Severino, tra l’ente e l’Essere
Ci ha lasciati Emanuele Severino. Una preghiera fraterna per Lui e per la famiglia. In filosofia come è risaputo non vale l’argomento di autorità, ma vale l’autorevolezza che è un’altra cosa. Premetto che un filosofo di successo, o è frainteso perché incomprensibile o perché ha sposato lo spirito del tempo
Severino cresce alla scuola della seconda generazione dell’Università Cattolica, quella per intenderci di Gustavo Bontadini e Sofia Vanni Rovighi; generazione che approfondiva il lavoro fondativo in filosofia dei pionieri, primo fra tutti Amato Masnovo, mantenendo un dialogo aperto e alla pari con il pensiero moderno... Il dissidio con la Cattolica nasce dall’orientamento marcatamente idealista e gnostico, e dall’approdo definitivo di Severino sulla sponda dell’Essere. ‘Essere’ rivisitato, nel clima dell’epoca, dopo Marx, Nietzsche, Heidegger, e di un dogmatico oblio (che favorirebbe la tecne) alla luce dell’Essere di Parmenide. La critica frontale di Severino è indirizzata contro il De Interpretazione di Aristotele e la dottrina dell’ analogia,che naturalmente portava alla invasione del terreno teologico e la relativizzazione della realtá fisica e sensibile, privilegiando un punto di vista eterno.
Bontadini rispose magistralmente a questo ritorno a Parmenide, ma tutti sappiamo che nel nostro tempo, forse da sempre, vale più la polemica della veritá. Se un tempo l’Italia fu in parte vittima del clericalismo, il complesso anticattolico è vivo fino ai giorni nostri. Quindi Severino ebbe ragione a prescindere dal contenuto, poco accessibile come si è visto fugacemente; egli mantenne comunque un atteggiamento rispettoso e dialogico. Severino fu eletto a Brescia quale maître á penser, indubbiamente dotato e capace come professore e conferenziere. Noi riteniamo che, contrariamente al Masnovo, che leggeva tutto in lingua originale, Severino non abbia forse ben capito fino in fondo né Aristotele né Tomaso, ma non è una colpa. Semplicemente tutti hanno la possibilitá e l’obbligo di discutere. La metafisica cristiana spinge fino in fondo la percezione della differenza ontologica tra l’ente e l’Essere attraverso l’analogia e il concetto di creazione.
Ciò permette di approdare alla Possibilità che un Dio eterno e Creatore possa manifestarsi all’uomo. Fatto questo felicemente avvenuto nell’incarnazione del Verbo. Ovvero, fede e ragione.