Folli per Dio: l'opera dedicata a Doherty

“Il mondo ha bisogno di essere cambiato, adesso! Oggi! Immediatamente! Subito. E chi, se non i cristiani, possono aprire la strada?” è il messaggio dirompente di Catherine de Hueck Doherty (1896–1985), russa naturalizzata canadese, protagonista dell’apostolato laico e fondatrice della comunità di Madonna House.
“Jurodivye. Folli per Dio” è un’opera basata sulla sua filosofia, ora pubblicato da EDB nella collana Madri e padri della Chiesa, con la traduzione e la cura di Alessia Brombin. “Sono innamorata di Dio. Tuttavia, innamorarsi di Dio non è abbastanza. È necessario diventare pazzi di lui” è tra le dichiarazioni più potenti all’interno di questa.
Il libro è un omaggio ai “jurodivye” della tradizione russa – i “folli per cristo. Dopo essere sopravvissuta alla Rivoluzione russa e aver abbracciato la fede cattolica, Catherine ruppe ogni compromesso per vivere in pieno la radicalità evangelica. “Essendo innamorata di Dio e quindi del suo popolo, sono una folle per Cristo. Sì, una pazza. Considero il denaro come nulla”, scrive. La sua vita attraversa gli orrori della guerra, la miseria dei quartieri poveri, le persecuzioni da parte del clero e le calunnie, ma ogni sconfitta diventa occasione di offerta: “Molte volte mi sono trovata in una situazione difficile e, come san Sebastiano, trafitta da frecce di odio. Ma la grazia di Dio è infinita; la mia mente è limpida e il mio cuore si è aperto a lui”.
La sua spiritualità di Doherty si fonda su concetti della mistica russa come sobornost (unità spirituale nella Trinità), kenosis (svuotamento di sé), poustinia (il deserto del cuore) e strannik (pellegrinaggio interiore e missionario): come si legge in uno dei passaggi più intensi, “Dov’è il luogo della preghiera? La preghiera è dentro. Io sono una chiesa. Sono un tempio del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”
L’obiettivo di “Jurodivye. Folli per Dio” è quello di ricordare ai cristiani le basi del Vangelo: la carità, il perdono, il servizio ai poveri, il coraggio del non conformismo. “Attraverso le nostre stesse vite dobbiamo difendere, proclamare e vivere la verità”, afferma Doherty. Ma il libro è anche un invito personale a chi si sente inquieto nella fede o cerca nuove vie per viverla: “Avete paura? Siete ansiosi? La solitudine è la vostra compagna? Ascoltate. Udite i passi di Cristo. Dovete avere la pazienza di ascoltare, ma se lo farete, li sentirete”.
Nel solco di Dorothy Day e Simone Weil, Catherine de Hueck Doherty è una delle figure spirituali più attuali, ma meno conosciute. Alessia Brombin, che ha curato la traduzione e l’introduzione al volume, scrive: “La sua è una santità che trascende le convenzioni sociali e si mostra come ricerca dell’unione con il mistero di Cristo nella società laica contemporanea, dotata di una fine sensibilità ecumenica”.
