lock forward back pause icon-master-sprites-04 volume grid-view list-view fb whatsapp tw gplus yt left right up down cloud sun
di CELSO VASSALINI 30 apr 2023 14:14

Una riflessione sul lavoro

Arriva il primo maggio, giorno la festa dei Lavoratori. Alle suore è chiesto il coraggio delle mani e delle ginocchia, chiamate a evangelizzare il mondo del lavoro. Vorrei condividere una riflessione che ho realizzato a Botticino Sera, all’interno della Casa Madre delle Suore Operaie.

L’incontro organizzato dalle suore, ha visto una folta partecipazione. Il tema era il lavoro, museo di San. Arcangelo Tadini, documenti, foto e, temi di testimonianza del passato e del presente. E proprio qui, all’interno di questa casa, che Don Arcangelo Tadini, uomo “normale” nella sua “straordinarietà”, nel percepire che non è un semplice museo, ma dell’esperienza vissuta all’inizio del secolo scorso, un viaggio nel tempo. Temi come la dignità delle lavoratrici, luoghi di lavoro sicuri e sani, giusta retribuzione e conciliazione tra lavoro e famiglia, lo hanno spinto a fare tutto ciò… E, sono ancora oggi quanto mai attuali! Che tu sia credente o no, lavoratore pensionato, uomo politico o cittadino/a qualunque, lasciati immergere in questa esperienza di vita vera: non semplici proclami sulla dignità dei lavoratori e delle lavoratrici, oggetti e opere che parlano di una vita spesa e donata interamente per i lavoratori e lavoratrici. No, la loro prima vocazione è quella di rimanere unite. La certezza di essere al “tuo” servizio ci viene dal saper vivere insieme, esercitando le virtù della dignità del lavoro, della pazienza, dell’accoglienza, della fraternità. Perché il mondo creda; insieme per metterci in ascolto del soffio dello spirito e sensibilità nel lavoro. Come loro studenti, operaie sono innamorate di Cristo e della sua parola, come loro sono sedotte dalla verità e soffrono per le ingiustizie che lacerano e distruggono la dignità del lavoro. Non lasciamole sole anch’essi hanno bisogno di sentirsi amate, in un mondo sempre di più affascinante e tragico. Non hanno scelto, sono state chiamate. Con insistenza. Hanno risposto. Eccole, sono davanti a voi, con i loro limiti, le loro fragilità, la loro fede. Il loro desiderio è quello di non tradire Cristo, di fare più bello il mondo, di essere voce di chi voce non ha mai avuto e ancora non ha, di mettere insieme i diritti dei potenti e dei già nati con quelli di chi nemmeno sa di averne. Di seminare speranza per una dignità del lavoro, svolgendo la propria attività lavorativa, non è accettabile al giorno d’oggi che la fatalità la faccia da padrone e sia considerata la causa di tante tragedie. Il Primo Maggio è anche la nostra festa, donateci un sorriso, un abbraccio, una preghiera. È bello inginocchiarsi davanti alla persona che lavora con te, alla propria famiglia, al pensionato. Per dirle che è importante, che senza di loro, vivere è impossibile. Che ci è preziosa più dell’aria. Ancora una volta, però, abbiamo bisogno di coraggio, nel denunciare che ci sono nemici che ci insidiano, il suo nome è insicurezza del lavoro, ambienti insicuri… Ho percorso il museo, con lo spirito e la sete dell’esperienza vissuta all’inizio del secolo scorso da Sant'Arcangelo Tadini. Ho toccato con mano, la vita della classe operaia di quel tempo. Ora mi inginocchio umilmente che senza il don Tadini (Amate il lavoro, perché è figlio dell’intelligenza ed è il pane dell’uomo) e del vivere delle Suore Operaie della Santa Casa di Nazareth, chiamate a evangelizzare il mondo del lavoro, saremmo più poveri.

Il nostro è il tempo in cui realizzare il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il cosiddetto PNRR, e mi sembra possa essere un’occasione davvero decisiva dopo tanta sofferenza di non mettere solo in sicurezza le scuole e gli ambienti di lavoro, ma anche un impegno per una cultura della “prevenzione”.

Durante la pandemia abbiamo capito quanto le fragilità, le contraddizioni, le ingiustizie siano anche conseguenze dei rimandi, dei ritardi, delle furbizie, delle cose che bisognava fare e che non sono state fatte, degli interessi privati che hanno condizionato le scelte politiche. Le cause di tante sofferenze sono a volte così lontane che non le sappiamo più riconoscere. Non possiamo più accettare, eppure succede ancora spesso, che il luogo di lavoro, che è per la vita, diventi invece un luogo di morte. Penso a chi non è più tornato a casa dalle consorelle, dalle mogli-mariti e dai figli che hanno aspettato invano i propri cari: questo mi commuove e non smetto di chiedere condizioni di lavoro sicure per tutti. Mi inchino nel ricordare il Prof. Gino Giugni, colui che era universalmente considerato il padre dello Statuto dei lavoratori. 

CELSO VASSALINI 30 apr 2023 14:14