ricordiamo le donne iraniane e Giulio Regeni? Ecco perché io vorrei citare in giudizio il Padre Eterno, che non ha concesso a mia moglie, mia splendida compagna in 54 anni di matrimonio, di morire avendo me a suo fianco, mano nella mano sino ad un istante prima, sino a quando giunse l’ambulanza, via di corsa in ospedale. Il respiro venne meno, l’ossigeno non la rianimò, neppure il defibrillatore, morì invano affamata d’aria ed io confinato in cabina: non mi fu concesso d’esserle vicino per l'addio.No, certo non accuso nessuno dei soccorritori, né chi l’assistette nell’ultimo anno della sua dolorosa malattia. Constato amaramente che per lei, la mia donna, la morte non fu sorella, ma matrigna crudele, come lo fu per chi muore tragicamente, come lei infelici anch’essi, l’ho ricordato più sopra. Ed io per lei, per loro, invano farei causa al Padre Eterno, che tutto può, ma non impedisce tanto dolore. Perché?Invano, così dico e scrivo: perché non saprei come notificare la citazione. Dove, a quale indirizzo: non so dove trovare, né dove cercarlo il Padre Eterno. E’ assente.E la Pasqua per me, per lei, per loro è una festa pagana di false e vuote uova innaturali, di colombe che non volano, né portano alcuna pace.
