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di DANIELE VENTURELLI - DANIELE.VENTURELLI@LIBERO.IT 29 nov 2018 17:46

Lega e cattolicesimo: unione possibile?

Non è possibile che essi rappresentino il segnale del potenziale diffondersi, nella nostra società in generale e fra i cattolici in particolare, di pericolosi semi da cui quella violenza potrebbe inaspettatamente fare capolino?

Gentile direttore, il Corriere della Sera di sabato 24 novembre riportava un sondaggio di Nando Pagnoncelli secondo cui la Lega si attesterebbe al 36,2%. Mi ha colpito un dato in particolare. Dopo aver rilevato la penetrazione leghista in “aree territoriali un tempo assai distanti”, il sondaggista riportava un dato singolare: “Per non parlare della crescita nel mondo cattolico, in particolare tra coloro che partecipano alla messa tutte le domeniche”.

Alcuni mesi fa in una parrocchia dell’hinterland l’incontro progettato dalla responsabile locale del settore adulti di Azione cattolica sul tema migranti veniva ‘posticipato a data da destinarsi’ per l’aperta contrarietà degli iscritti ad affrontare l’argomento.Alcuni anni fa, per la penna di Renzo Guolo, usciva una interessante indagine sociologica che si apriva col titolo significativo: “Chi impugna la croce”. E si chiudeva con un interrogativo altrettanto ‘provocatorio’: “Religione senza Chiesa, cristianesimo senza Cristo?”.Mi sono tornate alla mente tutte queste cose pensando alla dichiarazione del card. Parolin all’UNESCO. Richiamando la figura di Mazzolari ha affermato che il sacerdote cremonese “ha compreso che tra Vangelo e violenza la distanza è abissale”. Come non concordare con questa affermazione? D’altra parte è difficile contestare il fatto che talora, nel corso della storia, i cristiani, per una malintesa declinazione del messaggio evangelico, proprio a quella violenza hanno fatto ricorso. Nessuno collegamento o indebito parallelismo con la situazione che stiamo vivendo. Ma le due notizie che riportavo all’inizio mi interrogano personalmente.

L’interrogativo, forse soltanto una banale fisima, è il seguente: non è possibile che essi rappresentino il segnale del potenziale diffondersi, nella nostra società in generale e fra i cattolici in particolare, di pericolosi semi da cui quella violenza potrebbe inaspettatamente fare capolino?Del resto riandando alle vicende politiche del nostro Paese dal secondo dopoguerra ad oggi, con riferimento a quello che genericamente ed onnicomprensivamente viene definito mondo cattolico, non si può negare il suo tendenziale orientamento conservatore, non escluse simpatie a destra. L’opera paziente, assidua, tenace di Aldo Moro verso questo mondo e le stesse gerarchie ecclesiastiche fu di guadagnare con fatica l’uno e le altre ad una visione di convinta democrazia. Corrado Guerzoni, stretto collaboratore dello statista barese, lo ricorda con chiarezza: “Il problema della destra politica in Italia è stato il cruccio di Aldo Moro. Egli lo ha considerato il punto discriminante. Per lui il termine “destra” era incarnato nel codice genetico, nella struttura antropologica, nella sedimentazione culturale di parte significativa del Mezzogiorno d’Italia, del ceto medio, del mondo cattolico”.

Uomini come Aldo Moro, Franco Salvi, Mino Martinazzoli, Stefano Bazoli e tanti altri hanno operato nella prospettiva di una diffusa e convinta accettazione del metodo democratico avendo come costante riferimento l’ispirazione religiosa che li animava. Al tempo stesso questa ispirazione non fu mai esibita, ostentata, sbandierata con superficiale e colpevole faciloneria. Erano infatti ben consapevoli dell’azzardo rappresentato da “chi abbia osato evocare la sigla cristiana al proprio impegno civile”. (Martinazzoli) Per questo la loro testimonianza è tanto più meritoria, significativa e attuale. Quel mondo cattolico nei cui confronti Moro, con pazienza certosina, si sforzò di applicare una pedagogia di accoglimento convinto dell’autentico spirito democratico, Salvini lo sta pericolosamente blandendo, sfruttando ed esasperando quelle tendenze che lo statista pugliese tentò in ogni modo di contrastare. L’interrogativo è: dove porterà questa strategia leghista? 

Daniele Venturelli

DANIELE VENTURELLI - DANIELE.VENTURELLI@LIBERO.IT 29 nov 2018 17:46