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di LUCA POLI 15 feb 2022 19:02

Fine vita: a proposito del Referendum

Tempi duri per chi si fida oltre il dovuto.Tempi duri per chi vorrebbe essere correttamente informato, specie se adolescente o giovane.Tempi duri soprattutto se le informazioni che si desidererebbe ricevere toccano in particolare il mondo dei cosiddetti principi non negoziabili, ovvero quelli della difesa della vita fin dal suo concepimento, quelli della dignità della persona e dell’inviolabilità della sua vita nella stagione del suo tramonto, quelli della natalità, della famiglia e via dicendo, temi cari non certo solamente a noi cattolici ma sicuramente anche a chi, pur non praticante, perlomeno condivide con noi, come necessaria e positiva, una comune matrice etico/culturale.Principi non negoziabili, dicevamo, la cui difesa si scontra sempre più spesso con i sempre più potenti e pervasivi interessi sia economici che politici in campo, a cui sono di evidente intralcio.Tempi duri perché l’informazione, anche quella che sembrerebbe più istituzionale, diffusa, obiettiva e disinteressata, da questi interessi è spesso fortemente ma nascostamente condizionata, se non scientemente pilotata.E’ questo il caso di una recente e concretissima vicenda che, guarda caso, riguarda il controverso tema del fine vita e di come questa sia stata narrata o “somministrata”, come si usa ironicamente dire oggi in certi ambienti.

La vicenda è questa: la scorsa estate molte piazze e spiagge sparse per la nostra bella Italia erano piene dei banchetti di Marco Cappato nei quali, anche con il supporto di Fedez, si raccoglievano le firme per “l’eutanasia legale”. Ogni mercoledì i promotori dell’iniziativa raccontavano di essere sempre più vicini al milione di firme, la raccolta venne chiusa a settembre dichiarando un milione e trecentomila firme, numeri che i giornali ed i telegiornali riportarono fedelmente senza nessun tipo di controllo: evidentemente le rispettive redazioni si fidavano dei suddetti promotori, altrettanto evidentemente a queste molto graditi.In Cassazione in realtà di firme se ne consegnarono molte meno e la Corte ne validò infine solo 543.213 (cinquecentoquarantatremiladuecentotredici).Ebbene: credete forse che gli stessi giornali e telegiornali abbiano quindi rettificato la notizia, e con la dovuta evidenza? Niente di tutto questo, la rettifica non è mai stata fatta da nessuno di questi.Fine della “breve storia triste”, direbbe qualcuno, a quando la prossima?Forse l’abbiamo già sentita ed involontariamente bevuta…

P.S, coloro che si stanno attrezzando per lucrare sia in termini di guadagno che di risparmio economico sull’affare “fine vita” aspettano fiduciosi e nel frattempo ringraziano sentitamente.

P.P.S. i promotori della raccolta di firme di cui sopra, fatta astutamente e con successo passare come raccolta di firme in vista del referendum per “l’eutanasia legale”, ben sapevano che tale “eutanasia legale” mai potrebbe essere imposta per referendum essendo in Italia l’istituto referendario solo abrogativo di leggi già esistenti.Con quale reale obiettivo Cappato & compagnia hanno dunque raccolto le firme? Con l’obbiettivo di modificare l’art. 579 del codice penale, quello che riguarda l’omicidio di consenziente, tipologia di omicidio che richiama brutalmente alla memoria la vicenda di quel ragazzo di Porto Empedocle che, preso dalla disperazione per aver fallito un concorso pubblico, chiese recentemente ad un amico di sparargli alla tempia, “favore” che l’amico non esitò troppo a fare.

LUCA POLI 15 feb 2022 19:02