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di MARIO MAZZACANI 03 mar 2024 15:47

Quale prospettiva per il Servizio Idrico?

Le preoccupazioni del Comitato Referendario Acqua Pubblica Brescia

Il nostro Comitato è preoccupato, preoccupato della possibile deriva che potrebbe prendere la gestione del servizio idrico a Brescia. Non sono bastati due referendum. Il primo nazionale nel 2011 ed il secondo, caso unico in Italia, provinciale nel 2018 per garantire la gestione pubblica del servizio idrico a Brescia.

Acque Bresciane da quasi un anno orfano della guida di Del Barba, che aveva sempre garantito, conti alla mano, la fattibilità del progetto pubblico del servizio idrico, è un primo indizio ma ulteriori “indizi” ci preoccupano. L’aver tolto la delega al servizio idrico al consigliere Apostoli, uno dei pochi politici sensibili al tema a sedere nel consiglio provinciale, da parte del presidente Emanuele Moraschini prima per consegnarla a Gianpaolo Natali da sempre a favore del modello privatistico e poi per avocarla a sé, non è certo garanzia per la pubblicità del servizio idrico. Non basta la provenienza territoriale per garantire la difesa del modello pubblico dell’acqua ma servono anche azioni concrete allo stato attuale inesistenti.

Per ultimo il possibile defenestramento di Laura Alghisi dal CDA dell’ufficio d’ambito territoriale, organo di programmazione del Servizio Idrico nominata nel dicembre 2019 in rappresentanza dei comuni tra 3000 ai 15000 abitanti. In attesa dell’assemblea dei sindaci convocata per il 5 marzo per le nuove nomine del CDA che parrebbero non promettere niente di buono per la gestione pubblica del servizio idrico possiamo ben dire che se 3 indizi equivalgono ad una prova come comitato per l’acqua pubblica siamo fortemente preoccupati del fatto che in nessuno degli organi di governo e vigilanza sul servizio idrico possano essere presenti persone non solo titolate ma anche qualificate a difendere il modello pubblico del servizio idrico.

Acque Bresciane dal momento della sua costituzione ad oggi ha dimostrato di essere in grado di gestire al meglio il servizio idrico, lo testimoniano i risultati raggiunti, sarebbe perciò un peccato distruggere questo modello per consegna al privato un servizio essenziale come quello idrico.

Attendiamo perciò con ansia i risultati dell’assemblea dei sindaci di Ato per aver conferma o meno delle nostre preoccupazioni: il modello pubblico sarà ancora confermato a Brescia oppure si andrà verso la definitiva privatizzazione del servizio idrico a Brescia?

Quali cittadini di questa provincia ma soprattutto come rappresentanti del movimento per l’acqua pubblica ci auguriamo che la nostra preoccupazione sia eccessiva ma gli indizi che abbiamo raccolto in questi anni non ci rassicurano. Confidiamo nella ragionevolezza delle istituzioni sempre pronti però a scendere in campo con nuove iniziative se il modello pubblico del servizio idrico fosse smantellato.

MARIO MAZZACANI 03 mar 2024 15:47