lock forward back pause icon-master-sprites-04 volume grid-view list-view fb whatsapp tw gplus yt left right up down cloud sun
Roma
di MARIA CHIARA BIAGIONI 14 mag 2025 05:55

Il Papa non si presenta come un assolo

“Mi ha colpito molto l’empatia che si è creata subito tra Papa Leone XIV e la piazza in cui si vedeva un’immagine di mondo variegato, con le varie bandiere, ma armonico e gioioso cementato dalla presenza del Cristo Risorto nel soffio dello Spirito”. Con questa primissima “immagine”, ripresa da tutte le telecamere del mondo, mons. Piero Coda, segretario generale della Commissione teologica internazionale, prova a delineare l’inizio del Pontificato di Leone XIV. “Abbiamo visto una Chiesa giovane”, aggiunge, “una chiesa serena, che non sottovaluta la difficoltà del momento presente, ma che ripone la sua fiducia in Cristo nello Spirito Santo. Siamo nell’Anno Giubilare. E’ l’anno della gioia e della speranza. E questo è un Pontificato che inizia sotto il segno della gioia e della speranza”.

Se l’aspettava questa scelta. Il nome del card. Prevost non figurava nella “lista” dei primissimi papabili. Il Conclave dimostra sempre di essere qualcosa di diverso rispetto a tutte le altre categorie di elezioni. Quali decisioni prevalgono? E perché e come prevalgono?

Ciò che mi aspettavo era una sorpresa dello Spirito Santo, e così è stato! Senz’altro la scelta di Papa Leone XIV risponde molto bene al profilo del Successore di Pietro che lo Spirito Santo stava disegnando giorno dopo giorno, in questo periodo. L’esito del Conclave ha certamente sorpreso i commentatori, perché ha testimoniato ancora una volta che la vita della Chiesa, quando è autentica, obbedisce a una logica diversa rispetto a quella solo umana – e spesso troppo umana – a cui siamo abituati nella vita sociale e politica. È la logica che io chiamerei – prendendo a prestito il testo degli Atti degli Apostoli – “Abbiamo deciso, lo Spirito Santo e noi” a proposito della prima Assemblea sinodale fatta a Gerusalemme.

Si tratta di una logica in cui il primato è quello di mettersi in ascolto dello Spirito Santo, ascoltandosi gli uni gli altri e facendosi guidare nelle proprie scelte, non dal proprio sentimento, dai propri punti di vista, ma cercando il più possibile di conformarsi al punto di vista di Cristo Risorto che vive nella Chiesa e che vuole il bene della famiglia umana.

Nel discorso pronunciato ieri, il Papa ha usato il termine “insieme” e “Chiesa sinodale”. Quale Pontificato si profila con Papa Leone XIV da questo punto di vista?

Questo impegno a camminare insieme, vivendo una chiesa sinodale e missionaria, è un invito che corrisponde alla identità e alla missione più profonda dell’essere Chiesa, così come il Concilio Vaticano II l’ha messa in rilievo e come il processo sinodale in atto sta manifestando. Credo che Papa Leone XIV abbia voluto dire a tutti noi di proseguire su questo cammino, come peraltro Papa Francesco aveva previsto. Siamo nella fase di ricezione dei risultati della Assemblea Sinodale da ora fino al 2028. Alla luce di questo processo, l’esercizio del ministero di Pietro così come lo vuole realizzare Papa Leone XIV si presenta già come un esercizio collegiale, quindi sinodale, della sua autorità. Chiama tutti a cooperare, ciascuno secondo il proprio ministero e carisma a questo grande slancio di annuncio e di testimonianza di Gesù in un mondo come il nostro.

Evidentemente le sfide emerse anche durante le Congregazioni, sono troppo grandi per un Papa solo.

Esatto. Il Papa, vescovo di Roma e Successore di Pietro, è la roccia su cui viene edificata da Gesù la Chiesa che è una realtà variegata, accoglie tutte le culture alla luce del Vangelo, le fa incontrare fra di loro. Come è stato detto da qualcuno in questi giorni, il Papa non si presenta come un assolo, ma come un direttore di orchestra che aiuta a fare sinfonia, a realizzare quella armonia che è l’azione dello Spirito Santo, capace di costruire la pace, la giustizia e la fraternità tra tutti.

La scelta del nome Leone. Quale caratteristica darà al Pontificato?

Bisognerà chiederlo a lui per capire effettivamente qual è l’ispirazione che l’ha guidato in questa scelta… Noi possiamo riferirci ai grandi Papi che hanno portato questo nome. Penso a Leone Magno che ha centrato tutto il suo ministero, straordinariamente importante per la storia della Chiesa, sull’affermazione della verità di Gesù come vero Dio e vero uomo, ma ha anche lavorato in un mondo molto travagliato, come quello del quinto secolo, per la pace mettendo l’autorevolezza del ministero di Pietro al servizio del bene comune. Penso anche a Leone XIII che non è stato solamente il Papa della questione sociale con la Rerum Novarum, ma anche il Papa che ha affidato la Chiesa allo Spirito Santo e si è impegnato a mettere le basi di una cultura nuova per affrontare la nuova situazione di vita dell’umanità sottoposta a gravi pericoli. Ma il nome Leone richiama anche il grande compagno di viaggio e amico di San Francesco d’Assisi a cui Francesco, nel 1224, ha scritto di suo pugno quel testo, la Chartula, che ancora conserviamo, con la sua benedizione e ha indirizzato una lettera straordinariamente bella di lode a Dio Amore… quasi a dire, ecco, io mi pongo su questa linea che ci ha indicato Papa Francesco e raccolgo la sua eredità per farla diventare in Gesù seme di pace, di gioia e di vita nuova per tutti.


(Foto Calvarese/SIR)

MARIA CHIARA BIAGIONI 14 mag 2025 05:55

Scrivi un commento qui (minimo 3 caratteri)