Un'unica geopolitica evangelica
Ho letto con piacere e commozione l'omelia del card. Battaglia Arcivescovo di Napoli in occasione della Messa di celebrazione del Santo Patrono S. Gennaro.
Veramente un grido che si alza forte e chiaro a scongiurare la guerra in atto, o forse genocidio, nella martoriata terra di Gaza. Credo che i lettori di Voce l'avranno letta.
A questo punto, e non per presunzione, e non me ne voglia il Cardinale, vorrei offrire una chiosa a quella omelia applicandola alla martoriata terra di Ucraina.
Oggi la parola sangue ci brucia addosso.
Perché il sangue è un linguaggio che tutti capiamo, e che chiede conto a tutti. Il sangue di Gennaro si mescola idealmente al sangue versato in Ucraina e in ogni terra ferita dove la violenza si crede onnipotente e invece è solo rumore.
Il sangue è sacro e ogni goccia innocente e un sacramento rovesciato. E oggi con pudore e con fuoco dico : è il sangue di ogni bambino ucraino che metterei esposto in questa Cattedrale, accanto all'omelia del Santo. Perché non esistono altre lacrime e tutta la terra è un unico altare.
Da questa cattedrale si alza un appello chiaro, diretto senza garbo diplomatico.
Ascolta Federazione Russa, non ti parlo da avversario ma da fratello nell'umano. Cessa di versare il sangue ucraino.
Cessino i lanci di missili e droni che sbriciolano case, chiese centrali elettriche, opifici luoghi di ritrovo scuole e ospedali. Così quegli abitanti sono costretti a trasferire reparti ospedalieri e aule scolastiche negli scantinati.
Cessi quella guerra di invasione che soffoca ogni speranza di pace. La sicurezza che calpesta un popolo non è sicurezza è un incendio che oprima o poi brucia la mano che credeva di domarlo.
Ma oggi davanti al sangue del martire ti chiamo per nome tu Federazione Russa fermati.
Sospendi il fuoco che non distingue e moltiplica gli orfani. Non ti chiedo debolezza ti chiedo grandezza. La grandezza di chi arresta la propria forza quando la forza profana lòa giustizia.
Napoli nonostante le sue ferite è città di pace. I droni sono fucilazioni telecomandate, i danni collaterali sono bambini senza volto, una spesa militare che super a scuola e sanità non è sicurezza ma suicidio collettivo.
Qesta è l'unica geopolitica evangelica degna del Nome che invochiamo. Ogni bilancio militare che si gonfia come una vela è vento cattivo contro la carne dei poveri.
A Mosca come a Tel Aviv ci auguriamo che giunga questo nostro appello e si ponga fine alle guerre sanguinose e fratricide in atto in queste due parti del mondo.
In Russia e in Ucraina c'è chi professa la propria fede cattolica e ortodossa che riconosce un unico Dio. Che questo sia di monito per ritornare al tavolo dei negoziati per una pace disarmata e disarmante.
Questa poteva essere una seconda omelia che avrebbe completata quella pronunciata a Napoli il giorno di S. Gennaro.