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di CELSO VASSALINI 28 nov 2022 10:20

Strage di Stato

Continua la strage di Stato nell'indifferenza della politica, politica rispetto alla quale le persone che muoiono sotto il fango non valgono l'allarme provocato dalla parola 'spread'. E' drammatico constatare che in pochi giorni hanno perso la vita sotto il fango decine di persone senza che non una iniziativa concreta sia stata presa. Quello che sta accadendo è il risultato di anni di aggressione al territorio perpetrata nell'indifferenza della politica che ormai parla del dissesto, mancanza della “prevenzione”, solo in presenza dei morti per poi tornare, dopo ventiquattrore, a dare il via libera ad sanatorie, abusi edilizi e urbanistici come se niente fosse. Di fronte alle vite spezzate sotto il fango continuare a parlare del Ponte sullo Stretto di Messina sia una vera e propria bestemmia: quelle risorse (8,5 miliardi di euro secondo la Corte dei Conti) devono essere subito liberate per cantierare migliaia di opere per la difesa del suolo; bisogna annullare subito tutte le deroghe ai vincoli paesaggistici che hanno consentito di edificare lungo i fiumi, nelle colline, i corsi d'acqua di ogni valle del paese e le coste; chiediamo al governo un Piano straordinario per la messa in sicurezza del territorio e una concreta cultura della prevenzione, di ogni piccola o grande comunità: in Italia 7 comuni su 10 sono a rischio idrogeologico; il parlamento deve varare immediatamente una legge che metta uno Stop al consumo del suolo e fare come il Comune di Brescia, nel riutilizzare l’esistente. E attivare i “piani adattamento climatico”. Quello delle ultime settimane è un vero e proprio bollettino di guerra non degno di un Paese europeo. Cosa deve ancora accadere prima che si comprenda che il dissesto idrogeologico, gli incendi dolosi è una drammatica emergenza dell'Italia? E' il bollettino della quasi quotidiana guerra tra l'uomo e l'ambiente, vittima quest'ultimo e non carnefice del primo. Si chiama dissesto idrogeologico e ormai tutti sanno cos'è. E' un territorio fragile sul quale l'uomo dovrebbe poggiarsi come camminasse sulle uova e invece lo attraversa con i bulldozer. Situazione ulteriormente aggravata certamente da un clima cambiato e da conseguenti precipitazioni atmosferiche diverse da quelle a cui eravamo abituati solo 50anni fa. «È assolutamente urgente che l'Italia, i Sindaci prendano atto che ci troviamo in una situazione climatica nuova rispetto a quella degli ultimi decenni, altrimenti rincorreremo emergenze su emergenze. Il nostro territorio è stato gestito molto male, comunque la situazione climatica più o meno consentiva di reggere eventi climatici rari». Ma la pioggia ha ora rara, e quando arriva con una «frequenza molto più alta e una intensità molto più forte». «Ora c'è una situazione di emergenza, lo abbiamo visto a Messina, in Liguria e Toscana, Ischia, oltre tra torrenti naturali, ghiacciai che si sciolgono, piogge intense e cementificazione, e abbandono di boschi e piccole comunità che si sono svuotate, il solo problema «idraulico» colpisce un comune su quattro della nostra provincia.

Ci sono aree che per circostanze climatiche che si creano, sono più esposte. Abbiamo la possibilità di capire che c'è una situazione di vulnerabilità e questa va affrontata subito». Poi che ci sono zone a rischio dove sono state insediate attività produttive. «Paghiamo un prezzo per una visione molto corta. Sono state utilizzate zone che già venti o trenta anni fa, il buon senso avrebbe consigliato di non utilizzare». Al di là dei buoni propositi, emersi anche con gli ex titolari - chieder conto di quanto loro stessi ha fatto e se faranno in questo lungo periodo, ma tanto in Italia si sa che nessuno comunque pagherebbe il conto. Tranne l'ambiente e tranne le persone che ogni anno al nord, come al centro, come al sud perdono i loro cari e vengono spazzati via i loro sacrifici di una vita. Troppo spesso per colpa di pianificazioni urbanistiche folli e di manutenzione nei cassetti dei primi cittadini/e. Basti pensare che in quella stessa Ischia, che solo un decennio fa è stata colpita dallo stesso fenomeno, si trovano o si dice di aver trovato i soldi per costruire il Ponte e non si è mai fatto nulla invece per il dissesto idrogeologico. Se c'è una cosa che unisce l'Italia, è proprio la fragilità e la bellezza del suo territorio, ma al nord come al sud non si è imparata una che sia una lezione dal passato. Dai neo Governi, come da quello che lo succederà attuale Governo Meloni, dobbiamo come cittadini anche non ambientalisti imporre che almeno questo capitolo di spesa sia nell'agenda nazionale, e che ogni Sindaco metta nel suo bilancio la voce di spesa per la Protezione Civile, anche perché se non ci sarà come prevenzione ci sarà comunque (e ben più salata) come ricostruzione. Vedo solo L'unità d'Italia dei morti da cemento e da dissesto idrogeologico. Prevenzione questa frase ancora poco capita, eppure da anni il Gruppo Val Carobbio, che dopo l’alluvione di San. Eufemia, tengono pulito, monitorato il sottobosco della valle e liberi i canali naturali e/o di scoli creati con barriere protettive dal nostro solerte Comune. E da allora il quartiere è più tranquillo. “Zio per sollecitare il Governo, la regione i sindaci, devo mandare un mio pensierino per queste cose a S. Lucia, a Babbo Natale o alla Befana?” “Cara nipote lasa perder ghè za to sio che scif trop”. Onore a tutti i pompieri, alle donne e uomini del Volontariato della Protezione Civile, perché dirvi grazie non sarà mai abbastanza. Celso Vassalini

CELSO VASSALINI 28 nov 2022 10:20