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di GIANFRANCO BERTOGLIO 01 giu 2022 08:30

Quei no che aiutano a crescere

Si ha l’impressione che i bambini di oggi siano viziati, capricciosi, mai soddisfatti; vogliono tutto e sempre di più; più giocattoli, più dolci, più tv, e via di seguito. Sembra che al “ben-essere” abbiano sostituito il “ben-avere”. I genitori stessi individuano come prima causa la pubblicità, che crea necessità indotte, oppure parlano della società di oggi materialistica e consumistica. Danno la colpa al mondo moderno che non consente più di limitarsi all’essenziale. Danno la colpa alla scomparsa di valori come la sobrietà o al desiderio innato di possedere e di avere sempre di più. Tutto questo è certamente vero, ma ci mettiamo lo zampino anche noi genitori. Non è certo una scelta consapevole (ed è per questo che bisogna preventivamente averne coscienza) è infatti spontaneo cercare di soddisfare ogni desiderio dei propri figli. Siamo naturalmente portati a farlo: vuoi il gelato? Eccolo! Un gioco? Te lo compro! Un video gioco? Glielo diamo ancora prima che sia in grado di usarlo, vuoi il telefonino perché ce l’hanno i tuoi compagni? Va bene! (Addirittura in seconda elementare). Diamo tutto e subito. Troppi genitori credono che i loro figli crescerebbero “diversi” se non avessero tutto quello che la moda propone. Poi c’è anche il desiderio, talvolta cosciente, di dare quello che noi non abbiamo avuto. Questo desiderio c’è e nessuno ne è esente! Infine, talvolta capita che si dia troppo per “conquistarsi” l’affetto del figlio o per compensarlo della nostra scarsa presenza. Per quanto riguarda il primo caso, sappiamo che i nostri figli ci amano immensamente, senza bisogno di regali, ma succede, purtroppo, che ci si senta indegni di questo affetto. Oppure succede che si voglia amare più dell’altro coniuge e allora si danno molte cose quasi sempre inutili o educativamente dannose. Nel secondo caso il genitore vuole mascherare la sua poca disponibilità, ma così facendo lo priva dell’essenziale, cioè della sua presenza che è quello che conta veramente.

Consigli positivi. Prima di essere trascinati dalla pubblicità, dal desiderio di non fargli mancare nulla, dalla voglia di non farlo sfigurare davanti ai compagni basta chiedersi: “mio figlio ne ha veramente bisogno?” Se la risposta è positiva, l’acquisto va fatto perché l’essenziale credo sia davvero un diritto. Se la risposta è negativa è bene farsene un’altra: “dal punto di vista educativo è una scelta opportuna?” Se la risposta è negativa diciamo di no e sarà uno di quei no che aiutano a crescere.

Il bambino che ha ricevuto affetto da parte dei suoi genitori e le cose che gli servono per crescere, sentirà meno l’urgenza del possedere. Questa urgenza si attenuerà proporzionalmente con la crescita, placata dalla convinzione profonda di preferire il “ben essere” al “ben avere”.

GIANFRANCO BERTOGLIO 01 giu 2022 08:30