È ancora utile celebrare l’8 marzo
È ancora utile celebrare l’8 marzo come giorno per ricordare le lotte e le conquiste delle donne? Comunità di Sant'Eufemia, la fede e la magia nell’anima abbracciano il quartiere, in primis le donne e l’anima della comunità. Personalmente sono convinto che questa data continui ad avere il suo valore e mi obbliga ha a fermarmi e riflettere sulla situazione delle donne in tutti gli ambiti della vita famigliare e volontariato sociale. “Ebbene, la storia del Collettivo Donne della Comunità di Sant'Eufemia, vera anima, spirito e energia, sensibilità oltre la sofferenza dell’irto percorso di vita”. Le Donne provengono da una quasi penisola attraversata da vene di fiumi, allora considerata una penisola, nota come Comune degli Elementi, tra nonna, madre oggi donne di oggi. Sono un popolo bresciano e tenace, ma tutt’altro che incivile, caratterizzato da una profonda spiritualità e da una forte d.n.a. Umano delle nonne, madri. Fra le Donne di questa generazione nulla è più importante della parola di Comunità, vivano nella memoria del lungo deserto della riconoscenza, nell’essere donne, madri e sorelle della Comunità.
Nel periodo della loro vita di deserto, quando l’ospitalità e la disponibilità del loro cuore non è mai stata sospesa, la parola, il loro sorriso di luce propria, non manca di trattare il dono della quasi vita monastica, con il fardello oltre nel gestire e condurre le proprie famiglie. Per tanti anni circa 40, ho avuto la fortuna di avere come riferimento le tante donne del Collettivo Donne di Sant’Eufemia, e di Donne del quartiere, che mi davano consigli, che osservavo, soprattutto nell’abbeverarmi dalle loro culture, dai loro consigli, e oggi anche della loro saggezza, forti del loro spirito, nell’aver attraversato il deserto della vita. Ciò che ti cattura di Fabiana è prima di tutto il suo contagioso sorriso combinato a quegli occhi figli di un d.n.a. carichi del donare in libertà e di vivere. Mi ha molto incuriosito sin dalla prima volta che l’ho incontrata, circondata dalle sue bambine, quando mi ha teso la mano nel donarmi un frutto melograno. Pochi giorni fa mi ha donato un prezioso libro-scrigno, memoria e attività del Collettivo Donne Sant’Eufemia, dal titolo Un altro genere di storia – Quarant’anni di femminismo. Con una sua raccomandazione e di tutte le donne nel libro, che non basta ricordare il passato, sia le discriminazioni e le violenze subite come pure i progressi ottenuti. Occorre un impegno, oggi, perché le lotte delle nostre bisnonne e nonne di ieri non siano vanificate, ma si giunga presto ad avere uguali opportunità in tutti i campi. Solo così si prepara un futuro più umano, anche nel comprendere i no! In questo libro a cura di Ornella Adamoli, Fabiana Conti, Enrica Gheda, Luisa Longhi, Marilena Sandrini e Enza Zanoletti, donne non solo portano la vita ma ci trasmettono la capacità di vedere oltre – vedono oltre loro -, tramite i loro occhi e non solo della loro testimonianza. Ma un sofferto difficile post’68, perché ha un senso ricordare il lavoro fatto, tracciando dopo un’attraversata del deserto di fatiche, diversità, a volte anche conflittuali, limiti ed errori, con l’obiettivo dovuto/a al passaggio del tempo.
Le donne nella nostra comunità hanno tracciato nell’essere utili alle nuove generazioni con le quali si sono sempre rese disponibili al confronto nell’essere passaggio di testimone consapevoli di una ricchezza di un patrimonio di idee e di esperienze significative in gran parte ancora attuali. Come non ricordare la Signora Vanda Bondaschi dell’antica forneria e, le donne dell’Agust, della ex ferramenta e bar, trattorie di una volta. Queste donne ancora oggi nel silenzio del loro duro lavoro aiutano chi ha bisogno. Come nel mio cortile dove risiedevo, con la vicina Siura Fausta Minelli in Bonassi, oltre nel gestire la sua famiglia marito e due bravissimi figli, ogni tanto la vedevo con il suo quaderno a quadretti, fare il bilancio famigliare. Era meraviglioso vedere e ascoltare dal telefono fisso con il lucchetto anti spreco, la telefonata prima di partire per la vacanza all’albergo, come “Furio di Carlo Verdone”, per un massimo 15 giorni, e la severa delega come vicino di casa di dare da bere alle decine di piante! Dopo mesi di tanti sacrifici, e dopo aver pagato le terribili tasse, e assolutamente da onorare le terribili scadenze! La ricordo sempre disponibile per consigli, e soprattutto attenta nel percepire se avevo qualche difficoltà. Bella sua suocera appassionata nella lettura, divorava libri, di cui ogni tanto gli davo dei mattoni da leggere tipo Marx e Hegel ..!
Come ringraziare la sIgnora Silvana in Dusi, lei e suo marito Sandro, sublimi artigiani, creatori di alta qualità di costumi teatrali di alta sartoria, appositamente creati per la scena, che venivano indossati dagli artisti-attori nelle varie rappresentazioni. Come ben sapete il costume riveste una grande importanza nella storia e la sua evoluzione è strettamente intrecciata a quella del teatro stesso. Da anni sono ospite per il Santo Natale e la Santa Pasqua. Come la Prof.ssa delle serali Istituto Tartaglia Geometri, Licia Gorlani in Gardoni, parte della sua umana pazienza della non facile mia forgiatura, all’amore del leggere e umilmente scrivere. Le Donne ci trasmettono la capacità di capire il mondo con occhi diversi, di sentire le cose con cuore più creativo, più paziente, più tenero (8 marzo 2024). Luciana B, Enrica, Fabiana, Fausta, Vanda, Marilena, Ornella, Margherita, Giuditta, Daniela, Enza, Gabri, Luisa, Marina B, Antonietta, Linda, Marina R, Dea, Enrica, Anna, Renata, Sara M. Oltre alle ex presenza delle Suore e, di alcune donne pazienti volontarie, nel seguire ancora oggi le intricate procedure del 7/30, aiuto nelle intricata burocrazia nell’ottenere servizi e diritti, per donne e uomini rimaste/i senza nessuno. Un delicato pensiero alle vedove, che con silente dolore dedicano ancora momenti nel vegliare, salutare i loro cari, che accompagno con poesia foscoliane. Penso che sia utile ricordare e celebrare l’8 marzo come giorno, per ringraziare le lotte e le conquiste delle donne? Si. Grazie a voi donne, tempio dell’Umana presenza delle nostre Comunità.