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Milano
di REDAZIONE 22 ott 2020 08:18

Da lunedì torna la didattica a distanza

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L'ordinanza 623 che la Regione Lombardia ha emanato ieri sera impone alle scuole superiori il ritorno a una modalità che molti, con grande impegno e dispendio di tempo ed energie, avevano cercato di scongiurare. In vigore da questa sera il coprifuoco dalle 23 alle 5. Da sabato centri commerciali chiusi. L'ordinanza in vigore sino al 13 novembre

Con l’ordinanza numero 623 emanata nel tardo pomeriggio di ieri la Regione Lombardia ha adottato nuove misure per cercare di contenere la diffusione del Covid-19. Il tenore complessivo dell’ordinanza è condizionato da alcuni numeri contenuti nella stessa. Da una crescita media giornaliera di 708 contagi nella settimana tra il 5 e l’11 ottobre, si è passati ai 1964 di quella successiva, per arrivare al picco dei 4.126 tamponi positivi registrato ieri, con un totale di 29.890 positivi. A ieri erano 1521 le persone ricoverate in ospedale, con 134 in terapia intensiva. La crescita, di certo non tranquillizzante, riguarda soprattutto l’area della città metropolitana di Milano.

L’ordinanza regionale emanata ieri che, come si legge in una delle tante premesse, accoglie anche specifiche richieste avanzante dai sindaci dei capoluoghi di provincia, oltre a fare riferimento alle misure di contenimento già adottate con i Dcpm nazionali, prevede azioni che riguardano solo il territorio regionale, a partire dal divieto di circolazione tra le 23 e le 5 del mattino successivo che entra in vigore da questa sera. Rispetto all’ordinanza ministeriale firmata nel primo pomeriggio di ieri dal ministro della salute Roberto Speranza che, recependo le richieste giunte dal governatore Fontana, dava il via libera al “coprifuoco”, nel testo regionale è ricomparsa anche la chiusura, ad accezione dei supermercati, dei centri commerciali il sabato e la domenica.

La vera novità, accolta per altro non senza perplessità, è quella che riguarda le scuole secondarie di secondo grado, che da lunedì 26 ottobre tornano alla didattica a distanza. “Le scuole secondarie di secondo grado e le istituzioni formative professionali secondarie di secondo grado – si legge nel testo dell’ordinanza regionale, a cui difetta un po’ di chiarezza - devono realizzare le proprie attività in modo da assicurare lo svolgimento delle lezioni mediante la didattica a distanza delle lezioni, per l’intero gruppo classe, qualora siano già nelle condizioni di effettuarla e fatti salvi eventuali bisogni educativi speciali”. L’ordinanza regionale raccomanda agli altri istituti di realizzare le condizioni tecnico-organizzative nel più breve tempo possibile, per lo svolgimento della didattica a distanza al via comunque da lunedì 26 ottobre”.

Molte le reazioni critiche a questa parte dell’ordinanza che, a detta degli addetti ai lavori, non ha una reale giustificazione se non nelle difficoltà che si riscontrano nell’area milanese, visto che nehli altri territori della Lombardia le scuole di ogni ordine e grado continuano a reggere bene, anche grazie alle misure adottate, alla diffusione dei contagi.

Tra i primi commenti bresciani alle misure imposte dalla Regione alla scuola c’è quello di Filippo Ferrari, consigliere provinciale, titolare della delega all’istruzione, che per mesi si èp impegnato con tanti altri soggetti istituzionali della provincia per un ritorno sicuro in classe.  "È una amara costatazione- sono le sue parole - . Si è buttato via un lavoro e un confronto durato mesi, frutto della sinergia tra Provincia di Brescia, Ufficio Scolastico Territoriale e Agenzia per il TPL. Si paga il fatto che in altre province della Lombardia non sia fatto un lavoro in tal senso. Le scuole superiori in queste settimane hanno rappresentato, con numeri alla mano, luoghi sicuri, controllati, nei quali garantire il diritto allo studio".

Critico anche il commento del parlamentare bresciano Alfredo Bazoli, affidato alla sua pagina Facebook. "Pur comprendendo la difficoltà nel dover fare scelte dolorose e difficili in un momento così preoccupante di recrudescenza della pandemia - scrive Bazoli - ritengo profondamente sbagliata la decisione di Regione Lombardia di chiudere da lunedì tutte le scuole superiori, imponendo la didattica a distanza. In Irlanda e' stato appena deciso un lockdown totale: unica eccezione i negozi essenziali e la scuola. La Lombardia chiude subito la scuola. Si tratta dell'ennesimo prova che i nostri ragazzi contano sempre meno di tutti gli altri interessi in gioco. Anziché chiedere agli studenti un sacrificio integrale, vanificando gli sforzi di questi mesi di tutto gli istituti scolastici, la Regione Lombardia non poteva tentare di graduare l'intervento, per garantire almeno alle classi prime e quinte, o a rotazione a tutte, una presenza fisica, l'unica in grado di consentire socializzazione e apprendimento dei ragazzi? Questa decisione scarica per l'ennesima volta sui ragazzi il prezzo più alto da pagare per fermare la pandemia. Scelta miope e sbagliata". Le misure adottate dalla Regione resteranno in vigore sino al 13 novembre.



REDAZIONE 22 ott 2020 08:18