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di GIANLUCA COMINASSI 04 set 2021 11:53

Dove sono finite le elite?

Dove sono finite le elite? A screditare le Istituzioni basta un attimo, per ricostruire un rapporto di fiducia e di credibilità servono anni. Se da un lato la possibilità di critica, anche aspra e serrata ma leale, favorisce una maturazione di entrambi ovvero colui che critica e chi è oggetto di biasimo, dall’altra parte il pettegolezzo, o meglio, la diffamazione crea un clima di disorientamento prima e di frammentazione poi. Grande demerito è attribuibile ai social media, non vi è dubbio, ma è altrettanto vero che dietro alle tastiere vi sono comunque degli individui che utilizzano le proprie facoltà come più ritengono opportuno, dunque non possono esimersi dalle responsabilità ultime che sono in capo alle persone stesse.

Viviamo un’epoca nella quale da anni si invoca con virulenza alla classe politico-amministrativa come corrotta e autoreferenziale, alla classe medico-sanitaria come dittatrice di una situazione pandemica non corrispondente al vero, alla classe educativo-pedagogica come poco interessata agli studenti ma solo allo stipendio, alle gerarchie ecclesiastiche come avide di denaro se non addirittura pederasta. Insomma ce n’è per tutti e per tutte le categorie che in passato rappresentavano qualcosa, un’elité che veniva rispettata e adulata perché da essa discendeva, per buona parte, la formazione delle future generazioni e per questo era tenuta in debita considerazione, riconoscendone la valenza sussidiaria alla formazione che si poteva acquisire tra le mura domestiche. E’ un periodo dal fiato corto quello che stiamo vivendo, un periodo di decadenza come nelle piazze di alcuni Paesi dove le statue vengono abbattute incuranti del significato simbolico endogeno che portano con loro. E’ un percorso molto rischioso quello intrapreso perché rincara la posizione fallace dell’uno vale uno, che ha dimostrato tutta la propria labilità e pericolosità. In punta di diritto uno vale uno, non vi è dubbio, ma le competenze, la formazione acquisita, le esperienze maturate, la preparazione di ciascuno, fanno la differenza e fanno al tempo stesso la fortuna di un popolo, che le sa riconoscere ed apprezzare anziché svilire quotidianamente.

GIANLUCA COMINASSI 04 set 2021 11:53