L'esempio di padre Hugo
Se fosse vero quanto fu detto di noi: un popolo di navigatori di poeti, di santi e di eroi, dimenticando chi lo disse allora convintamente, tra i poeti ed i santi potremmo ricordare padre Hugo De Censi. L’araldica insegna che ogni cognome preceduto da “De” indica le nobili origini di chi lo porta.E certo padre Hugo, seppure nato da una modesta famiglia valtellinese aveva un cuore nobile. Come avrebbe diversamente potuto sopportare la lunga malattia, la tubercolosi ossea, studiare, diventare prete con due laure, convintamente e fraternamente educare, guidare i ragazzi difficili del Riformatorio di Arese, poi con loro inventare la non brevettabile “Operazione Mato Grosso”, farsi quindi missionario in America Latina, fondare scuole e laboratori per i giovani e le ragazze, scelti tra i più volenterosi e i più poveri, quindi gratuitamente ospitati? E ancora: l’ospedale di Chacaz, la casa per anziani soli e i bambini disabili?E mantenere una fitta corrispondenza epistolare, tutta vergata a mano, destinata ai mille e mille ragazzi che a lui confidavano le loro pene e, talvolta, le loro gioie? Ho una ricca raccolta di quelle preziose lettere, mai un rimprovero, sempre incoraggiamenti, sempre un amore grande per tutti.
La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, ecco gli insegnamenti di San Paolo quotidianamente e intensamente vissuti da padre Ugo. Ne sono testimone, ho lavorato con lui e per lui, lo visitai in Perù nell’ormai lontano 1979. Mi scrisse: sì, mi criticano perché faccio la carità, perché nutro i mendicanti che resteranno tali. Nutro invece il povero dandogli il pesce per sfamarlo, perché abbia le energie sufficienti a poi imparare come pescarlo. Ma non interrogo chi affamato chiede il cibo, come negarglielo? Ed invero non è proprio oggi 27 novembre, la giornata della colletta alimentare, senza riserve, perché donare pasta e riso farà nascere il grano e la pianticella di riso.E’ morto il due dicembre di tre anni fa, lo ricorderanno i suoi amici nella chiesa di San Apollonio a Lumezzane. L’hanno preceduto nell’incontro con Dio più di un martire ucciso in Perù, da ultima Nadia De Munari nel deserto di Nuova Chimbote, uccisa questo aprile 2021. Anche per lei il “De” indica un animo nobile. Ed io che non lo sono, mi inchino di fronte a tanta nobiltà e, almeno talvolta, mi riesce di pregare.